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14.4.11

Scream 4 (id., 2011)
di Wes Craven

Il problema di Scream credo sia endemico. Non è Craven che si è rincoglionito, nè Williamson che ha perso smalto o la serie che è stanca, è proprio il carattere, le dinamiche, la maschera nel senso letterale del termine ad aver perso in 15 anni i propri significati a furia di abusi e violenze linguistiche. Tonnellate di parodie, emuli stanchi e l'entrata in un certo tipo di immaginario collettivo hanno totalmente svilito il format e il concetto alla base di Scream e di fatto oggi un film simile è inguardabile.

Anche il primo della serie, opera fulminante, paurosa per davvero, piena di idee di terrore originali, divertente e intelligente, vista oggi non ha il medesimo effetto. Troppe le parodie per avere ancora paura di una delle trovate visive più geniali degli ultimi 20 anni (un abito nero da morte e una maschera bianca come L'urlo di Munch). Così Scream 4, nonostante inizi con il migliore dei pigli possibili (autoreferenzialità, metatestualità spinta, moltissima ironia, moltissima originalità), muore nelle sue ossessioni e nell'esigenza di fare nuovamente il punto della situazione.

L'ultimo grande filone di Wes Craven è sempre stato un finto slasher-horror che in realtà maschera la struttura più vecchia del mondo: il giallo whoddunit. Nonostante come in tutte le saghe storiche l'assassino sia una figura fissa (ghostface), in realtà dietro la maschera ogni volta c'è una persona diversa, ogni volta un insospettabile membro della comunità. Tutti sono sospettati e lo sceriffo Linus è la principale fonte di immedesimazione, colui che deve risolvere il caso.
Craven stesso tratta Scream come un giallo in cui, dopo ogni omicidio, lascia finti indizi, cerca di instradare o depistare a sufficienza lo spettatore, puntando su dinamiche da Agatha Christie.
Nel quarto episodio rimane dunque solo questo, solo la curiosità (vaga) di trovare il colpevole e capire chi morirà. Il resto sono le solite considerazioni sullo stato odierno del cinema di paura e un sacco di corse e rincorse con la maschera indosso che non riescono ad evitare l'effetto Scary Movie.

2 commenti:

Fabio ha detto...

Ah, ma è vero?
Ieri ho visto di sfuggita il trailer e pensavo sul serio che fosse un'altra parodia.


gparker ha detto...

Alla fine non si allontana troppo dalle parodie....


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...ma sono vivo e non ho più paura! by Gabriele Niola is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.