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14.10.06

Nightmare Detective (Akumu Tantei, 2007)
di Shinya Tsukamoto

IN CONCORSO
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2006

Quello che sulla carta (ma solo lì) dovrebbe essere il vincitore designato della Festa arriva con un film insolito per lui. Nightmare Detective inizia con una presa in giro divertente dei J-horror e si svolge in maniera incredibilmente lineare e con solo qualche sequenza degna del nome che porta. Addirittura sono utilizzate le figure archetipe del cinema (il nemico, la donna caparbia e indifesa, l'eroe salvatore), per raccontare una storia che non è troppo distante da Nightmare di Wes Craven.
Tsukamoto si concentra sugli i sogni, e meglio sugli incubi, sulla loro funzione sociale e sul desiderio inconscio dell'uomo metropolitano di morire. "Non sapevo di volermi suicidare!" urla una delle vittime in un suo sogno, mentre nella realtà si tagliuzza con un coltello e Tsukamoto si ritaglia il ruolo di un uomo che a seguito di un malsano tentativo di uccidersi è diventato un demone del suicidio che intercetta chi deidera di morire e li perseguita negli incubi facendo in modo che mentre sognano nella realtà si uccidono.
Mi sento di poter dire tranquillamente che è altamente sotto le aspettative, Tsukamoto viene a patti con la narrazione e perde la sua forza eversiva, quella di saper comunicare per immagini e non per parole. Rimane il merito di saper fare un cinema terrificante senza usare suspense e suggerendo invece di mostrare.


Alla conferenza stampa, Tsukamoto dichiara di essersi ispirato alla paura che da piccolo aveva di avere incubi e che tuttavia gli metteva un po' di allegria (è pur sempre il regista di Tetsuo) e soprattutto dichiara che il suo è un film che come sempre esplora il rapporto dell'uomo moderno con la metropoli, le sue paure e i tmori che vengono dalle tecnologie (la morte arriva (come spesso nei film giapponesi) annunciata dai telefoni cellulari).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Alla proiezione per il pubblico ha aggiunto che di questo film intende fare 2 seguiti in modo da creare una trilogia.
Non sono d' accordo invece quando dici che utilizza le figure archetipe del cinema (anche perchè sono le figure archetipe del horror e/o del noir in qualsiasi media esso venga raccontato, fosse pure a puntate per radio...): a mio modo di vedere più che dal cinema, Tsukamoto trae ispirazione dalle figure archetipe del manga. Più precisamente (per chi sa di cosa sto parlando), dal manga Seinen moderno, e per citare un autore direi Hideo Yamamoto. E non soltanto, anche se è alquanto strana come idea perchè di Tsukamoto ho visto solo quattro film, io sono sempre + convinto che lui si ispiri tantissimo all' estetica dei manga per la "mise en scène" dei suoi film. In particolare alcune delle caratteristiche dei protagonisti, delle loro movenze e di alcune sequenze di immagini, mi ricordano molto il modo di susseguirsi ed il "lay-out" (chiedo scusa ma non sono un tecnico...) delle vignette nel manga di oggi. Poi al tutto aggiunge la sua esperienza e personalità di regista certo.
La mia opinione sul film invece è che non è niente di che... Mi verrebbe da dire uno Tsukamoto commerciale, anche se sono rimasto particolarmente impressionato dai primi 10 minuti, in cui tsukamoto riesce a instaurare la suspence nello spettatore facendo uso soltanto di movimenti a mano della telecamera, e del suono (dopo uno ci si abitua ma il primo impatto è straordinario, AH! Questi gialli, quante meraviglie riescono ad inventarsi...), forse perchè venivo dalla visione di N che francamente mi ha fatto ribrezzo.
Per finire aggiungo che Tsukamoto è stato UN GRANDE, quando ha dato la macchina fotografica ad un hostess, e dal palco si è fatto fare una foto con il pubblico alle spalle, posando con le dita di entrambe le mani alzate a simboleggiare la vittoria... Lo stereotipo del turista giapponese cazzo, che mito!


gparker ha detto...

si certo sono le figure archetipe della narrazione non solo del cinema. Ma il concetto è che questo per lui è decisamente una novità...


Anonimo ha detto...

non proprio, io ho notato, che molto spesso lui usa figure tipiche o analoghe a quelle che si trovano in certi tipi di manga... In tetsuo II e tokyo fist ed in questo perlomeno. Bullet Ballet è uno tsukamoto atipico...


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