Recuperato in extremis nell'ultima sala che lo proietta a Roma (la 7 del cinema Madison, una delle peggiori sale mai frequentate (e mi vanto di averne frequentate di orrende!)), L'Assassinio di Jesse James è stato uno dei film più pompati in rete degli ultimi anni ma per quanto mi riguarda si risolve in un buco nell'acqua.
La confezione è splendida, ma splendida davvero, nel senso non di banalmente curata ma di originalmente strutturata per avere al centro di tutto fotografia e paesaggi, una natura che è l'anima del western da sempre e che Dominik vuole riscoprire ma che non riesce però ad essere davvero importante come dovrebbe.
Un titolo molto bello, arrogantissimo, dichiarazione programmatica di intenti, svelamento di trama e desiderio dell'autore di prendere posizione prima ancora che il film inizi.
Una narrazione lenta e controllata che non ha fretta di procedere ma che anzi ama soffermarsi sui piccoli passaggi e che tuttavia confonde tutto e si rivela ridondante.
Una storia che volutamente mette in primo piano il concetto stesso di narrazione, di mito: Jesse James che racconta ciò che ha fatto come una favola, la gente che lo vuole imitare, il fanatismo, i libri scritti... Tutto il film non mostra mai effettivamente il marketing della figura dei fratelli James ma ogni cosa che succede ne è conseguenza e ci riflette sopra anche in maniera esplicita con la bella sequenza della rappresentazione teatrale. Eppure anche in quel caso tutte le buone intenzioni (contenutistiche e formali) non vanno più in là dell'intenzione.
Fa tutto bene Dominik ma con freddezza. Si inserisce anche con perizia nella linea evolutiva del western disegnando eroi che non hanno gloria, che non sono all'altezza della leggenda che li ammanta (come James Stewart di L'Uomo Che Uccise Liberty Valance, film a cui Dominik non può non aver pensato a partire dal titolo) e per i quali non ci sarà ricompensa. Sconfitto Jesse James, sconfitto Robert Ford.
Eppure si soffre durante la visione. Io che sono un grande amante delle confezioni e della forma non posso che condannare un simile sfruttamento, vero e proprio adescamento per formalisti.
Essendo passato attraverso molte traversie, tagli e secondi montaggi si possono trovare molte motivazioni al perchè L'Assassinio di Jesse James risulta poco riuscito nonostante gli intenti.
Brad Pitt Coppa Volpi? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!
La confezione è splendida, ma splendida davvero, nel senso non di banalmente curata ma di originalmente strutturata per avere al centro di tutto fotografia e paesaggi, una natura che è l'anima del western da sempre e che Dominik vuole riscoprire ma che non riesce però ad essere davvero importante come dovrebbe.
Un titolo molto bello, arrogantissimo, dichiarazione programmatica di intenti, svelamento di trama e desiderio dell'autore di prendere posizione prima ancora che il film inizi.
Una narrazione lenta e controllata che non ha fretta di procedere ma che anzi ama soffermarsi sui piccoli passaggi e che tuttavia confonde tutto e si rivela ridondante.
Una storia che volutamente mette in primo piano il concetto stesso di narrazione, di mito: Jesse James che racconta ciò che ha fatto come una favola, la gente che lo vuole imitare, il fanatismo, i libri scritti... Tutto il film non mostra mai effettivamente il marketing della figura dei fratelli James ma ogni cosa che succede ne è conseguenza e ci riflette sopra anche in maniera esplicita con la bella sequenza della rappresentazione teatrale. Eppure anche in quel caso tutte le buone intenzioni (contenutistiche e formali) non vanno più in là dell'intenzione.
Fa tutto bene Dominik ma con freddezza. Si inserisce anche con perizia nella linea evolutiva del western disegnando eroi che non hanno gloria, che non sono all'altezza della leggenda che li ammanta (come James Stewart di L'Uomo Che Uccise Liberty Valance, film a cui Dominik non può non aver pensato a partire dal titolo) e per i quali non ci sarà ricompensa. Sconfitto Jesse James, sconfitto Robert Ford.
Eppure si soffre durante la visione. Io che sono un grande amante delle confezioni e della forma non posso che condannare un simile sfruttamento, vero e proprio adescamento per formalisti.
Essendo passato attraverso molte traversie, tagli e secondi montaggi si possono trovare molte motivazioni al perchè L'Assassinio di Jesse James risulta poco riuscito nonostante gli intenti.
Brad Pitt Coppa Volpi? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!
3 commenti:
la coppa Volpi vinta da Brad Pitt a Venezia è strameritata
Visto stasera. Non sono d'accordo, temo. Ogni tanto qualche formalismo gratuito, e ok. Ma ci ho visto molta umanità viva e dolente, soprattutto in Robert Ford e negli altri componenti della banda. E persino Brad Pitt funzionava, nonostante qualche momento "pesce lesso". Non il capolavoro che mi aspettavo, ma sicuramente neanche un buco nell'acqua. E poi alcune cose sono visivamente e concettualmente grandiose (la rapina al treno, la morte di jesse james sottilmente e doppiamente ambigua, l'uso dei paesaggi, tutto il dopo-assassinio). E poi le musiche di Nick Cave! No, no, non sono d'accordo. :D
E' alla fine dei conti che non mi ha convinto, non mi ha dato nulla.
I suoi tempi dilatati non mi hanno avvinto e i suoi paesaggi non mi hanno preso.
Neanche la metafora teatrale finale (che solitamente mi prende) mi ha fatto qualche effetto.
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