Ce ne vuole per rovinare la forza comica di Angela Finocchiaro e Claudio Bisio (che era irresistibile anche nei film di Natale di Neri Parenti!), ancora di più ce ne vuole per far recitare male Giuseppe Battiston e contemporaneamente (in un film solo!) ridicolizzare il grottesco di Stefano Benni.
Bar Sport è tutto questo e anche di più. E' anche una serie improbabile di effetti sonori da cartoon per sottolineare i momenti comici. Sul serio.
E dire che la struttura episodica del libro non era stata resa male, con un occhio (ma proprio lontano) a quell'idea di ellissi più che di episodio di Amarcord e la mancanza di spiegazioni o velleità di raccordo.
Massimo Martelli però si perde nella passione del racconto senza riuscire a trasmetterla. Letteralmente "si perde", arriva al centro dei molti racconti e sembra non saper più dove andare anche quando il percorso è già tracciato. Così invece della salda sicurezza dei narratori migliori, quella che consente anche in poche parole, poche immagini o pochi stacchi di suggerire tantissimo, in Bar Sport c'è una continua e claudicante insicurezza che annoia anche quando le cose raccontate sono interessanti.
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