Ci lamentiamo sempre delle distribuzioni ma quando è arrivata notizia di un Final Cut di Blade Runner destinato ai DVD ad alta definizione (totalmente rimasterizzato, senza più la voce off e con minuscole modifiche e correzioni di errori) in molti si sono augurati un ritorno nelle sale del film, anche negli Stati Uniti (segno che nemmeno lì era scontato) e così è stato anche da noi. Certo non è stato facile vederlo, in una città come Roma è stato 2 settimane in un cinema solo, tuttavia c'era.
Detto questo è difficilissimo approcciarsi ad un film simile, non tanto per la sua grandezza quanto per l'aura che ha assunto e per l'importanza che volenti o nolenti ha assunto nei decenni. Prima ancora di vincere come pellicola infatti Blade Runner ha vinto come fenomeno, ha segnato il cinema e i costumi.
Io poi era veramente molto tempo che non lo rivedevo, tanto da non ricordare più come era l'originale e avere qualche vago ricordo del primo director's cut. Non dico che è stato come vederlo la prima volta ma molte immagini le avevo sicuramente dimenticate. E poi non l'avevo mai visto al cinema.
E' difficilissimo approcciarsi ai mostri sacri del cinema ma per fortuna là dove il cervello ha delle difficoltà arriva il corpo. Le immagini continuano ad ossessionarmi, non penso ad altro.
Blade Runner continua a vincere (e vincere bene) a decenni di distanza e la sua è una vittoria che è prima estetica che contenutistica (dei contenuti infatti non parlo perchè già si è (giustamente) detto tutto il dicibile). L'incredibile operazione di Scott infatti è stata usare gli strumenti corretti, la musica di Vangelis (misteriosamente perfetta), l'universo immaginifico di Moebius e Enki Bilal, il linguaggio dei noir anni '40, tutto per i contenuti di Dick (rispettati come poche volte capita). Di Scott c'è veramente poco, ma il suo lavoro è stato veramente quello del regista: coordinare le varie parti, i contributi di altre intelligenze per creare qualcosa di nuovo e di coerente, una visione delle cose che parte solo da contributi esterni ma approda a soluzioni nuove.
L'uso che fa dell'acqua è un ottimo esempio. Gli elementi, sia atmosferici sia naturali, sono infatti una parte fondamentale del noir, sempre molto legato all'atmosfera (nel senso metereologico) e la poco realistica sovrapresenza di acqua (dalla pioggia, alle stanze allagate, ai vestiti bagnati, ai replicanti sempre bagnati anche al chiuso) è una delle componenti più importanti nel creare la coerenza di un mondo a tinte forti.
Quello che manca al Ridley Scott di oggi è proprio ciò che rende grande Blade Runner, la volontà e l'impegno di cercare tante fonti di ispirazione diverse, cercare instancabilmente per ogni componente della messa in scena il riferimento perfetto, l'abbinamento più adatto. In una parola: l'impegno.
Non avevo mai notato poi quanto il regista sia stato rigoroso nel dirigere il film. Più che per Alien e I Duellanti, la macchina da presa si muove pochissimo e solo in modi essenziali, il montaggio è molto sobrio e all'insegna dell'invisibilità, tutto il contrario dello stile modernista e della saturazione visiva che invece propone nelle immagini.
Inoltre è cortissimo Blade Runner, solo 90 minuti, i personaggi sono solo accennati (il replicante ribelle e sanguinario, il cacciatore disperato e solo, il replicante triste in cerca d'amore...) e l'intreccio è veramente minimo (Deckard li trova tutti e 4 subito e loro in un attimo arrivano dal loro creatore), perchè è lo scenario a contare. Sembra quasi che possa succedere di tutto in Blade Runner anche un finale lieto (come era) senza che se ne intacchi la potenza, poichè il segreto è da un'altra parte, è in quell'universo fatto di raggi B che balenano nel buio, di pioggia costante, di lunghi e lenti viaggi in macchina volante con i tagli della luce del sole sul volto di Harrison Ford e di strutture piramidali, fatto di Asia preponderante e di muri e scenari rovinati come lo sono gli uomini che vi prendono parte, tutti accennati e sfuggevoli.
Tuttavia cosa c'è che a 25 anni di distanza non regge più? A mio parere la scena d'amore tra Deckard e Rachel con il sassofono di sottofondo, che è proprio banalmente noiresca e suona oggi come una caduta di stile e l'intellettualismo sfoggiato dal replicante "eletto". Incredibilimente invece regge la tecnologia futuristica, anche se assolutamente sbagliata, ancora analogica ed evoluta in direzioni che non stiamo assolutamente seguendo. Se nel 1982 poteva essere la tecnologia del futuro, oggi che non lo può più essere, continua tuttavia a reggere creando ancora più la sensazione non di un mondo futuro ma di uno parallelo.
Non nego ad ogni modo che nel momento fondamentale, poco prima dell'attacco del discorso finale, delle memorie perse come lacrime nella pioggia, mi è quasi venuto da ridere tanto mi sembrava che questa volta Rutger Hauer esitasse a pronunciarlo per creare attesa. Nei secondi che lo hanno preceduto, quelli in cui lui e Harrison Ford si guardano sotto la pioggia, mi era venuta una voglia incredibile di urlare nel cinema silenzioso: "Vai parti!". Tanto lo aspettavamo tutti quel momento.
Detto questo è difficilissimo approcciarsi ad un film simile, non tanto per la sua grandezza quanto per l'aura che ha assunto e per l'importanza che volenti o nolenti ha assunto nei decenni. Prima ancora di vincere come pellicola infatti Blade Runner ha vinto come fenomeno, ha segnato il cinema e i costumi.
Io poi era veramente molto tempo che non lo rivedevo, tanto da non ricordare più come era l'originale e avere qualche vago ricordo del primo director's cut. Non dico che è stato come vederlo la prima volta ma molte immagini le avevo sicuramente dimenticate. E poi non l'avevo mai visto al cinema.
E' difficilissimo approcciarsi ai mostri sacri del cinema ma per fortuna là dove il cervello ha delle difficoltà arriva il corpo. Le immagini continuano ad ossessionarmi, non penso ad altro.
Blade Runner continua a vincere (e vincere bene) a decenni di distanza e la sua è una vittoria che è prima estetica che contenutistica (dei contenuti infatti non parlo perchè già si è (giustamente) detto tutto il dicibile). L'incredibile operazione di Scott infatti è stata usare gli strumenti corretti, la musica di Vangelis (misteriosamente perfetta), l'universo immaginifico di Moebius e Enki Bilal, il linguaggio dei noir anni '40, tutto per i contenuti di Dick (rispettati come poche volte capita). Di Scott c'è veramente poco, ma il suo lavoro è stato veramente quello del regista: coordinare le varie parti, i contributi di altre intelligenze per creare qualcosa di nuovo e di coerente, una visione delle cose che parte solo da contributi esterni ma approda a soluzioni nuove.
L'uso che fa dell'acqua è un ottimo esempio. Gli elementi, sia atmosferici sia naturali, sono infatti una parte fondamentale del noir, sempre molto legato all'atmosfera (nel senso metereologico) e la poco realistica sovrapresenza di acqua (dalla pioggia, alle stanze allagate, ai vestiti bagnati, ai replicanti sempre bagnati anche al chiuso) è una delle componenti più importanti nel creare la coerenza di un mondo a tinte forti.
Quello che manca al Ridley Scott di oggi è proprio ciò che rende grande Blade Runner, la volontà e l'impegno di cercare tante fonti di ispirazione diverse, cercare instancabilmente per ogni componente della messa in scena il riferimento perfetto, l'abbinamento più adatto. In una parola: l'impegno.
Non avevo mai notato poi quanto il regista sia stato rigoroso nel dirigere il film. Più che per Alien e I Duellanti, la macchina da presa si muove pochissimo e solo in modi essenziali, il montaggio è molto sobrio e all'insegna dell'invisibilità, tutto il contrario dello stile modernista e della saturazione visiva che invece propone nelle immagini.
Inoltre è cortissimo Blade Runner, solo 90 minuti, i personaggi sono solo accennati (il replicante ribelle e sanguinario, il cacciatore disperato e solo, il replicante triste in cerca d'amore...) e l'intreccio è veramente minimo (Deckard li trova tutti e 4 subito e loro in un attimo arrivano dal loro creatore), perchè è lo scenario a contare. Sembra quasi che possa succedere di tutto in Blade Runner anche un finale lieto (come era) senza che se ne intacchi la potenza, poichè il segreto è da un'altra parte, è in quell'universo fatto di raggi B che balenano nel buio, di pioggia costante, di lunghi e lenti viaggi in macchina volante con i tagli della luce del sole sul volto di Harrison Ford e di strutture piramidali, fatto di Asia preponderante e di muri e scenari rovinati come lo sono gli uomini che vi prendono parte, tutti accennati e sfuggevoli.
Tuttavia cosa c'è che a 25 anni di distanza non regge più? A mio parere la scena d'amore tra Deckard e Rachel con il sassofono di sottofondo, che è proprio banalmente noiresca e suona oggi come una caduta di stile e l'intellettualismo sfoggiato dal replicante "eletto". Incredibilimente invece regge la tecnologia futuristica, anche se assolutamente sbagliata, ancora analogica ed evoluta in direzioni che non stiamo assolutamente seguendo. Se nel 1982 poteva essere la tecnologia del futuro, oggi che non lo può più essere, continua tuttavia a reggere creando ancora più la sensazione non di un mondo futuro ma di uno parallelo.
Non nego ad ogni modo che nel momento fondamentale, poco prima dell'attacco del discorso finale, delle memorie perse come lacrime nella pioggia, mi è quasi venuto da ridere tanto mi sembrava che questa volta Rutger Hauer esitasse a pronunciarlo per creare attesa. Nei secondi che lo hanno preceduto, quelli in cui lui e Harrison Ford si guardano sotto la pioggia, mi era venuta una voglia incredibile di urlare nel cinema silenzioso: "Vai parti!". Tanto lo aspettavamo tutti quel momento.
43 commenti:
Quel "vai parti!" finale mi ha fatto ridere un sacco, perchè mi ci ritrovo in toto.
Si era nell'aria, lo stavo veramente per dire.
« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo...
come lacrime nella pioggia.
È tempo...di morire. »
Ragazzi, parliamo di un capolavoro.
che poi mi devo informare se quella frase sia della novella di Dick o una creazione per il film...
rispondo io su quest'ultimo punto poichè ho letto "ma gli androidi sognano pecore elettriche?"
NO. completa invenzione di Scott. Lo è l'intero monologo che nel libro non compare affatto. Così come la trattazione del personaggio di Rutger Hauer che nel film è estremamente delineata (al pari di un coprotagonsta) mentre nel libro non ha una grande importanza: si perde tra i personaggi di contorno, seppure presentato nelle scene finali e quindi decisive.
grande SVVV!
Che invidia. Vedere il final cut e al cinema! La recensione trasuda felicità e partecipazione da ogni poro, come è giusto. Attenderò l'uscita in digitale...
E io alle 23.30 dormivo, per la prima volta da, boh, 14 anni a questa parte...
Grande SVVV questp sì che è essere commentatori attivi!
La prima cosa che ho pensato, come mi capita spesso dopo questo genere di eventi è che sono veramente fortunato a vivere dove vivo.
Giulai che ti sei persa...
ps: aggiungo che invece tutto il dialogo nel quale lei viene sottoposta al test Voigt-Kampff è identico al libro, parola per parola.
...
post-ps: noto che qualcuno non mi ha avvertito per la visione di gruppo.
sai con chi prendertela
dicono tutti così...
svvv gparker ti mancò di rispetto.
Adesso per te, io lo sfiderò ad un duello alla sciabola domani mattina all'alba.
Nei boschi di castel fusano ad Ostia.
Si prepari messer parker e accetti il mio guanto di sfida.
A castel fusano con sciabole non offensive? O Non-nonoffensive?
non offensive eh...
Poi sennò non potresti aggiornare il blog sull'esito della sfida...
vi presto io degli attrezzi adeguati...potreste anche fare un duello con armi da soft air...ne ho una vasta gamma
mariolone ce li hai i proiettili per i revolver da soft air?
Io ho una 357 Python ma mi sono perso i proiettili in cui infilare le palline, te li pago oro colato.
no mio caro non ho mai usato quel genere di armi...sono stupende ma poco pratiche per i tornei...cmq chiedo a qualche mio vecchio...compagno..no,non è il termine esatto....camerata...hmm...anacronistico pure questo...collega
SVVV brava, e pure bona!
se me le trovi sono disposto a fare qualunque cosa. La mia forza combattiva si è assopita quando la mia pistola non ha più potuto funzionare. Se torna alla vita potrò di nuovo udire lo spirto guerrier ch'entro mi rugge.
uuuuuuuuhhhh ho un ammiratore anonimo pure io.........
parker, a quando la posta del cuore?
Scusami, G. ma quando dici "totalmente rimasterizzato, senza più la voce off e con minuscole modifiche e correzioni di errori" ebbene non capisco veramente dove sia la differenza con il FINAL CUT del 1992 che già presentava il film senza voce off e senza lieto fine e con qualche color correction sui lampi blu che escono dalle pistole quando sparano (con quel montaggio che inoltre rivela Deckard essere un replicante, ecc...). Forse sono stati eliminati i cavi che sollevavano le auto volanti e convertito il tutto in vesione HD. Infine, che vuol dire DVD ad alta risoluzione? La risoluzione è quella 720×576, più su serve un Blu-Ray o un HD-DVD.
Illuminaci.
Devi aver letto male è DVD ad alta DEFINIZIONE e non risoluzione che come dici tu è 720x576 per i DVD e doppia (non ricordo le cifre esatte) per HD DVD e Blu Ray.
Riguardo i cambiamenti della nuova versione sono per l'appunto la rimasterizzazione in chiave alta definizione, poi l'eliminazione di alcuni errori che come dici tu vanno dai cavi alla morte del primo replicante, la spogliarellista, sequenza nella quale si vedeva ad un certo punto che invece dell'attrice c'era una controfigura e che è stata rigirata (sic!).
In più ci sono delle minuscole aggiunte difficilmente percettibili e la voce off è totalmente levata perchè se non ricordo male nella versione del 1992 qualcosa era rimasto della voce off.
Il finale è il medesimo del '92, anche perchè quella era la versione di Scott e quindi quella rimane.
Si è poca roba, ma bisogna pensare che in molti luoghi il film è stato proiettato in digitale a 2K, un'esperienza che merita il ritorno in sala.
anonimo, potevi scrivere subito "fan di svvv"... avrei riconosciuto lo stile...
Anche se quel finale con la macchina di Deckard e Rachel che corre per una strada in mezzo alla natura "prestate" da Kubrick a Scott come scarto di montaggio da Shining è meraviglioso...
Secondo me è bello che il film sia così banalmente romantico . La scena di cui parli, con tanto di sax di sottofondo (cristo, è sempre un sax di Vangelis!) è bella per gli stessi motivi per cui tu la trovi datata. Così come Sean Young che fuma e sembra una cartolina da video dei Duran Duran. Poi Scott è contemporaneamente il regista della pubblicità di Apple "1984" fratello maggiore di quello Scott regista di Top Gun, e insieme in quegli anni hanno creato l'iconografia patinata di un decennio. E' una questione di punti di vista.
Grazie alla mia veneranda età (beh, insomma... 39 annetti), vidi la PRIMA versione al cinema (più di una volta, tra l'altro) e... scusate tanto, ma io mi tengo stretta quella, alla faccia di Scott e dei suoi rimaneggiamenti! "Blade Runner" senza la voce off non è il film che ho conosciuto e amato sin da subito.
Amen.
;o)
BenSG
Anche tu hai le tue ragioni. Io l'originale ormai a furia di anni e rimaneggiamenti ammetto di non ricordarla più e sto cercando di rimediarla.
Appena la vedo ti dico...
fan: tony scott è veramente la pecora nera della famiglia, non ha diretto nemmeno un film passabile....
E poi, alla scena finale del monologo, hanno aggiunto lui che, prima di parlare, si tocca i maroni e si schiarisce la voce.
Ottimo, BenSG.
Gparker, non te lo tocco Scott (Ridley) stai tranquillo. Intendevo trasmetterti altro. Nessuno sta qui ad insegnarti che Scott (Tony) - hey! come il nostro Tony! - sia un regista che ha campato sulle spalle del fratello, semplicemente è bello ricordarti che i fratellini erano due ottimi fotografi che hanno introdotto un uso innovativo dei filtri, delle dominati, degli obbiettivi e la fotografia degli anni '80 deve loro tantissimo. Che poi solo uno dei due fosse anche un bravo regista è tutto un altro discorso. Entrambi facevano tante pubblicita per la TV, tutte levigatissime e in quegli anni, ripeto, non esisteva nulla di simile. Blade Runner è anch'esso frutto di quelle ricerche sul linguaggio visivo.
E' su questo che non concordo.
Mentre Ridley Scott dall'esperienza pubblicitaria ha portato nel cinema una sana passione per l'estetica in grado anche di travisare volontariamente i confini del fotorealismo (spesso le sue immagini sono "sbagliate" nel senso che la luce arriva da punti diversi anche all'interno di una medesima scena solo perchè è più bello così), Tony Scott non ha portato nulla al cinema americano di estetico.
Top Gun fu un film importante a livello popolare ma non per la fotografia (le "innovative" immagini degli aerei erano materiale militare quindi la massimo il montaggio è stato buono ma io direi nemmeno quello perchè la comprensibilità di quelle scene è bassissima), quanto più per i contenuti, per come incarnava l'edonismo reaganiano e il mito dell'uomo forte.
Tony Scott ha portato al cinema L'Ultimo Boyscout.
Siamo nell'orbita del capolavoro.
un'orbita mooolto ampia e lontana dal nucleo. Molto.
gparker, sei troppo cattivo: "L'ultimo boyscout" è un OTTIMO film d'intrattenimento e non scordiamoci che il fratello scemo di Ridley ha diretto anche un'altra chicca, ovvero "Una vita al massimo".
Certo, bisognerebbe anche sottolineare che gran parte del merito della riuscita dei film sopra citati è dovuto a due bravi sceneggiatori: Shane Black per il primo ed un certo Quentin Tarantino per il secondo...
Ciau!
BenSG
@gparker @svvv
La frase finale "Ho visto cose..." NON è farina del sacco di Scott, bensì dello stesso attore Rutger Hauer che la sottopose a Scott. Il quale, per fortuna, la accettò.
HB
Mi sembrava di ricordare questa cosa di Rutger Hauer ma non ero sicuro...
BenSG, no guarda a me il cinema di Tony Scott proprio non mi piace non mi convince nemmeno come pure intrattenimento. Mi sento trattato senza rispetto!
A tutti voi (inclusi Ben SG e quel fan): guardate di Scott "Miriam si sveglia a mezzanotte" con Bowie e Cathrine Deneuve. Madonna che gran film! gparker, l'hai visto? che ne pensi?
No non l'ho visto ma dato il tuo consiglio lo recupererò.
Ah... ecco perchè non dai nessuna possibilità al lavoro di Tony Scott. Sul serio ti manca un pezzo. Le immagini in quel film sono stupende. Gran lavoro.
@Stella:
pensa che "Miriam si sveglia a mezzanotte" fu uno dei primi film vietati, anche se ai minori di 14 anni, che vidi al cinema! Insomma... magari lo dovrei rivedere ora. Certo, fu il debutto di Scott nel cinema...
Ciau!
BenSG
a chiudere questo bel post dico a BENSG che invidia! a STELLA brava, cerca di perforare quelle prese di posizione parkeriane con punti di vista nuovi e interessanti, a GPARKER sei il leader d'opinione che aspettavamo, sei bello da leggere, ma cerca di tenere questa sede più rilassata, alla fine sei riuscito a creare un bel luogo in cui incontrarsi e confrontarsi. infine a SVVV che dio ti benedica.
Ah sì, infine a TONY (il nostro) dico: ma come , finalmente il post sul tuo film preferito, occasione di speculazioni e polemiche su polemiche, giostra del tuo sofismo, e tu c'hai messo proprio del tuo meglio. Mi hai conquistato.
Quest'anonimato è sempre più precario.
Tutta la fantacienza di un certo periodo ha completamente sbagliato la VERA direzione presa dalla tecnologia oggigiorno. Bastio pensare a Strange Days... Oggi come oggi, che usa più il minidisc ( morto praticamente subito ) ?
Certo che se ci fossimo VERAMENTE tecnologicizzati in modo più analogico tutto sarebbe più divertente! ^^
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