Uomini che interagiscono che si specchiano l'uno nell'altro e che sono l'uno l'opposto dell'altro nonostante stavolta siano dalla stessa parte della barricata. Se in American Gangster si seguivano le storie parallele di un gangster in ascesa e di un poliziotto sulle sue tracce, due figure a loro modo "morali", qui si segue in parallelo il lavoro di un agente della CIA operativo in medio oriente e il suo capo che dagli Stati Uniti lo segue e gli dà istruzioni, due figure con valori diversi ma che devono trovare il modo di convivere.
Benchè lo scheletro e l'impianto rimanga lo stesso stavolta la cornice non è più il gangster movie ma il film di guerra moderno, quello dagli scenari medio orientali, dalla macchina a mano e dai mille intrighi politici che sostituiscono e quasi soffocano le poche e molto dilatate (nonchè scontate) sequenze d'azione.
Con una prospettiva abbastanza monodirezionale (americani buoni, arabi cattivi, americani pieni di problemi, arabi pieni di certezze) Ridley Scott confeziona forse il suo film più noioso. Due ore e dieci di intrighi, accordi, informazioni e litigate per parlare di una guerra atomizzata che si combatte attraverso la tecnologia e il possesso delle informazioni, che si decide ai tavoli e nelle sale torture invece che sul campo.
Con la solita macchina da presi attaccata ai primi piani e l'inserimento finale di una storiella d'amore esile esile Ridley Scott è in continuità con le scelte che ha fatto negli ultimi anni che segnano il passaggio ad un cinema verbale, rilassato e riflessivo (la qualità di tali riflessioni poi è un altro paio di maniche) lontanissimo da quello visivo dei suoi esordi.
Rimane poi tutto da dimostrare quanto possa reggere una eventuale lettura "critica" data dal continuo mostrare il personaggio di Russel Crowe che dà ordini e segue tutto costantemente dall'America, mentre è in piscina, alle feste dei bambini, in casa a guardare la tv ecc. ecc. mentre la parte operativa (Di Caprio) si mette in gioco, si innamora, si ferisce e rischia la vita.
Benchè lo scheletro e l'impianto rimanga lo stesso stavolta la cornice non è più il gangster movie ma il film di guerra moderno, quello dagli scenari medio orientali, dalla macchina a mano e dai mille intrighi politici che sostituiscono e quasi soffocano le poche e molto dilatate (nonchè scontate) sequenze d'azione.
Con una prospettiva abbastanza monodirezionale (americani buoni, arabi cattivi, americani pieni di problemi, arabi pieni di certezze) Ridley Scott confeziona forse il suo film più noioso. Due ore e dieci di intrighi, accordi, informazioni e litigate per parlare di una guerra atomizzata che si combatte attraverso la tecnologia e il possesso delle informazioni, che si decide ai tavoli e nelle sale torture invece che sul campo.
Con la solita macchina da presi attaccata ai primi piani e l'inserimento finale di una storiella d'amore esile esile Ridley Scott è in continuità con le scelte che ha fatto negli ultimi anni che segnano il passaggio ad un cinema verbale, rilassato e riflessivo (la qualità di tali riflessioni poi è un altro paio di maniche) lontanissimo da quello visivo dei suoi esordi.
Rimane poi tutto da dimostrare quanto possa reggere una eventuale lettura "critica" data dal continuo mostrare il personaggio di Russel Crowe che dà ordini e segue tutto costantemente dall'America, mentre è in piscina, alle feste dei bambini, in casa a guardare la tv ecc. ecc. mentre la parte operativa (Di Caprio) si mette in gioco, si innamora, si ferisce e rischia la vita.
11 commenti:
Mmm-- Comunque lo attendo abbastanza, Scott mi interessa sempre.
la stessa cosa che pensavo io prima di vederlo.
Ora la penso più o meno alla stessa maniera con l'aggiunta di un "di meno" alla fine della frase.
A me ricorda il film con Robert Redford e Brad Pitt.... non trovate?
Spy Game no? Non sei l'unica ad averlo fatto notare... Tra le altre cose era anche fatto dal fratello di Ridley, Tony Scott.
Personalmente ho trovato Spy Game più dinamico e dotato di un intreccio più forte...
Ridley Scott è uno di quei non rarissimi casi di cervelli donati alla ricerca molto prima della morte.
Come al solito Scott alterna grandi film a blockbusters semplicemente per fare cassa.
a me non è sembrato un film per fare cassa, non è così commerciale nonostante i nomi coinvolti...
io vedo solo i blockbuster... Sti grandi film non li vedo da anni...
Ma ha un'ultima possibilità. Sono curioso di vedere il suo ritorno alla fantascienza...
Caro Parker,
non capisco sinceramente il bisogno della scena della tortura a Di Caprio mostrata con dovizia di particolari...non aggiungeva e toglieva nulla al film visto che l'obbiettivo di mettere suspense nello spettatore con l'immagine della caverna..di lui legato..e degli strumenti sul tavolo era più che raggiunto...mi è venuto in mente Syriana....con George Clooney che fa la stessa fine...comunque il genere film spionaggio in medio oriente sta diventato un pò troppo di genere e affettato e manierista quindi...vedi anche Rendition intendo come ambientazioni e immagini non esattamente come plot
Lucio
Rendition non l'ho visto ma concordo che il genere medio orientale si sta fondando più che su tematiche, ambienti, personaggi e trame simili (come poteva essere per il western) su un modo sempre uguale di girare e raccontare.
Grandi ellissi temporali e spaziali, macchina da presa molto a mano, tempi dilatati e suono in presa diretta.
Sono d'accordo sul fatto che sia un prodotto medio del filne medio-orientale, ma la dicotomia Americani buoni/ Arbi cattiv proprio non l'ho vista, anzi, ho quasi avuto l'impressione che Scott sia salito con troppa decisione sul carro antibush "ripensiamo la nostra posizione nel mondo":
il personaggio di Crowe (Bushanissimo) è un burocrate arrogante e ignorante (non sa pronunciare i nomi arabi) che gioca alla guerra come a Risiko e che, affidandosi più alla tecnologia che agli uomini, toppa il più delle missioni.
Pure il "buono e capace" di Di Caprio risulta meno affidabile del capo dei servizi libanesi, che di contro sembra Superman e punta sui rapporti umani e sui valori della lealtà ecc ecc..
MC
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