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24.10.06

Il Diavolo Veste Prada (The Devil Wears Prada, 2006)
di David Frenkel


Che gli americani questi film li sappiano fareè indubbio. Non desta meraviglia allora l'incredibile ritmo cinematografico che anche un semisconosciuto come David Frenkel, proveniente dalla televisione (Sex And The City) riesce ad imprimere al film. Il sistema produttivo industriale hollywoodiano non fallisce (quasi) mai e qualche volta regala delle chicchette. Come in questo caso.
Il Diavolo Veste Prada è tutto quello che vi aspettate e un po' di più, perchè è anche fatto bene. Ci sono gli attoroni che fanno le loro prestazioni, ci sta la formazione e la passione della giovane protagonista (principessina-piena-di-sogni) che da questa storia imparerà tanto e troverà amore e indipendenza ecc. ecc.
In più c'è un modo di narrare di certo non originale ma di grande maestria, le sequenze musicali sono belle e originali, i personaggi sono tratteggiati con pochi tocchi ma abilmente (vedi la segretaria) ed è lasciato il giusto spazio alle tirate di Stanley Tucci e Meryl Streep confinandoli in scene già pronte per l'annuncio del loro nome alle nomination degli Academy Awards.
Del film rimane l'intrigante seduzione del maligno, di quella redazione infernale ma ambitssima, il fascino del successo (quello sì reso bene) e del potere. Sono sempre le solite cose, ma la confezione questa volta è davvero impeccabile.
Impossibile infine non notare l'uso dell'inquadratura di New York dall'alto con lento avanzamento come insegna Michael Mann in Collateral. Ecco perchè Michael Mann è Michael Mann, ecco perchè c'è gente più avanti di altra.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

questo è piaciuto pure a me


Anonimo ha detto...

con chi l' hai visto? Anteprima?


gparker ha detto...

No non era in anteprima, non pensavo ti interessasse....


Anonimo ha detto...

difatti non me ne frega nulla.
Tu si che mi conosci.


Anonimo ha detto...

Finalmente Meryl Streep è diventata una vera Grande Attrice che gioca col suo personaggio come Maradona col pallone. Adesso non ci sono più i suoi irritanti vizietti da actor studio, come quando in "Innamorarsi" tirava su col naso e si grattava la schiena per esprimere disagio,lavorando per sottrazione Meryl è arrivata al massimo dell'arte attoriale. Senza di lei questo film sarebbe una scemenza. ALP


gparker ha detto...

Si chiaramente è un film fatto su di lei. Senza il personaggio di Miranda non c'è proprio ragione di fare il film, è la bontà del film era in gran parte proporzionale alla bontà della riuscita di questo personaggio.


phoenietzsche ha detto...

è un film orribile, fatto male, scritto male, commedia noiosa, moralistica, semplicistica, il peggio dell'american way. uno schifo. non è salvabile. soggetto, schifoso, sceneggiatura, schifosa, tutto il resto di una banalità lancinante, dalle riprese alla musica, ai movimenti di macchina, ridicoli e sempre sbagliati. lo metto all'altezza delle ragazze del coyote ugly: praticamente se ti piace questo è automatico, magari inconscio, che ti piaccia pure quello. maledizione, un film orribile, da far vedere a una scuola di regia... e poi non fa ridere, non fa piangere, non fa pensare se non a quanto è brutto il film che hai appena visto.


gparker ha detto...

No non ci sto.
Non è un capolavoro, non è originale, non è niente di che. Ma non è orribile.
E' un film realizzato benissimo, con un'abilità che solo l'industria americana paroneggia. Certo non dice nulla di nuovo, sotto nessun punto di vista, nè per il contenuto, nè per la forma.
Ma sa intrattenere con qualità.
Esiste un cinema d'intrattenimento puro!
Non è il cinema migliore, ma è un cinema che fa il suo lavoro con dignità, esistono film di poche pretese ma fatti bene che hanno il compito di incassare e basta. Perchè l'industria debba andare avanti. Il Diavolo Veste Prada è questo, un film da incassi, un film che non può e non deve fallire.
E riesce nel suo intento con qualità, senza dilungarsi in stupide e pretenziose tirate morali, senza pretendere di essere ciò che non è ma con un invidiabile coscienza di sè e del proprio ruolo.
"Sono qui per intrattenerti".
Che poi a te non ti abbia intrattenuto è comprensibile, non è che debba piacere a tutti, ma non mi puoi dire che è il peggio del peggio.

Il peggio del peggio è il cinema che pretende di essere quando non è, è il cinema dell'arroganza quello che con il suo solo esistere svilisce il concetto stesso di arte perchè si propone come tale e spesso viene anche riconosciuto come tale. E' A Beautiful Mind, è American Beauty. E' l'ignoranza e la superficialità spacciate per intellettualismo ad un pubblico che è felice di riconoscere in un film che ha amato un'opera anche intellettuale.


phoenietzsche ha detto...

Era uno sfogo...


Anonimo ha detto...

sono d'accordo con gparker, esiste anche un cinema d'intrattenimento che ha le sue qualità e probabilmente senza il quale non esisterebbe nemmeno il cinema cosiddetto "impegnato". visto ieri lo posterò prossimamente, non male, ha le sue qualità e basta anche solo Meryl Streep.


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