Il secondo capitolo della trilogia fantasy moderna che sta facendo registrare record di incassi a ripetizione in Russia e i cui effetti speciali sono sempre più apprezzati anche negli Stati Uniti arriva pure da noi, nonostante ci siamo filati poco anche il primo capitolo. E abbiamo fatto bene.
I Guardiani Del Giorno infatti al pari del capitolo precedente è raccontato malissimo, indugiando su elementi che non vengono spiegati o sono spiegati male e non approfondendo per nulla nessuna figura.
Bekmambetov si appoggia infatti unicamente su figure e dinamiche di comprovato effetto e millenaria applicazione, dal severo regime burocratico, ai padri poveri e derelitti che irrompono in feste benestanti (ma coattissime!) per cercare di far tornare alla regione i figli scapestrati fino anche a dinamiche noir ormai trite come la protagonista che sale sul taxi e dice all'autista: "Portami dove ti pare!".
Figure maschili e femminili da immaginario collettivo o da trasmissione televisiva di fascia prepomeridiana e sentimenti fortissimi le cui motivazioni e le cui basi però non sono raccontate o mostrate in alcun modo (ci dobbiamo fidare: si amano!).
Ma su tutto questo realisticamente ci si passerebbe pure sopra se l'azione (che è il cuore del film) fosse degna di questo nome. Invece è una continua accozzaglia di strutture ed idee di messa in scena ipercinetiche da pubblicità, una saturazione del campo visivo che nuoce alla comprensione e alle volte è proprio senza spiegazione.
Non c'è un modo organico di mettere in scena come avveniva, per esempio nel primo capitolo della saga Matrix, dove la saturazione di effetti visivi era metodica e ordinata in modo da non risultare pesante per lo spettatore ma anzi creare un mondo nuovo con regole fisiche sue.
In I Guardiani Del Giorno invece tutto va bene, voli, esplosioni, iperboli e poteri sovrannaturali.
I Guardiani Del Giorno infatti al pari del capitolo precedente è raccontato malissimo, indugiando su elementi che non vengono spiegati o sono spiegati male e non approfondendo per nulla nessuna figura.
Bekmambetov si appoggia infatti unicamente su figure e dinamiche di comprovato effetto e millenaria applicazione, dal severo regime burocratico, ai padri poveri e derelitti che irrompono in feste benestanti (ma coattissime!) per cercare di far tornare alla regione i figli scapestrati fino anche a dinamiche noir ormai trite come la protagonista che sale sul taxi e dice all'autista: "Portami dove ti pare!".
Figure maschili e femminili da immaginario collettivo o da trasmissione televisiva di fascia prepomeridiana e sentimenti fortissimi le cui motivazioni e le cui basi però non sono raccontate o mostrate in alcun modo (ci dobbiamo fidare: si amano!).
Ma su tutto questo realisticamente ci si passerebbe pure sopra se l'azione (che è il cuore del film) fosse degna di questo nome. Invece è una continua accozzaglia di strutture ed idee di messa in scena ipercinetiche da pubblicità, una saturazione del campo visivo che nuoce alla comprensione e alle volte è proprio senza spiegazione.
Non c'è un modo organico di mettere in scena come avveniva, per esempio nel primo capitolo della saga Matrix, dove la saturazione di effetti visivi era metodica e ordinata in modo da non risultare pesante per lo spettatore ma anzi creare un mondo nuovo con regole fisiche sue.
In I Guardiani Del Giorno invece tutto va bene, voli, esplosioni, iperboli e poteri sovrannaturali.
4 commenti:
Hai dimenticato di specificare se il libro da cui e' stato tratto e' reperibile nelle scuole russe o meno, in un anno a Londra ho imparato che questo e' un dettaglio fondamentale nella valutazione di un film.
;)
Ha sostituito Guerra e Pace.
Gli studenti sono stati felici perchè è più corto e più plausibile.
mi hai convinto, lo guarderò, anche perchè avendo guardato il primo come non guardare anche questo :D
buona fortuna.
Non ti perdere il pezzo cult della festa finale. Neanche nel più brutto quartiere di Napoli...
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