GIFFONI FILM FESTIVAL
ANTEPRIMA
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Donnie aveva una sorella. Ma non per questo la sorella doveva avere un film.
Nonostante l'avessimo letto, preventivato e ormai introiettato lo stesso lo stupore davanti all'insostenibile sciatteria di questo sequel è grosso.
Inutile dilungarsi su una trama esile esile e semplice semplice resa ingarbugliata ad arte per scimmiottare l'originale. Del resto S. Darko nasce per sfruttare e succhiare tutto quanto sia possibile dalla buona fede dei molti fan del film precedente. Un'operazione senza senso, senza rispetto e senza professionalità che (fortunatamente) è stata disconosciuta da Richard Kelly, il cui nome compare unicamente dopo la dicitura: “Ispirato ai personaggi creati da”.
S. Darko non lascia sapienti buchi fascinosi qua e là in modo che gli spettatori possano riempirli, non propone un modo di vedere il mondo giovanile, non ha uno stile estetico che possa definirsi proprio e in definitiva “non è”. S. Darko è un non-film che giustappone senza alcuna abilità elementi presi da Donnie Darko con stupiderie da classico cinema dell'orrore becero anni '50, affogando tutto quanto in una melassa dalle alte pretese riflessive e dai tempi dilatati che lo rendono insostenibile anche al pubblico più semplice e benevolente.
La visione blandamente liberal, la polemica accarezzata sul bigottismo religioso e l'idea di viaggio on the road che permeano il film sono insulti belli e buoni alla pazienza, all'intelligenza e alla magnanimità dello spettatore pagante o scaricante.
Ancora peggio il film si offre di spiegare e così facendo si arroga il diritto di chiarire alcuni punti del film precedente. Riprendendo le tematiche della premonizione, della "fine del mondo" e del viaggio nel tempo e organizzandole in un sistema che gli dà uno ed un solo chiaro senso, il film vorrebbe chiarire ogni dubbio anche sui misteri della storia di Donnie di fatto recando oltre alla beffa anche un danno. Per fortuna lo spettatore può evitare tutto questo semplicemente vedendo altro.
Nonostante l'avessimo letto, preventivato e ormai introiettato lo stesso lo stupore davanti all'insostenibile sciatteria di questo sequel è grosso.
Inutile dilungarsi su una trama esile esile e semplice semplice resa ingarbugliata ad arte per scimmiottare l'originale. Del resto S. Darko nasce per sfruttare e succhiare tutto quanto sia possibile dalla buona fede dei molti fan del film precedente. Un'operazione senza senso, senza rispetto e senza professionalità che (fortunatamente) è stata disconosciuta da Richard Kelly, il cui nome compare unicamente dopo la dicitura: “Ispirato ai personaggi creati da”.
S. Darko non lascia sapienti buchi fascinosi qua e là in modo che gli spettatori possano riempirli, non propone un modo di vedere il mondo giovanile, non ha uno stile estetico che possa definirsi proprio e in definitiva “non è”. S. Darko è un non-film che giustappone senza alcuna abilità elementi presi da Donnie Darko con stupiderie da classico cinema dell'orrore becero anni '50, affogando tutto quanto in una melassa dalle alte pretese riflessive e dai tempi dilatati che lo rendono insostenibile anche al pubblico più semplice e benevolente.
La visione blandamente liberal, la polemica accarezzata sul bigottismo religioso e l'idea di viaggio on the road che permeano il film sono insulti belli e buoni alla pazienza, all'intelligenza e alla magnanimità dello spettatore pagante o scaricante.
Ancora peggio il film si offre di spiegare e così facendo si arroga il diritto di chiarire alcuni punti del film precedente. Riprendendo le tematiche della premonizione, della "fine del mondo" e del viaggio nel tempo e organizzandole in un sistema che gli dà uno ed un solo chiaro senso, il film vorrebbe chiarire ogni dubbio anche sui misteri della storia di Donnie di fatto recando oltre alla beffa anche un danno. Per fortuna lo spettatore può evitare tutto questo semplicemente vedendo altro.
9 commenti:
bello il termine "introiettato"
grazie
ma donnie non aveva due sorelle? e l'altra do sta?
Riccardo
l'altra è in una comunità di recupero.
cavolo, volevo vederlo per far volare facili insulti al più prevedibile dei peggiori sequel, ma mi è passata la voglia anche di quello.
il sequel, se proprio dovevano farlo, avrebbe dovuto essere centrato sul personaggio del coniglio.
l'altra è sposata lo si dice.
Il sequel se proprio dovevano farlo doveva essere centrato sull'universo parallelo creatosi con il viaggio all'indietro di Donnie e prendere spunto da quel finale in cui la ragazza e la madre sembrano riconoscersi. Forse lontanamente in quel caso qualcosa di minimamente decente si poteva abbozzare. Ma comunque non credo.
il sequel doveva essere con Chuck Norris, che prende a calci ogni membro della famiglia Darko...
Ma checcazzo di cognome per dio...
Donnnie Darko è l'unico film che abbiamo visto insieme al cinema, uh!
io te e tonino!
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