Abbiamo visto un film diverso e una conferenza diversa...a quanto pare. Mi piace che poi si dice in giro che il cinema italiano non cresce, non è un'industria...non azzarda. CARO, carissimo gparker, i critici cinematografici italiani sanno solo dire "bel montaggio, fotografia scarsa, senso del cinema, tecnicismi, inquadrature..."? Ma perchè non si chiedono come mai nessun regista prima ad ora era riuscito a fare un film su un romanzo come questo? Perchè nessuno in conferenza chiede "Faenza, 01, Produzione...cosa vi ha mossi a fare un film su I Vicerè? E (mi dai tu il la per parlarne) perchè (visto che eri presente in conferenza) non hai chiesto come mai il pay off della locandina è "un romanzo censurato per oltre 100 anni"??? io l'ho chiesto (forse tu eri già andato via...) e se cerchi bene nel mio blog trovi una meraviglia di risposta.
Dimenticavo che ho fatto un pò di giri sui siti dei nostri colleghi...e fa impressione che ci siano opinioni così diverse. Penso che una "critica" corretta debba (andando oltre i pareri personali, che ovviamente è giusto che siano diversi) prima di tutto INFORMARE il pubblico su cosa andrà a vedere, su come è stato fatto il film e sul perchè sono stati investiti dei soldi su quel prodotto/arte. Dare una personale opinione con parole grosse ("Recitato malissimo e montato da un tossico in fase terminale"), mosse forse solo da "impostazioni mentali fisse", a che serve? ma sopratutto a chi serve? Cosa è peggio: un personale parere che si propone come terra-terra e utilizza mezzucci popolari per accattivarsi qualche commento in più o una brutta recensione che si propone come grande opera di giornalismo erudito che osteggia fatti personali, mascherati da presunzioni oggettive, dichiarando di non aver nemmeno seguito tutta la conferenza?
Comincio dall'ultima domanda che è quella che mi stimola maggiormente.
E' peggio il primo, perchè il secondo, se non altro tenta di dare un'idea di cinema di mostrare in primis se stesso e quindi dare la possibilità a chi legge di capire immediatamente se aderisce o meno alla visione di chi scrive.
La critica è un'operazione per definizione soggettiva e per questo per onestà i pareri sono espressi nella maniera più personale possibile, poichè attraverso espressioni come: "genere che a me solitamente non piace" si dà la cifra al lettore di chi sia colui che parla.
Potrei poi aggiungere che "questo è un blog e quindi non costituisce certo un organismo di stampa ufficiale ecc. ecc." ma non lo farò poichè scrivo qua con la medesima puntigliosità e la medesima volontà che metto nei lavori più ufficiali, solo che qui posso permettermi una più ruvida sincerità (espressioni come "malato terminale").
A chi serve usare parole forti? Serve a rendere un concetto, certo poi possiamo dibattere sulla mia abilità scrittoria (scarsa) che non mi consente di esprimere eguale sdegno senza usare termini forti, ma non è di interesse, il punto è la volontà di bocciare senza appello un film perchè brutto. Senza appello, perchè appello non meritano la bruttezza e la banalità. e questa è la mia visione di cinema. Il film con le migliori intenzioni che si risolve in un exploit di cattiva qualità è da condannare senza appello, le intenzioni sono nulle se non hanno una forma che le attualizza.
Io non vedo la critica come qualcosa di esclusivamente funzionale ma come qualcosa di contorno al cinema che ne alimenta un dibattito e che esprime visioni su di esso, scuole di pensiero che si scontrano. La funzione di "indirizzo dello spettatore" poi è svolta a latere e come ho detto a partire dalla propria dichiarazione di parzialità.
Ci si chiede e mi chiedo ancora perchè il cinema italiano non azzardi ma di certo non mi chiedo nè mi chiederei mai perchè il cinema italiano non azzarda a livello di argomenti.
Non mi interessa (ed ancora è la mia visione di cinema) minimamente il ritrovamento o il recupero di un testo di dura denuncia ecc. ecc. se poi non si risolve in una forma (e quindi un film) che osi. Ma che osi a livello formale e di linguaggio! E non che abbia una messa in scena approssimativa, attori in linea di massima senza arte nè parte e professionalità dubbie! Viene prima la denuncia o l'arte? Io non ci penso due volte a dire la seconda.
Purtroppo l'anonimo commentatore dimentica di firmarsi dunque non ho potuto verificare il suo commento sul suo blog e la risposta alla domanda. Ad ogni modo c'è stata una domanda in questo senso ad inizio conferenza stampa (non so se era la sua), la gente lo ha chiesto e lo avrei chiesto io se non l'avessero già fatto (quello che avevo letto sui cartelloni era ciò che più mi aveva incuriosito e il mio primo motivo di sdegno). La risposta è stata comunque poco esaustiva per quanto mi riguarda, come lo è stato il discorso sul proiettarlo nelle scuole.
Ma in questo modo (parlando della conferenza stampa) ci allontaniamo dal film, cosa che io non voglio fare e cerco di non fare mai e che (mi sembra) vorresti fare tu, parlando dei motivi che hanno tenuto questo testo lontano dal cinema per tanti anni invece che della fotografia, del montaggio, del senso del cinema, dei tecnicismi e dell'inquadratura che sono i mezzi attraverso i quali il film prende vita, più ancora del testo di partenza.
Io ho visto un film con motivi di censura inesistenti, con velleità polemiche ridicole e con accuse al sistema da secolo scorso (che è appunto il periodo in cui è stato pubblicato il libro).
E' peggio il primo, perchè il secondo, se non altro tenta di dare un'idea di cinema di mostrare in primis se stesso e quindi dare la possibilità a chi legge di capire immediatamente se aderisce o meno alla visione di chi scrive.
La critica è un'operazione per definizione soggettiva e per questo per onestà i pareri sono espressi nella maniera più personale possibile, poichè attraverso espressioni come: "genere che a me solitamente non piace" si dà la cifra al lettore di chi sia colui che parla.
Potrei poi aggiungere che "questo è un blog e quindi non costituisce certo un organismo di stampa ufficiale ecc. ecc." ma non lo farò poichè scrivo qua con la medesima puntigliosità e la medesima volontà che metto nei lavori più ufficiali, solo che qui posso permettermi una più ruvida sincerità (espressioni come "malato terminale").
A chi serve usare parole forti? Serve a rendere un concetto, certo poi possiamo dibattere sulla mia abilità scrittoria (scarsa) che non mi consente di esprimere eguale sdegno senza usare termini forti, ma non è di interesse, il punto è la volontà di bocciare senza appello un film perchè brutto. Senza appello, perchè appello non meritano la bruttezza e la banalità. e questa è la mia visione di cinema. Il film con le migliori intenzioni che si risolve in un exploit di cattiva qualità è da condannare senza appello, le intenzioni sono nulle se non hanno una forma che le attualizza.
Io non vedo la critica come qualcosa di esclusivamente funzionale ma come qualcosa di contorno al cinema che ne alimenta un dibattito e che esprime visioni su di esso, scuole di pensiero che si scontrano. La funzione di "indirizzo dello spettatore" poi è svolta a latere e come ho detto a partire dalla propria dichiarazione di parzialità.
Ci si chiede e mi chiedo ancora perchè il cinema italiano non azzardi ma di certo non mi chiedo nè mi chiederei mai perchè il cinema italiano non azzarda a livello di argomenti.
Non mi interessa (ed ancora è la mia visione di cinema) minimamente il ritrovamento o il recupero di un testo di dura denuncia ecc. ecc. se poi non si risolve in una forma (e quindi un film) che osi. Ma che osi a livello formale e di linguaggio! E non che abbia una messa in scena approssimativa, attori in linea di massima senza arte nè parte e professionalità dubbie! Viene prima la denuncia o l'arte? Io non ci penso due volte a dire la seconda.
Purtroppo l'anonimo commentatore dimentica di firmarsi dunque non ho potuto verificare il suo commento sul suo blog e la risposta alla domanda. Ad ogni modo c'è stata una domanda in questo senso ad inizio conferenza stampa (non so se era la sua), la gente lo ha chiesto e lo avrei chiesto io se non l'avessero già fatto (quello che avevo letto sui cartelloni era ciò che più mi aveva incuriosito e il mio primo motivo di sdegno). La risposta è stata comunque poco esaustiva per quanto mi riguarda, come lo è stato il discorso sul proiettarlo nelle scuole.
Ma in questo modo (parlando della conferenza stampa) ci allontaniamo dal film, cosa che io non voglio fare e cerco di non fare mai e che (mi sembra) vorresti fare tu, parlando dei motivi che hanno tenuto questo testo lontano dal cinema per tanti anni invece che della fotografia, del montaggio, del senso del cinema, dei tecnicismi e dell'inquadratura che sono i mezzi attraverso i quali il film prende vita, più ancora del testo di partenza.
Io ho visto un film con motivi di censura inesistenti, con velleità polemiche ridicole e con accuse al sistema da secolo scorso (che è appunto il periodo in cui è stato pubblicato il libro).
58 commenti:
Io non ho visto il film ma francamente non dubito di quello che scrivi.
Ma come faccio a cercare bene sul suo blog se manco dice chi è?
non mi sono dimenticato di firmare. non l'ho proprio fatto.
Non mi va di polemizzare. Il film non ti è piaciuto. Benissimo. Mica deve piacere a tutti. A me è piaciuto a te no.
Siccome mi piace essere puntuale però (in quello che mi piace)...la frase "La critica è un'operazione per definizione soggettiva" è anch'essa un'operazione soggettiva. Perchè Girlanda e altri professori e accademici delle cattedre di Storia e Critica del Cinema non la pensano esattamente così. Essendoci persino una metodologia di critica.
Ma questa è un'altra storia...!
Ps. Per ivolgerti a me, inoltre, usi la 3^ persona (non so se era la sua) e poi la 2^ (vorresti fare tu) in meno di 6 righe.
Ma (situazione tipicamente oggettiva) dici tu stesso che la tua abilità scrittoria è scarsa.
PPS. se è un blog ed esso non costituisce un organismo di stampa ufficiale (lo hai detto tu), perchè ti sei fatto accreditare alla conferenza stampa? Dunque fai parte della stampa o no? Potevi pagare il biglietto, venerdì, e dirlo da spettatore/pubblico.
PPPS. anche questa è un'altra storia.
si ma facci vedere anche il tuo di blog.....magari sei molto più sconnesso sintatticamente e questo forbitissimo commento te l'ha scritto qualcun altro
mio dio parker, come fai a non perdere la pazienza..
In tutto questo, "anonimo di prima", non hai spiegato perche' "I vicere'" dovrebbe essere considerato bello a prescindere per via del background storico e delle traversie produttive e non, come la logica mi suggerirebbe, perche' e' un bel film in se'.
Che bello poi sapere che Girlanda e altri hanno risolto il problema dell'oggettivita' della critica! A meno che questa affermazione non valga a prescindere solo per il fatto che "esiste una metodologia e una cattedra".
Giuro, non voglio essere polemico, sono solo onestamente curioso.
oddio...
Ritiro tutto.
Parker mi sa che questo ti spacca il culo.
Cerca di resistere, al dodicesimo round tutto può succedere.
"Bello a prescindere" e "per via di..." sono due cose che non vanno di pari passo nel mio vocabolario.
Se una cosa è "bella a prescindere" non vuole un "per" causale/finale successivo all'aggettivo "bello". Dunque io non ho detto che I Vicerè è bello a prescindere. Piuttosto mi spaventava che qualcuno potesse dedurre un commento negativo senza essersi chiesto "perchè Faenza abbia speso tempo, persone e denaro per fare quel film e per dire quelle cose". Me lo chiedo alla luce di film come Matrimonio alla Bahamas, Come Tu mi vuoi, Natale in Crociera che svetteranno le classifiche del box office italiano (anche Lo Spaccacuori mi sa) e che non mi pare muovono i rispettivi registi e/o produttori da logiche cinematografiche e/o atistiche...piuttosto da ragioni economiche e/o promozionali.
Dunque se fare I Vicerè significa mettere su una macchina cinematografica (parlo di arte e industria insieme) di tutto rispetto (fotografia?costumi?scenografia?regia?), ritornare alla concezione di cinema grande come in Italia non si riesce più a fare, portare sullo schermo (grande e piccolo) una storia che è stata tolta da tutti i banchi scolastici e da tutte le vetrine promozionali (per le tematiche e non per la Festa di Roma, perchè a De Roberto, che si considerava un fallito, proprio per le critiche di qualche giornalista/storico corrotto del suo tempo o di tempi successivi, leggi i crociati, è stato censurato e non per il bollo censored come qualcuno ha pensato)secondo me è un gran bel lavoro.
Molto più aldilà se c'è Preziosi che recita bene o male (bene, perchè recita bene, è solo che alcuni leggono la parola Preziosi e non riescono ad andare oltre). Ma c'è anche Pelligra, Lo Monaco, Volodi, Calabrese, Cruz, Calvo, tutti attori di teatro che non mi pare che in questa recensione siano stati citati (nè nelbene nè nel suo contrario) e che hanno fatto un lavoro magistrale.
La metodologia è un buon punto di partenza per una critica oggettiva. Una cattedra fa ricerca e si istituisce quando ci sono dei parametri su cui lavorare. Così come qualsiasi lavoro di ricerca va supportato da fonti, letteratura, esperienze sul campo e quant'altro possa dare una griglia di partenza per improntare uno "studio". A questo proposito un meraviglioso libro di Remo Ceserani parla della critica della letteratura. Anch'essa oggettiva.
Ciò non significa che tutti parlano bene o male di un autore o di un opera. Significa solo che ci sono dei parametri e delle regole di atteggiamento da rispettare nella critica (in questo caso "letteraria").
Ovviamente, sono del parere, che ognuno poi può e deve esprimere pareri personali. Ma magari evitando di farsi accreditare ad una conferenza stampa solo per poter dire il proprio parere personale, e farlo come se muovesse le gesta di un giornalista.
Riguardo alla polemica oggettività/soggettività della critica la storia è molto semplice. Se la critica è oggettiva come mai rinomati e stimati critici spesso, anzi spessissimo, non concordano? Non concordano su temi come von Trier ma anche su capolavori acclarati come Metropolis (giudicato da alcuni come immenso e da altri come bello) e via dicendo.
Perchè esistono idee di cinema e correnti.
Nessuno direbbe mai che Lang è incapace (e questa diciamo è una parte pseudo oggettiva) ma in molti sostengono che Metropolis non sia un film compiuto poichè non risponde in pieno a quella che è la loro visione di cinema, o per dirla con altre parole non risponde a quello che secondo loro ogni buon film dovrebbe essere.
Fare della critica una cosa oggettiva è come analizzare la poesia con metodi matematici. E questo sì è un parere soggettivo.
Sorvolando sulle accuse di mancata coerenza nell'uso dei pronomi personali invece ti aggiorno sul mio stato professionale. Scrivo di cinema, non sempre recensioni, spesso approfondimenti e più raramente cronaca. Collaboro con diverse testate e quindi anche se non devo scrivere di I Vicerè nello specifico mi faccio accreditare perchè si presuppone che per fare il mio lavoro debba aver visto il maggior numero possibile di film in circolazione e non solo quelli che mi commissionano, tant'è che gli uffici stampa mi fanno entrare anche se non scrivo nulla di quel film.
Poi per il mio diletto scrivo quello che ne penso sul blog.
Anche io non ho nulla da dire se a te è piaciuto i Vicerè, dico solo che non risponde alla mia visione di cinema, anzi più in grande non risponde neanche a ciò che auspico il cinema sia, ancora di più non risponde nemmeno a ciò che vorrei vedere in televisione.
E' proprio ciò che penso sia il cattivo cinema, quello delle grandi aure, delle grandi parole e dei risultati scarsissimi della poca professionalità, della cattiva direzione degli attori e del pressapochismo (su tutti il pluricitato montaggio).
come ho detto a questo punto è meglio 3 MEtri Sopra Il Cielo che punta ad un certo target e lo soddisfa in pieno, anche se poi vale poco e viene dimenticato in fretta.
"Dunque se fare I Vicerè significa mettere su una macchina cinematografica (parlo di arte e industria insieme) di tutto rispetto [...]"
Questo farebbe di Faenza un gran PR, non un gran regista.
Ovvero: se il film fa cagare non me ne faccio niente di una recensione che mi spiega che Faenza e' un gran PR.
Altrimenti ci si poteva fermare all'accettazione del budget e alla firma dei contratti della troupe e tu eri gia' contento.
Ma poi il film dove sarebbe? Essendo che esce regolarmente in sala, lo spettatore che non assiste alla conferenza stampa cosa se ne fa? Cosa ha a che fare cio' con il cinema? E se non ha a che fare con il cinema, perche' e' stato fatto un film e non una semplice campagna di sensibilizzazione per riportare il libro sui banchi di scuola?
A un certo punto del risultato bisogna anche parlarne, e se qualcuno lo ritiene impresentabile penso abbia tutto il diritto di farlo notare (sul discorso stampa ufficiale o non ufficiale non entro, tu stesso ci sei arrivato di lato).
E che certe cose siano oggettive e altre no... wow, grazie.
Siete tutti amici di Mereghetti o che?
Se questo film fosse uscito invece che con Preziozi e Capotondi, con due attori sconosciuti in Italia, come Thomas Kretschmann e Marie-Josée Croze, avreste di sicuro inneggiato al capolavoro. Mentre (parker dieglielo tu che alla conferenza c'eri) a volte per fare il cinema grande (valido, magari la prossima volta quando usi il termine "regista" utilizza un manuale di teoria tecniche del linguaggio cinematografico e non un flyer del Piper)c'è bisogno di "contante"...e se qualcuno lo mette a condizione che...ci siano Preziosi e Capotondi beh...la vita è fatta di compromessi. E se il compromesso ha fruttato un cast in potenza di medio/basso livello e in atto di alto livello, ben venga. Ho trovato solo 3 siti fino ad ora dove chi recensisce parla male della recitazione...a dispetto di almeno 50 testate nazionali off e on line che ne parlano bene. Eh si, Faenza e proprio un bravo PR.
Ps. Nessuno ancora parla degli altri attori. Meno male che era un film corale...
a parte che non mi è sembrato un film corale e "sì anche io non posso non dirmi mereghettiano", sono daccordo che si debba scendere a compromessi per fare i film perchè i soldi servono e spesso devi cedere su cose come gli attori ecc. ecc.
ma credo anche che alla fine della fiera per il regista parli il film, e se non è riuscito a fare di necessità virtù, se non è riuscito a far recitare le capre o a rendere ininfluente una recitazione stentata il problema rimane, perchè la scarsità di fondi è un problema ma non una scusante.
C'è gente che con 4 lire e cani di attori gira film immensi, perchè (ma questo è un mio parere) ha una visione di cinema che è immensa e genera ottime idee che spesso non hanno bisogno di molti soldi.
Se tutte le recensioni ti danno ragione e mi contraddicono buon per te, certo questo come comprendi non mi indurrà a cambiare idea.
Ad ogni modo non avrei inneggiato al capolavoro se fosse stato pieno di attori sconosciuti e fosse quindi sembrato più indie. Ho inneggiato al capolavoro per L'Imbalsamatore che (Ernesto Mahieux a parte) mette in scena due protagonisti che dire ridicoli è poco. Eppure che film, recensendolo non avrei mai detto "recitazione stentata" perchè sarebbe stato l'ultimo dei problemi a fronte di un'opera valida sotto tutti i profili.
Invece i Vicerè aveva (sempre a mio parere) tutto di sbagliato e allora la recitazione stentata emerge anceh di più quando ci sono i ralenti usati per ogni stupidaggine, quando tutte le scene sono rabbiose e furiose e tutte nella stessa maniera, quando i bambini sono mostrati come più svegli degli adulti, quando il modo in cui la storia è raccontata è il massimo della non-inventiva.
Il punto è che non è il mio cinema, io auspico per il cinema italiano (ma anche in generale) tutto il contrario di un'opera che si fonda (e pubblicità, conferenza stampa e film l'hanno confermato) più sul testo di partenza (sulla sceneggiatura non originale) che sul punto di vista dell'autore.
Non avendo visto il film e non avendo letto tutti commenti, ma avendo capito su cosa verte la polemica sparo la mia già che sono qua.
Io sono del partito di gparker: ossia, se hai qualcosa di interessantissimo da dire e non sai fare un film è meglio che non lo fai, così come è meglio che tu non faccia una canzone se non sei un musicista.
Se la produzione considera il romanzo di De Roberto così importante poteva distribuire quello nelle scuole; faceva sicuramente prima.
Io sto a Londra e non so nemmeno chi sono Preziosi e Capotondi, figurati quanto hai centrato il bersaglio.
A me pare che il gparker non abbia parlato solo di cattiva recitazione, ma di cattivo montaggio e cattive tante altre cose.
Tu hai ribattuto con "ma le intenzioni erano lodevoli".
Al che, volendo farmi un'idea sul film con tutta l'imparzialita' di cui sono capace, mi sono detto "embe'?".
Embe'?
Ma che ne sapete, voi: l'anonimo sul suo blog ha appassionanti dissertazioni sul complesso lavoro semiotico della locandina (sic!).
No comment:
http://pignuoli.blogspot.com/2007/11/i-vicer.html
Bravi. Mobilitazione di massa!
MOBILITAZIONE DI MASSA!!!!
Facciamo corpo unico contro il contenutismo.
Direttamente dall'India, appoggio incodizionato a gparker: quanta pazienza che c'hai.
Tieni duro, il fronte contro il contenutismo è più folto di quello che immagini.
India...Londra...siete scappati tutti dall'Italia?
La rassegna stampa di oggi...mi conferma ragione.
Anzi...che dire...proprio sulla recitazione CARBONE (Giorgio Carbone, su Libero di stamane)dice testualmente:
"Recitazione senza sbavature. Non è poi tanto frequente in un film italiano vedere un cast con molti giovani che recitano sicuri e puliti, senza sbavature filodrammatiche che affliggono molto teatro e cinema di oggi".
Molti altri giornalisti (repubblica, stampa, vanity fair, anna...come vedi non mi limito ai giornali di elevata fattura cronachistica) appoggiano che la confezione cinematografica è superba.
PPS. personale considerazione...non avete più nulla da argomentare e ve ne siete andati sulla mobilitazione contenutistica che poco c'entra con quello di cui sopra.
Oggi non sarò presente on line. Ci si vede stasera.
Caro incorreggibilanonimo, posto che il film non l'ho visto (e che non ho molta stima di chi scrive su quella barzelletta tirata per le lunghe che è Libero) vorrei fare un paio di considerazioni: la prima è che, a costo di sfiorare il lapalissiano, la critica stilistica oggettiva non esiste. Punto. C'è poco da discutere su questo perché una critica che voglia essere stilistica (e non, chessò, sociologica) parte da presupposti culturali che sono quanto di più soggettivo esista. Se poi ci vogliamo mettere a fare un'analisi semiotica possiamo farla, ma è un'altra questione. E il fatto che tot giornalisti messi insieme facciano muro a dire che un film è bello non significa ipso facto che lo sia. O quantomeno (per il solito soggettivismo di fondo) non implica che ad altri rispettabilissimi giornalisti non piaccia per nulla. Anche perché il muro di giornalisti potrebbe benissimo essere stato invischiato nel gioco ricattatorio della strategia di lancio ("un film scomodo, un libro censurato, mica vogliamo far la figura dei reazionari?"). La seconda è che, detto tra noi, le ultime cose di Faenza erano, parere mio, tra l'orrido e l'abominevole, ipertelevisive e iperstereotipate (della serie "facciamo il film d'autore all'italiana, tutto drammi intimi e facce convinte") e questo di per sé basta a fidarmi di Mister Parker. Se ci aggiungiamo l'orrida locandina(ancorché basata su un serio lavoro semiotico (?)), la salottiera frase di lancio (per inciso io frequento l'università di lettere a Pisa, e ho studiato De Roberto, ormai da cinquant'anni già ampiamente rivalutato in ambito accademico come uno dei più grandi scrittori del suo secolo, non abbiamo DAVVERO bisogno di un film che ce lo ricordi), la presenza dei vari teledivi (e se permetti anche di quel trombone di LoMonaco, di cui ho ahimè visto 3 spettacoli teatrali uno più brutto dell'altro), davvero non saprei come dare una sola chance a questa cosa. Se ci aggiungiamo che uscirà probabilmente in versione allungato per la TV io mi tiro indietro. Dammi pure dell'aprioristico, del pregiudizievole, ma anzi mi guardo Die Hard 4.
Mi sembrava che tutto fosse su contenutismo contro formalismo dall'inizio, nel senso che una delle prime cose di cui sono stato accusato era di guardare a "senso del cinema, fotografia, montaggio ecc. ecc." e non alle motivazioni della storia.
Anche perchè mi sono difeso parlando di linguaggi cinematografici, percui per me dall'inizio era tutto lì.
ad ogni modo ritengo il discorso sulla legittimazione delle fonti ufficiale un po' inutile possiamo fare esempi di roba osannata da pubblico e critica che è n capolavoro e viceversa, opere osannate da tutti che erano schifezze comprovate.
Comunque comprenderai che non sarà il fatto che altre persone hanno apprezzato il film a farmi cambiare idea, semmai potrebbero essere delle argomentazinoi che abbiano a che vedere con quanto di cinematografico, di interessante e di ben fatto ci sia nel film. Cosa che ancora non ho sentito nemmeno nei giornali (che parlano al solito contenutisticamente).
"La rassegna stampa di oggi...mi conferma ragione."
"Molti altri giornalisti (repubblica, stampa, vanity fair, anna...come vedi non mi limito ai giornali di elevata fattura cronachistica) appoggiano che la confezione cinematografica è superba."
Ok anonimo.
Mi avresti convinto mooolto di piu' se avessi provato ad argomentare usando la tua testa, ma il regolamento prevede anche l'"aiuto da casa", per cui, seppur deluso, te la do' buona. Mi auguro che tu non abbia intenzione di sfruttare anche l'aiuto del pubblico (= incassi).
Ma poi che dobbiamo fare? Cambiare idea e correggere? O e' sufficiente prendere nota che esistono altre testate al di fuori di questo blog e qualcuno la pensa diversamente dal gparker? Wow, mi hai aperto gli occhi! Da solo non me ne sarei mai accorto! Questo si' che giustifica un'invettiva di mezza pagina ;)
Per quel che mi riguarda questo e' il classico caso di persona che, davanti a un'opinione diversa espressa con parole forti (ma argomentata per Dio, argomentata con pensieri propri!), si ritrova incapace di dire semplicemente "personalmente non sono d'accordo".
E si nasconde prima deviando il discorso su cose secondarie/irrilevanti (le buone intenzioni di Faenza, i presunti accrediti a scrocco, la favola sull'oggettivita' della critica), e poi dietro i giornalisti di Anna.
Al che il fatto che non si firmi diventa pura, strettissima logica.
Oh, mi raccomando, pace eh? Capita anche ai migliori, basta ammetterlo.
Hahahahaha, rileggendomi sto proprio diventando un hooligan inglese, civile a casa sua e molesto negli stadi degli altri... la smetto, va la', torno a vedermi "American ninja 2" :)
Posso dirlo, non ho visto il film e sono pure sicuro che se lo vedessi non mi piacerebbe. Tuttavia questo anonimo che ci schifa a tutti incondizionatamente mi fomenta...
Vorrei entrare in polemica con Anonimo ma non so come fare. Leggo di oggettività nella metodologia critica (quindi la critica letteraria è una scienza esatta quanto la geometria descrittiva?) statistiche numeriche sui pareri farevoli/contrri delle rassegne stampa, e obblighi deontologici (maunali, tesserini) prima di aver il suo permesso a dire di un film "che schifo".
Ma la vera domanda è: essendo io un frequentante di questo blog, cittadino italiano -la definizione legale è importante - giovane-adulto (tra i 26-35) - è importante anche il mio target di riferimento - per interagire da commentatore, posso ancora scrivere in prosa?
si fomenta anche me franco....però mi sa molto di saccenza...mi fa anche girare un pò le palle in effetti
La critica oggettiva esiste. punto. Vi è metodologia e ricerca, storia e parametri. Se poi non ci volete stà, nulla.
Dario potevi sprecar meno battute per dire quello che hai detto (noioso stile narrativo il tuo). A te basta a fidarti di Mister Parker per le recensioni. A me basta aver letto che preferisci DieHard e che la locandina è orrida, per tirare conclusioni: io preferisco Ozpetek ad Haggis e De Lempicka a Renoir. E me ne vanto (anche di come scrivo).
Passo parker che, se posto altre due volte, quasi mi da ragione e a me non serve.
Valido mi piace, perchè argomenta e scrive bene. Potrebbe essere uno dei miei migliori amici. E l'idea che domani, passi da qui con l'aiuto del pubblico (= incassi), mi sembra ottima come proposta. valida, direi quasi.
Frankie e Mariolone sono fomentati... da cosa poi? "voltagabbana pure tu, traidor". Eccezione alla regola(?), Mereghetti insinua. Sarà amico di una direttrice di Festival? O forse della stessa casa editoriale? Infetta (e incalza) voglia di difendere l'onore (e l'onere ovvio).
tony vuole fare retorica, prosa, poesia, violenza letterale, passione sacramentale: con torsione simbolica da "bersaglio" uditivo a produttore costruttivo (vedi che hai sbagliato a scrivere, si dice "manuali" e non "maunali")
Aspettiamo a braccia aperte
un suo segno di baldoria
Di parole assai più certe
ai tuoi denti non dar aria.
Qui finisce la mia storia
della qual non vo' memoria
i vicerè per mè è grande
e di cinema è possente.
non v'annoio con mi parole
porta a nanna la mi prole.
Se domani nun ve trovo
muso a muro, nun me moro.
Mi siete tutti molto simpatici (adesso sono serio).
Ciao a presto.
Mettiamo anche il caso che la critica oggettiva esista.
se esistesse solo quella, tutte le critiche sarebbero uguali, perchè appunto basate su dati oggettivi.
Se quindi esiste una parte non oggettiva ma soggettiva della critica, io adoro quel soggetto di gparker! :)
"La critica oggettiva esiste. punto."
Mostracela Mose'! Un esempio per il popolo bue!
"Valido mi piace, perchè argomenta e scrive bene. Potrebbe essere uno dei miei migliori amici."
Corro a vantarmi al bar. Quando torno pero' voglio trovare l'esempio di cui sopra.
Sento che la mia vita sta per cambiare.
No, cacchio, la maestrina dalla penna rossa mi ha detto che scrivo male. La stessa maestrina che vomita boiate sull'oggettività e che adora Ozpetek e Faenza. Ah-ah. Ora vorrei che dall'alto della tua capacità argomentativa (sarebbe l'ora che tu ce la mostrassi, eh...) mi spiegassi dove starebbe l'intrinseca bellezza di quella locandina improvvisata: nella foto da Elisa di Rivombrosa? nel font pachidermico? nel kitsch dell'insieme?
E poi, già che ci siamo, mi insegneresti a scrivere bene? No davvero, ci tengo.
Che poi a sto punto parliamo di questa oggettività: non stiamo ovviamente dicendo che la critica si fà al bar dove ognuno dice la sua; semplicemente si rivendica una necessaria e salutare vivacità di dibattito, una pluralità di analisi possibili. Metodologia non implica univocità, i parametri non cancellano la dialettica. La cosa pazzesca è che non pensavo mi sarei trovato a parlare di queste cose, non pensavo esistesse qualcuno che ancora crede che la verità sia una e una sola, soprattutto su qualcosa di così aleatorio come l'arte. Ogni scelta metodologica (stilistica, semiotica, filosofica) preclude delle strade e ne apre altre; cambiano i canoni, i valori primari, le griglie. Cambiano anche, banalmente, i gusti. E noi qui a parlare di oggettività.
Rieccomi dal bar... mi hanno fatto un sacco di complimenti :)
Dario, non ti scaldare.
L'anonimo fa il vago per darsi un tono (vedi anche la poesia finale - sporcaccione, che le faccia nel bagno di casa sua queste cosacce), ma mi pare di capire che sta parlando di un'oggettivita' di metodo, non di conclusioni. Quel tipo di oggettivita' che nella stramaggior parte dei casi 1) rende le critiche pallosissime e 2) dice cose di cui non ci frega un cazzo (tipo che un film e' bello perche' la locandina e' semioticamente ricercata).
Ma aspetto ancora l'esempio nella speranza di essere piacevolmente sorpreso.
Io che ritratto un mio parere??
questa sì che sarebbe una cosa nuova!
Valido: cmq si l'avevo notato anche io che nelle partite in casa è tutto tranquillo ma fuori casa spacchi le vetrine dei macdonalds...
Wilhelm: scelgo di prendere "soggetto" come il miglior complimento possibile
quoto Dario "si rivendica una necessaria e salutare vivacità di dibattito" ma soprattutto auspico "una pluralità di ANALISI possibili"
tony: proprio a te pensavo, che non ti metti mai a tirare i sassi assieme alla folla ma preferisci schierarti con le tesi di minoranza per dare battaglia e ora, che la tesi di minoranza non la puoi sostenere, te ne stai lì che vorresti giocare ma non sai come....
Frankie e Mario: in sostanza se ho capito bene apprezzate il gesto tecnico ma non la riuscita.
Anonimo:
Visto che mi si etichetta, ti dico chi sei tu. Un nazista. Uno che crede alle verità assolute, ai metodi infallibili, che in virtù di non si sa quale straordinari meriti, titoli o letture - ma son certo che c'è un modo per calcolare anche quelli, anzi, se vuoi ti giro il cv così mi dici come sto messo - vorrebbe delegittimare il pubblico ad esprimere un giudizio.
Però il pubblico decide, perchè questa cosa si fa per il pubblico, altrimenti chiami gli attori e giri a casa tua, senza distribuirlo.
"(vedi che hai sbagliato a scrivere, si dice "manuali" e non "maunali")" Oh, grazie mille! Questa cosa la conosci: http://www.demauroparavia.it/92179
sai cos'è? E' un tuo motivo di vanto sottolineare che rileggi ogni volta prima di premere invio? Credi che gli altri lo ritengano tale?
E chi sarebbe a voler fare retorica prosa e poesia insieme?
Lele: A parte che titoli il post "la polemica" ed è chiaro che mi ci chiami, comunque non vedo proprio come mi sarei potuto schierare dalla parte del cinema italiano.
Non ce la faccio cazzo...
Ci schifa, ci dice che gli stiamo simpatici e poi ci lascia con una poesia.
Non posso non contare la forma parker, mi ha conquistato...
http://www.demauroparavia.it/29144
Mi piace che la parola numero 8(che per Aristotele era in numero perfetto, l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine, il motore immobile, l'infinito, l'assoluto) della definzione di questa parola sia obiettivi.
Valido acquista sempre più punti. Dario ne perde sempre di più.
Tony dove posso trovare il tuo CV? Mi farebbe piacere leggere di te.
Buon sabato.
la definizione che hai letto fa parte dell'accezione del termine "critica" in filosofia.
Bon, per me siamo a posto, il manuale lo chiama "non ho un cazzo da dire ma lo dico lo stesso e mi vanto" (c'e' una metodologia e una cattedra al riguardo). Caso chiuso. Spero che i punti me li prendano da Tesco, perche' qua l'Esselunga non ce l'abbiamo.
Gparker, le vetrine mi tocca spaccarle qua perche' a casa mia parlo di minchiate talmente grosse che nessuno si azzarda a lamentarsi... chiedo scusa ;)
e' qui che mi si infiamma il dibattito curturale!
Mah, onestamente dispiace perche' uno che si disturba a scrivere un papiro come quello la' su in alto credi/speri sia per dimostrare un punto, e invece... probabilmente voleva scrivere "cazzo vuoi, a me e' piaciuto", ma poi oltre a trovarlo inelegante non gli faceva passare il prurito alle dita. Un sospetto ce l'avevo, ma anche quando le sparava grosse speravo lo facesse con cognizione e che avesse qualcosa di interessante da insegnare. Che devo farci, sono un ottimista. Pazienza... buon weekend ;)
Valido hai imparato più da 4 miei post che da un anno a Londra. Take it easy!
E Tony, il CV lo stai riscrivendo...o è stato censurato?
Scared parker.
bye.
so soon.
Mmm, quella parte l'avrai pensata ma hai decisamente dimenticato di scriverla. Cheers ;)
Anonimo, spiace fartelo notare ma la pagina di De Mauro che citi ti contraddice. Nel passo riferito alla critica letteraria e cinematografica, indica come metro del giudizio la soggettività della visione artistica (“in base a particolari concezioni estetiche”), e non uno standard comune come mi sembra sostenessi.
Io sono un grande amante della polemica. Per me una bella polemica, una che vale la pena portare avanti, è una polemica in cui si tiene a mente l’argomento di discussione, e ad ogni passo si adducono nuove argomentazioni. Se questo viene a mancare la polemica diventa chiacchiere da bar (chissà chi preferisci tra Maradona, Pelè e Tamara De Lempicka)
Con te invece sono già alla terza o quarta battuta e ti sento solo ripetere “la critica oggettiva esiste perché sì” senza motivare. Ti nascondi dietro al metadiscorsivo e alle citazioni colte di cui sei l’unico detentore, spesso imprecise quando non del tutto inesatte (mi risulta che Aristotele fosse critico nei confronti dei pitagorici e della numerologia e che non si sia interessato del concetto di infinito, mi risulta inoltre che l’otto sia diventato il numero dell’infinito per la lemniscata, figura geometrica composta dall’incrocio di due piani paralleli ed infiniti che si incrociano all’infinito senza mai toccarsi, e che ricordano un numero otto, ma nella sua grafia araba “8”, che Aristotele appunto ignorava)
Visto che, oltre che farti pubblicità e provocare con aforismi e riferimenti –che usi per qualificare te, e non le tue opinioni - non mi sembri interessato ne capace di motivare le tue idee, a questo punto considero la nostra polemica finita qui. Ci sarei stato al gioco per discutere con te di critica cinematografica, ma fatico (e m’annoia) a strapparti qualche parere personale, che non sia una citazioni da operetta o la solita affermazione pseudoculturale “che oscilla tra l’indimostrabile e il neanche falso” (Mauro Wolf).
Buon sabato e buona domenica a te
no a me sta solo sul cazzo la saccenza...non la mia le rare volte che la esprimo ovviamente
ok cambio di fronte.
tony l'ha sfondato. Deve ancora prendere la targa del tir che l'ha travolto.
tifo tony da adesso in poi.
Grazie Frankie,
già polemizzo in modo gratuito, figurati sotto provocazione continua.
si daje toni fagli male
Mi sa che è davvero finita qua. E io che volevo perdere qualche altro punto.
Per Mariolone: ora passerò per il cattivo in questa storia. Non volevo essere così duro, solo che ho rosicato
Per Dario: se vuoi posso offenderti un pò io, sempre in modo gratuito (;D)
Tony, te ne sarei davvero grato. Davvero, sei un amico.
anche io ma tu sai essere più circostanziato nelle reazioni...io sarei passato direttamente ad insultare i famigliari in assenza di meglio
Quella è sempre una tentazione molto forte
tony, passare per il cattivo è bellissimo.
Che ne sarebbe della narrativa senza cattivi?
Dario, ti presterei qualche punto io ma ci ho gia' preso una terrina per l'insalata.
Che cattivi gli anonimi, se ne vanno sempre quando le cose diventano divertenti...
E ora quelli che non hanno nemmeno letto il romanzo, lo difendono dal "tradimento" di Faenza! E dicono, ovviamente, sciocchezze. Mereghetti, sul "Corriere della sera", rimprovera al regista di esserci andato pesante mentre De Roberto era "sottile" e "ironico"! Ma quando mai: De Roberto usava l'accetta, era sarcastico e grottesco, e deformava polemicamente la realtà riducendola a una galleria di mostri. Al contrario è Faenza a sfumare, a dare chiaroscuri psicologici a quei freaks...
E poi Mereghetti asserisce che le frasi più "politiche" del film nel romanzo non c'erano. E sbaglia ancora una volta: c'erano tutte; rilegga (o legga?) il romanzo. E ancora: secondo il critico De Roberto non avrebbe tanto deprecato il trasformismo quanto il fatto che l'aristocrazia siciliana soffocasse la nascente borghesia.
Ma scherziamo? La borghesia del patetico Giulente? L'universo dei Vicerè è tutto negativo, né vi può essere traccia di "progressismo" borghese. Sono semmai i servi, i bastardi, i "vinti" di sempre, a salvarsi: come Baldassarre, la cui delusione suggella e "firma" il film. E Faenza aggiunge i bambini: scelta originale, ma nello spirito di De Roberto.
Se devo essere sincero, non avendo letto il romanzo, se devo credere a qualcuno credo a Mereghetti.
E' da una vita che si è conquistato la mia fiducia.
bravo parker mi piacciono gli atti di fede. Fanno rosicare una cifra la gente con cui si parla.
Posso dire che alla fine di tutto, mi sembra che questa polemica sia diventata uno scontro "spizzatori di film" contro "lettori di libri"?
Tu che stai dalla parte degli spizzatori difendi la tua critica del film in quanto opera a se stante. I lettori invece difendono non solamente il libro ma come esso è stato tradotto cinematograficamente, sfociando a volte in un difensivismo eccessivo dei temi affrontati nel libro (cosa tralaltro più che giustificabile), cosa trattata molto poco da te in quanto lo hai valutato non tanto nei contenuti quanto nella forma, che come ormai tutti noi che seguiamo il blog sappiamo è la caratteristica principale su cui si focalizza il tuo giudizio cinematografico.
E un po West Side Story: Sharks contro Jets...
Comunque effettivamente tutti sono d'accordo con l'anonimo:
http://www.spietati.it/archivio/recensioni/rece-2007-2008/v/vicere.htm#recensioni
amen
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