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30.12.11

Emotivi Anonimi (Les émotifs anonymes, 2011)
di Jean-Pierre Améris

Se c'è un prodotto realmente unico che proviene dal cinema francese è quel filone di cinema "cute" alla francofona (il cui più famoso esempio è Amelie): leggero, brillante, buonista, ruffiano e un po' d'altri tempi ma con un gusto e, nei casi migliori, un'armonia nel risultato che sanno di maestria. Se i drammatici, i polar e il film d'azione che vengono dalla Francia, anche nei casi migliori, rivelano le loro provenienze sono i film come Emotivi Anonimi che ci appaiono come i più indiscutibilmente francesi.

Si tratta di film che mescolano una sceneggiatura caramellosa, una fotografia caramellosa, un montaggio leggero, una recitazione caramellosa e una serie di canzoncine caramellosissime alternate ad uno score frizzante. Declinando ogni componente nella medesima direzione si dovrebbe raggiungere in fretta la melasa intollerabile, invece nelle mani di Jean-Pierre Améris il film rimane sempre divertimento autentico, per ogni colpo al cerchio dello zucchero ce n'è uno alla botte dell'autoironia.
La forza di Emotivi Anonimi è infatti di non credere fino in fondo a quello che afferma con la sua forma ma di ricordarsi in ogni momento, con una coerenza interna e costanza lungo tutto il film impressionanti, che è solo una posa. Così, per ridere.

E' infine impossibile prescindere dalla presenza di Benoît Poelvoorde, attore fino ad ora sottovalutato (in Italia) abilissimo a nascondersi e abituato a dare un contributo invisibile. Invece qui gli è richiesta la prestazione caramellosa sopra le righe e regala un campionario di microespressioni e contributi alla storia fatti di gesti e posizioni nello spazio che agevolano anche il lavoro dell'altra protagonista, Isabelle Carré, visivamente perfetta, meno come recitazione.
Alla fine Emotivi Anonimi è senza dubbio il film "checcarino!" dell'anno (concluso), ma con gusto, se non altro. No come quella truffa di The Artist.

12 commenti:

vinz ha detto...

Io invece pendo piu' per the artist. Questo l'ho trovato un po' spento e svogliato. Tutte le componenti: le gag, i momenti romantici, i numeri musicali, mi son sembrati molto ordinari. The artist, se non ti aspetti di vedere un film filologico, ha molte idee azzeccate e non ovvie.


jeff ha detto...

Che colpo di coda con quella frase finale! Mi hai lasciato di stucco :-O (davvero)


Lokki ha detto...

Ho subìto il bombardamento del trailer al cinema (checcarino), ma vorrei sapere se il film aggiunge qualcosa al trailer o no. Grazie


gparker ha detto...

Il punto con The Artist è che se è vero che è molto più originale di questo, è anche molto più truffaldino perchè promette una cosa (film simile al muto o almeno in quello stile) e ne dà un'altra (film uguale agli altri, senza parole con 3 trovate da cinema muto). A parità di cuteness preferisco la schiettezza di Emotivi anonimi che mi dà l'idea abbia anche qualcosa in più da dire. In fondo The Artist, originale nella forma, è E' nata una stella pari pari.

Secondo me si, perchè il trailer, per definizione, lascia intuire una storia che già sai, qui invece i tempi e le modalità di svolgimento sono un po' diverse dal solito e l'alternanza tra parti cantate (poche eh, ma ben piazzate) e segmenti recitati ha un valore aggiunto tutto suo.


Lokki ha detto...

..PARTI CANTATE??? in emotivi anonimi????


gparker ha detto...

ci sono almeno 3 canzoni!


Lokki ha detto...

no no no no...


gparker ha detto...

Come no? Io me le ricordo, una all'inizio, una in mezzo cantata nel centro commerciale e una alla fine...


Lokki ha detto...

I miei no erano di rifiuto non di negazione. Non ce la faccio se e' cantato. La talpa? Io visto ieri...


gparker ha detto...

non è cantato, ha 2 canzoncine carinissime. Secondo me ti piace. La talpa bellino, devo scrivere, sto indietrissimo


vinz ha detto...

IMHO, quelle 3 canzoncine sono insopportabili.
Non e' facile onorare questa immarcescibile tradizione francese , e Ameris non e' ne' Resnais ne' Ozon.


gparker ha detto...

verissimo che ameris non è Ozon, ma c'è anche da dire che ne mette un paio solo e molto ben in tono con la vicenda. Poi ammetto che il particolare di troncarle ogni volta mi ha fatto godere.


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