Melodramma in forma di commedia che tenta di fondere i caratteri della tipica sceneggiata napoletana con le più moderne figure transessuali, gli stereotipi della prostituta di buoncuore aggiornati all'epoca delle operazioni chirurgiche.
La furba operazione di Massimo Andrei mette in scena in una cornice almodovariana (colori, luci e scenografie) la storia di un travestito operato e dell'uomo di cui è innamorata che scopre avere un'altra donna (questa vera) che sposerà di lì a poco. Commedia e dramma si dovrebbero fondere cercando di dare un'idea di un mondo di diversità che non si intengra ma che in fondo vuole solo vivere in armonia con gli altri. In realtà quello che accade è che la trama è dispiegata in maniera noiosissima, le gag fanno ridere molto poco e la denuncia sociale è all'acqua di rose (il politicante che fa promesse che non mantiene, i bulli di quartiere che infastidiscono i trans e i genitori che non comprendono il figlio operato ma che in fondo gli vogliono bene). Mai un momento autentico, e in questo senso di certo non aiuta l'eccessiva letterarietà dei testi e le velleità apertamente didascaliche di molti dialoghi.
Se non fosse stato (a detta degli autori) scritto prima di Le Fate Ignoranti si sarebbe potuto parlare di forte ispirazione in più d'una tematica.
Vedendo come recita male Valerio Foglia Manzillo si comprende la grandezza di Matteo Garrone che ne L'Imbalsamatore lo aveva collocato magistralmente nella trama come un pezzo di un puzzle.
Si legge che il film è stato "presentato con successo" alla mostra del cinema di Venezia.
La furba operazione di Massimo Andrei mette in scena in una cornice almodovariana (colori, luci e scenografie) la storia di un travestito operato e dell'uomo di cui è innamorata che scopre avere un'altra donna (questa vera) che sposerà di lì a poco. Commedia e dramma si dovrebbero fondere cercando di dare un'idea di un mondo di diversità che non si intengra ma che in fondo vuole solo vivere in armonia con gli altri. In realtà quello che accade è che la trama è dispiegata in maniera noiosissima, le gag fanno ridere molto poco e la denuncia sociale è all'acqua di rose (il politicante che fa promesse che non mantiene, i bulli di quartiere che infastidiscono i trans e i genitori che non comprendono il figlio operato ma che in fondo gli vogliono bene). Mai un momento autentico, e in questo senso di certo non aiuta l'eccessiva letterarietà dei testi e le velleità apertamente didascaliche di molti dialoghi.
Se non fosse stato (a detta degli autori) scritto prima di Le Fate Ignoranti si sarebbe potuto parlare di forte ispirazione in più d'una tematica.
Vedendo come recita male Valerio Foglia Manzillo si comprende la grandezza di Matteo Garrone che ne L'Imbalsamatore lo aveva collocato magistralmente nella trama come un pezzo di un puzzle.
Si legge che il film è stato "presentato con successo" alla mostra del cinema di Venezia.
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