In Burlesque il burlesque non c'entra nulla. Questo lo si poteva immaginare anche prima di entrare in sala. Che il film sia più che altro un veicolo per Christina Aguilera che sfrutta l'eterna storia della ragazza di provincia sbarcata nella grande città per realizzare i suoi sogni, nonchè l'eterna dinamica da Saranno Famosi (quella del "talento da esprimere"), è fatto acclarato. Il burlesque è solo la parte modaiola del film, quella che deve cercare una veste nuova a dinamiche eterne, il titolo spendibile.
Detto questo Burlesque è un film sostanzialmente disonesto perchè promette una cosa che non mantiene. Promette spettacolo e musica e regala balletti montati in sequenze così rapide da renderli incomprensibili e canzoni in playback, cioè la declinazione fasulla di entrambe le forme d'espressione. Non c'è vera musica e non c'è vera danza.
In questo i film musicali non si discostano troppo dai film d'azione: al centro entrambi hanno la prestazione fisica, se questa non è evidente, non è reale e "fisica", nel senso più stretto del termine, allora crolla il castello di carte e tutto suona fasullo.
A comprova di quanto scritto si veda Tournée il nuovo film di Mathieu Amalric, passato a Cannes e al Festival di Torino, anch'esso centrato sul burlesque ma retto da vere interpreti e vere consulenti.
A salvare la baracca quindi sono come al solito i comprimari, i grandi caratteristi capitanati da Stanley Tucci (il talento più limpido tra le eterne seconde linee di Hollywood). Lui e Cher (praticamente il Mickey Rourke di questo genere cinematografico), sono gli unici in grado di dare credibilità a battute e ad un copione che non si limita a ravanare nel banale (magari!) ma azzarda momenti sentimentali totalmente fuori luogo.
1 commento:
Cher non avevo mai pensato di poterla paragonare a Mickey Rourke, però effettivamente ci sta. Il flm non lo vedo manco se mi costringono con la cura Ludovico. Piuttosto mi dò la morte smettendo di respirare.
Ale55andra
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