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6.12.08

La Felicità Porta Fortuna (Happy Go Lucky, 2008)
di Mike Leigh

La Felicità Porta Fortuna è un finto piccolo film di un grande autore, un esperimento ingannevole che ne rivela la grandezza più di altre pellicole più internazionalmente riconoscibili come Il Segreto di Vera Drake o Segreti e Bugie.
Si può rimanere un po' spiazzati quindi dalla visione di un film che non si capisce bene cosa sia, né cosa racconti o dove vada a parare, ma alla fine la forma del racconto è talmente coinvolgente da convincere il cuore anche di ciò che la testa non capisce.

Senza orchestrare una vera trama (se non un accenno di storia d'amore senza complicazioni nel finale) ma solo mostrando la quotidianità umana, Mike Leigh racconta di esseri umani. Qualche giorno nella vita di una ragazza particolarmente solare e vivace (al limite del tollerabile) che si confronta con altre persone decisamente meno liete nell'approccio alla vita.

Il senso della commedia infatti è tutto qui. All'inizio si ride ben poco ma con il procedere della storia lo si fa sempre di più nonostante non aumentino né migliorino le gag. Semplicemente la maggiore confidenza con i personaggi in gioco ci porta a ridere delle loro assurdità (esemplare il caso dell'istruttore di scuola guida). Un metodo quasi maieutico molto complesso che porta dei risultati solo in virtù di un racconto impeccabile.

Tutte le persone che si contrappongono alla protagonista infatti rivelano col tempo delle repressioni, il loro atteggiamento fiero, metodico e organizzato svela sempre la necessità di nascondere insicurezze e paure. Mentre la protagonista con l'atteggiamento opposto ottiene solo benefici. Una tesi abbastanza semplice ma portata avanti con grande coinvolgimento, perchè alla fine è lo spettatore stesso a trovare un divertimento scanzonato anche là dove no ci dovrebbe essere come nella confessione finale.

Molto lontano dall'approccio Amelie ad una simile tematica, Leigh disegna una protagonista che non ha la favolistica freddezza della quasi asessuata francescina, ma una carica erotica fortissima anche se mai esibita.

12 commenti:

Gabriele Ferrari ha detto...

sembra fico.


gparker ha detto...

sono quei film che mentre lo guardi ti chiedi "Ma che sto vedendo? Dove va a parare?" e poi però alla fine esci contento e un po' innamorato dei personaggi.


Alberto Di Felice ha detto...

Totalmente d'accordo. Più che un po' innamorato. Già visto due volte, cribbio.


gparker ha detto...

Eh innamorato si!
Alla seconda hai riso da subito?


Alberto Di Felice ha detto...

Beh, ridere ridevo già alla prima--


Unknown ha detto...

Ma...perchè...amelie è fredda e quasi asessuata?


gparker ha detto...

beh si, se ci pensi si.
Amelie è un personaggio proprio favolistico e come tale è piena di passioni piccole e particolari ma non è mai contaminata dal piacere o dal desiderio sessuale. C'è anche la scena che ride durante l'atto sessuale che non le dà piacere e poi non viene mostrata in atteggiamenti intimi con il ragazzo di cui si innamora.
E' in questo senso infantile.
Non che non vada bene, a me il film è piaciuto tantissimo, ma sceglie di non toccare mai quella componente.


Unknown ha detto...

Ok, mi hai convinto, ho capito cosa intendi


Anonimo ha detto...

mi pento di non averlo ancora visto, ma presto lo farò e me ne innamorerò..complimenti per il blog
ely


gparker ha detto...

grazie
e comunque attenzione ma la troppa felicità può essere un boomerang e farti odiare il personaggio. Io ero lì lì, ma poi il rapporto che stringe con il ragazzo che le piace mi ha conquistato troppo


Anonimo ha detto...

Il punto è che la ragazza è molto oltre il tollerabile, complice anche la scelta di farla ridere in continuazione come un'ebete e camminare sciancatamente.Leigh continua a non piacermi.


gparker ha detto...

si, facilmente irrita. Ma secondo me alla fine ha davvero un suo perchè. Nella bilancia alla fine il film fa una riflessione molto banale in maniera altissima. E' davvero il trionfo della forma sul contenuto.


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