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8.11.11

One Day (id., 2011)
di Lone Scherfig

Ci sono attrici da commedia romantica, attrici da dramma romantico e poi c'è Anne Hathaway.
Se già Amori e altri rimedi aveva mostrato come una commedia con venature drammatiche trovi in questa protagonista una giovinezza e un'autenticità poco rintracciate negli ultimi anni, ora One Day, con tutto il suo comparto di scontata melassa è un'ulteriore dimostrazione di come Anne Hathaway trasformi in credibile l'incredibile.

Non è infatti il taglio rapido e secco di Lone Scherfig a fare la differenza (non arrivava a queste vette An Education, pur avendo una scrittura migliore, nè tantomeno Italiano per principianti), e non è nemmeno la scrittura di David Nicholls (che adatta con le consuete esigenze di sintesi un proprio romanzo) tantomeno l'inadeguatezza di Jim Sturgess (mai così fuori posto), quanto l'occhione comunicativo e i movimenti empatici di Anne Hathaway.
Se già Rachel sta per sposarsi aveva dimostrato lo spirito da outsider, che alberga nel volto di questa attrice, è One Day a confermare come occhi grandi e bocca larga possano dipingere tutto lo spettro umano e sentimentale di una (improbabile ma credibile) bruttina che diventa donna affascinante attraverso un processo di affermazione personale ed intellettuale lungo 20 anni.

Come nei migliori casi anche per One Day il melodramma nostalgico (questa volta sono gli anni '90) è costellato di buchi, implausibilità e forzature (i due rimangono quasi uguali per 20 anni, solo al termine arrivano degli stonati capelli bianchi) ma, complice la forza di un intreccio molto ruffiano che ripercorre vent'anni mostrando sempre la medesima data (si procede di 15 Luglio in 15 Luglio), trova una delle caratteristiche centrali del periodo raccontato, ovvero l'isolamento sentimentale e la procastinazione di un legame dato dalla mancanza di audacia nel rischiare una relazione impegnativa, che già era stato sfruttato con egual efficacia da Dieci Inverni. 

8 commenti:

pippo ha detto...

Non c'era un film con una trama simile, una ventina di anni fa'? Mi sembra si chiamasse "Lo stesso giorno il prossimo anno", e mi sembra ci fosse Elliot Gould come protagonista


Lokki ha detto...

e che c'è di strano a restare uguali per venti anni? Non so te ma io sono identica a venti anni fa e non ho nemmeno stonati capelli bianchi.. ;) he he he vado vene e ti dico ciao GParker sei come il vino.


gparker ha detto...

Pjt: Secondo me sono radicalmente differenti sebbene simili. Quello che dici tu fa incontrare i personaggi una volta l'anno, quindi effettivamente riprende tutte le volte che stanno insieme. Questo, come anche Dieci Inverni, racconta il non raccontato, cioè ad ogni anno passato cerca di farti capire che è successo in quell'ellisse. Mi sembrano proprio due modi diversi di vedere il mondo, da una parte il fatalismo (ci incontriamo sempre lo stesso giorno) dall'altra l'appuntamento annuale (ad un anno di distanza vediamo che è successo).

Lokki: ma tu sei l'eccezione che conferma la regola! Sono come il vino e quindi dò ebrezza? ;)


pippo ha detto...

Il film che dicevo (che ha per protagonista Alan Alda, avevo sbagliato attore) faceva vedere gli incontri annuali a distanza di 5 anni l'uno dall'altro, facendo intuire o narrare dai protagonisti cosa era successo nel mezzo. Mi sembra (anche se One Day non l'ho visto) che sia la stessa cosa. Secondo me sono tratti dallo stesso romanzo (lo stesso giorno era la trasposizione di una piece teatrale tratta appunto da un romanzo).

P.s.: forse Lokki intendeva dire che invecchiando diventi aceto? :P


gparker ha detto...

però mancava quell'idea che loro magari si sono anche incontrati altre volte ma è il narratore a scegliere di prendere quel giorno come punto di riferimento


Anonimo ha detto...

Io sti film proprio non li sopporto...

Ale55andra


Lokki ha detto...

sono andata vene come ti dicevo ma non mi è piaciuto. Ok io non sono una sentimentale, non opiango al cinema, non sopporto il melodramma. ma ho apprezzato il libro ed ero curiosa di vedere il film. il primo tempo troppo sincopato. il secondo troppo mieloso. Loro molto bravi e adatti alla parte sempre credibili, belli brutti, giovani vecchi, felici e disperati sempre comunque credibili, ma il romanzo è un'altra storia. Non so se dai ebbrezza GParker, ma so che migliori.


gparker ha detto...

beh se non ti piacciono i melodrammi è dura.... Il libro chiaramente non l'ho letto ma il film ne ha tutti gli stilemi e a me aveva convinto proprio per quello, perchè andando avanti affianca all'idea dello scorrere del tempo quella delle occasioni perse (il passato) mentre ti racconta una storia di occasioni trovate (il futuro).
...e miglioro la circolazione sanguigna!


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