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13.11.10

Due Cuori E Una Provetta (The Switch, 2010)
di Josh Gordon e Will Speck

Storia tipica quella di Due Cuori e una Provetta. Lui e lei sono a New York, sono amici, lei desidera avere un figlio e non trovando un'anima gemella opta per l'inseminazione artificiale. Al party "preinseminazione" lui si ubriaca e droga talmente tanto che, andato in bagno a rimettere, trova il seme del donatore, per errore lo versa e lo sostituisce con il suo perchè nessuno se ne accorga. Naturalmente lo fa in uno stato di totale incoscienza, tanto che il giorno dopo non ricorda più nulla. Sette anni dopo lui, lei e il nuovo nato si incontrano nuovamente e il film prende quota, a voi intuire sviluppi e finale.

Nonostante una trama prevedibilissima e la presenza ben poco rassicurante di Jennifer Aniston (anche se devo ammettere di essere un insospettabile fan di Io & Marley), Due Cuori e una Provetta dimostra dopo poco di valere più di quel che si dice sul suo conto.
Scritto con una vena decisamente più felice della media e centrato su un'idea di umanità alto borghese come al solito ma più "umana" di quanto non ci si aspetti, il film riesce nell'impresa di raccontare la parabola a lieto fine con una credibilità e un divertimento rari.
A questo si aggiungano alcune partecipazioni inattese come Jeff Goldblum (ma quant'era che non faceva un film? E perchè ne fa così pochi? E quanto ci manca?? Tanto) e Juliette Lewis, anche nota come la rubascena (impossibile ricordarsi cosa faccia Jennifer Aniston nelle scene in cui c'è lei, tanto è in grado di calamitare attenzione).

Con un gusto non indifferente per la messa in scena della sottile capacità di autoanalisi e di introspezione di una certa categoria umana, Due cuori e una provetta corre l'unico di risultare sbilanciato unicamente da una parte. Contro chi appare e a favore di chi, decidendo però autonomamente chi appartenga a queste categorie. Non aiuta il fatto che si sia scelto Jason Bateman, bravo ma ormai espressione cinematografica dell'uomo medio cinematografico, cioè del tipico fruitore di cinema (altospendente, altoguadagnante, alta istruzione e propensione alla fruizione di prodotti culturali).

4 commenti:

Manute ha detto...

Io l'ho trovato davvero pessimo, per come il personaggio femminile (colpa della Aniston ma anche della sceneggiatura) risulti assolutamente inutile e piatto nonostante le scelte che fa e per la scelta svogliata e di risolvere quasi tutto con l'uso del time lapse a la koyaanisqatsi (lei che va in campagna e torna con un bambino di 7 anni, senza che nessuno sia invecchiato di 5 minuti, oppure il finale che è una vera e propria presa per i fondelli per come si risolve, 20 secondi di macchinevelociperstrada e tutto si è ribaltato).


gparker ha detto...

sul realismo non mi pronuncio, nel senso che non mi è mai interessato. Ritengo esistano delle convenzioni filmiche che lo spettatore accetta quando guarda un film (perchè non chiamano la polizia? Come mai sono tutti così belli? Lei è truccata anche quando si sveglia), semmai è fastidioso quando a tali convenzioni si va in deroga solo in certe parti del film. Ma è un altro discorso.

Si il personaggio di Jennifer Aniston in generale vale molto poco ed è trattato con sbrigatività perchè è il binomio Uomo/bambino il vero cuore, non a caso sono sviluppati con molta più coerenza e intelligenza. Però mi sembra trascurabile.


Manute ha detto...

Ne faccio più una questione di impianto del film: per ottenere 20 minuti di gag/tenerezze tra il bimbo (che mi è parso il classico mostriciattolo adultizzato, vegetariano e attivista a 7 anni) e Bateman, metti in fuori campo le problematiche della madre con una serie di scelte di sceneggiatura artificiose e strumentali (Wally si dimentica per sette anni quello che ha fatto? Al solo pro di avere la gag in autobus??)
Oltretutto, il finale appiattisce tutto a rom-com vera e propria,sembra far capire che alla fine la domanda importante del film è "si metteranno insieme?", che esula parecchio dalla dinamica uomo bambino. (per dirti, il finale di Mrs Doubtfire (!!!) è più logico e sincero, sulla stessa linea tematica)

(ad esempio, parlando di realismo, i problemi di età degli attori che ti hanno dato fastidio in Martone fanno più parte di quell'universo di cose che si possono lasciar passare, dato che non intaccano la struttura della narrazione)

PS: sembra che intervenga solo per darti addosso, ma 90 su 100 leggo il blog con l'ammirazione del pivello. Complimenti ancora


gparker ha detto...

No aspè i problemi di Martone non sono di età ma di casting, io per lungo tempo non ho capito chi era chi, mi ci sono voluti svariati minuti e supposizioni per comprendere che si trattava della stessa persona. Questo inficia la narrazione perchè non capisco e mi costringi ad uscire dal racconto.

A parte quello comunque si, si finisce nella rom-com, ma la cosa in sè non è un male, cioè è una rom-com fatta bene. Lui si dimentica di tutto perchè è lo spunto e dei presupposti di trama (un uomo sostituisce il suo seme ma lo fa in uno stato di incoscienza per cui ha un figlio e non lo sa, inizio del film).
Le problematiche della madre sono al margine di fatto. Sono quelle sue quelle al centro, il fatto che lui al contrario del finto-padre sia una certa tipologia umana e il figlio sia come lui e non come il fico mainstream.

Quello che dici mi trova daccordo in molti punti ma non lo trovo in sè un male.

grazie per il 90% di stima :)


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