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15.7.06

Silent Hill (id., 2006)
di Christopher Gans

Silent Hill è una curiosa coproduzione americana, canadese, giapponese e francese che prende spunto dall'omonimo videogioco a cui purtroppo (per me ma non per il giudizio del film) non ho avuto modo di giocare.
Ogni nazione porta qualcosa di evidente, attori americani diretti da un regista francese con troupe francese che girano un film dalla trama e dall'estetica fortemente giapponese in Canada.
E' forse quest'estetica giapponese la croce e la delizia del film, che in sè non è nulla di che non fosse per lo sforzo di CG che è stato fatto per renderlo un lungo incubo allucinato.
Della trama meglio non parlare, raramente si sono visti tanti buchi, tante incongruenze e tanta cattiva narrazione, è più opportuno come già detto soffermarsi sugli elementi attraverso i quali si sceglie di creare il terrore.
Se l'elemento cardine è la contrapposizione forze del bene/forze del male (con una tanto insospettabile quando ben accetta propensione dei buoni per le seconde) la forza della paura è data dalla lenta ed inesorabile costruzione di un universo visivo terrificante, caratteristica tipica del cinema giapponese che preferisce mettere paura per immagini piuttosto che creare elementi di suspense che sfocino nello stato impaurito (come facciamo noi). Alcune immagini va detto sono di una forza indubbia (anche perchè si travalicano in ogni modo le frontiere della truculenza) e sinceramente sono ben concepite per quanto spesso sembrino rimandare ai video di Marylin Manson.
Ma il problema è che davvero c'è solo quello. Alla fine il cuore può anche battere più forte per lo spavento e l'impressione ma il film non lascia altre tracce di sè.

Riguardo le considerazioni fatte un po' di tempo fa sugli horror estivi ho fatto una breve indagine demoscopica in sala surante la fine del primo tempo, come anche per La Spina Del Diavolo ed ho trovato un pubblico più in linea con le previsioni: gruppi di amici uomini e coppie che escono in 4, eppure anche stavolta c'erano due ragazze (anche abbastanza compite) venute da sole. Secondo me credevano si trattasse di un altro film....

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E pensa che adesso si buttano su Metal Gear Solid...
Ma quello se è brutto faccio una strage...


gparker ha detto...

Concordo assolutamente con te sul fatto che non si debba sempre cercare il capolavoro ma anzi si debba ragionare più che altro sugli obiettivi che il film si pone (e quindi ciò che promette implicitamente) e quelli che riesce a raggiungere.
Tuttavia mi sembra che Silent Hill, benchè come dici anche tu molto riuscito a livello visivo, risenta comunque di una lavorazione che si è concetrata quasi esclusivamente su quello, tralasciando altre parti importanti.
Inoltre mi sembra che l'impatto visivo fosse molto forte per una scelta di accumulo e non tanto per un'impostazione estetica originale, in sostanza non c'era un occhio particolarmente attento all'estetica, le cose che vedevamo non erano tutte particolarmente belle, ma solo ricche.


gparker ha detto...

Il brutto della narrazione secondo me era che utilizzava figure stereotipiche senza però farle diventare archetipe di determinati valori, senza che ci fosse un'idea alla base. Cioè vengono usate figure stereotipiche solo perchè è più comodo e funzionale, non tanto alla narrazione stessa quanto alla comprensione da parte di chiunque. E' come se si facesse tutto nella maniera più banale possibile per far capire tutto a tutti, di modo che sia tutto ovvio e prevedibile, mentre preferisco quando per far capire tutto a tutti si lavora in maniera complessa.
Farò fatica a trovare i tuoi commenti se non è chiaro dal commento di che film si tratti, perchè mi arrivano via mail ma non mi arriva il post al quale sono associati.


Anonimo ha detto...

ti arrivano i commenti via mail?
ma non è un pò palloso?


gparker ha detto...

No, anzi!
E' comodissimo, così so già quanti ce ne sono stati e in linea di massima capisco anche da che post...


Anonimo ha detto...

Very pretty design! Keep up the good work. Thanks.
»


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