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24.7.09

La Gabbianella e Il Gatto (1998)
di Enzo D'Alò

GIFFONI FILM FESTIVAL
OMAGGI

Questo è il primo e l'ultimo film di D'Alò che vedo nella mia vita. Raramente mi sono trovato a dire una cosa simile (e già lo so che non manterrò fede a questo proposito) ma del resto raramente avevo visto un film talmente irritante e mal fatto.
L'idea di cinema per bambini di Enzo D'Alò non è solo stantia e vecchia di decenni (che sarebbe il meno) ma anche arrogante, ignorante e offensiva.

Si inquadrano i bambini come individui in grado di recepire uno ed un solo linguaggio, quello semplificato fino all'inverosimile, e meritevoli di opere che raccontano una storia solo per insegnargli qualcosa. Ma l'insegnamento come lo concepisce D'Alò non è una visione di mondo edificante (che è la strada solitamente più praticata dal cinema americano, anch'esso comunque questionabile) quanto un più provinciale ed ignorante nozionismo.

Tutto La Gabbianella E Il Gatto è un lungo elenco di vocaboli, significati, nozioni e stereotipi sulla “cultura” da scuola elementare. Per altro con degli errori (la storia del cavallo di Troia sarebbe raccontata nell'Iliade, si dice) che costituiscono solo la parte più evidente dell'ignoranza di fondo del progetto. Che poi i bambini magari gradiscano pure il film non centra nulla con la bontà dell'opera in sé ma semmai ha più a che vedere con la magnanimità che i bambini stessi hanno nei confronti del cinema d'animazione e dei temi solitamente a loro cari (di cui D'Alò abusa, allo stesso modo in cui Michael Bay abusa dei corpi femminili a noi cari).

Fermarsi all'idea che un bambino non sia degno di una storia che abbia sentimenti ed emozioni seri, significati da decodificare, uno stile visivo degno di questo nome e infine personaggi che siano in grado sul serio dire qualcosa è una concezione nemmeno vecchia, è oscurantista!
Vecchio è Pinocchio di Collodi, una storia delirante e psichedelica dai mille livelli di lettura, La Gabbianella e Il Gatto è un film, e prima ancora un progetto, buono per genitori pigri e svogliati che non si curano minimamente dei possibili mondi interiori o dell'educazione all'immagine dei propri figli ma ipocritamente esigono materiale per loro rassicurante.
Nei cinema in cui proiettano queste cose dovrebbero fare delle retate.

23 commenti:

frankie666 ha detto...

beh diciamolo fra i due, meglio i corpi femminili di Michael Bay.

Tralaltro io lo vedo un po come nel fumetto americano... Nei comic ci sono solo donne belle all'inverosimili e maschi muscolosissimi.. Alla fine Bay porta al cinema di questa cosa...

Sia chiaro che questo non rivaluta il 95% dei suoi film...


gparker ha detto...

teoricamente quella è l'idea estetica di Bay, un mondo tradotto dal cinema in cui tutto è bello. Un idealismo cinematografico di stampo reaganiano che estremizza i sessi (l'uomo è maschio nel midollo la donna è femmina anche quando è meccanico) e li propone come simbolo archetipico delle virtù del genere.
Io a questo ci posso anche stare. Non è troppo lontano dall'idea di John Woo. Sono i film poi che fanno cagare.


frankie666 ha detto...

A proposito, mo che torno a Roma ti do Red Cliff.. ma francamente lo scarichi facilmente anche da solo... Ormai lo trovi in qualita piu che decenti.

Chiaramente la versione di 5 ore... Ho visto quella da due ore e mezza, lascia stare e come un bignami fatto male...


Christian ha detto...

Non ho visto "La gabbianella e il gatto", ma ho come l'impressione che gran parte delle colpe che tu attribuisci il film siano del testo originale, cioè di Sepulveda.
Di D'Alò (che comunque fa un tipo di cinema che mi interessa poco) avevo invece visto "La freccia azzurra" che tutto sommato non era male. Ma non me lo ricordo quasi più.


gparker ha detto...

oltre al testo di sepulveda c'è proprio un modo di intendere il proprio pubblico e di raccontargli le cose che ritengo da dementi.


Thomas Morton ha detto...

È che l'animazione è proprio bruttina. Posso anche capire che ad un bambino piaccia, e vada benisimo per parcheggiarlo davanti al televisore, ma che un adulto apprezzi quella roba non riesco a immaginarlo.


alp ha detto...

E' un'operazione didascalica, molto semplice, i bambini di solito gradiscono sia questo tipo di cose che quelle piu' creative e piu' complesse, penso abbiano bisogno di ambedue.
Ma sto festival è piu lungo di venezia??? quanto dura !!!!


gparker ha detto...

sto festival è infinito.
si che è didascalico, si che è semplice e si che poi i bambini se lo vedono pure. Ma il punto è che idea ci facciamo di prodotto per l'infanzia. Questo secondo me è il male perchè gli conferma che il prodotto culturale è come andare a scuola e non gli insegna che raccontare storie può essere un'esperienza straordinaria.


Fabio ha detto...

Ma del resto anche a scuola (io ho fatto il liceo scientifico) la narrazione viene liquidata all'istante per dedicarsi in via definitiva ad ammorbare i ragazzini di quattordici anni con "i contenuti".
Non ho mai sentito un professore chiedermi se una cosa era ben raccontata, se c'era pathos, se c'era arco drammatico. Bisognerebbe studiare le favole, e fare tutta la catalogazione dei topoi...


gparker ha detto...

su questo sono un po' scettico, io non lo so quanto sia un bene insegnare queste cose a scuola. solitamente si tende ad odiare tutto quello che si fa a scuola anche se bello.
I romanzi, le poesie e qualsiasi altra cosa sono bellissimi ma odiati perchè imposti con la forza a scuola. Come il cineforum che ti fa odiare il cinema in bianco e nero in quanto tale.


Mariolone ha detto...

a me è molto piaciuto accattone quando ce lo hanno fatto vedere al liceo...peccato che dopo dieci minuti sono cominciati cori....


Fabio ha detto...

Mariolone coglie nel segno. A scuola il problema è la "cattiva" compagnia.
Non si può guardare un film o ascoltare una conferenza nel disinteresse generale, non funziona...


gparker ha detto...

a parte che ai tempi della scuola Mariolone era la cattiva compagnia, comunque c'è anche secondo me il fatto che se qualcosa è imposto non viene fruito come quando viene "scoperto". Specialmente se poi è cinema non di immediato appeal per tutti, il rigetto a prescindere è dietro l'angolo.


Mariolone ha detto...

accattone me lo volevo vedere.......


Mariolone ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.

Esponja88 ha detto...

parker ha ragione. alle medie ci costrinsero a vedere ladri di biciclette e i quattrocenti colpi: il risultato è che oggi a sti due filmoni non riesco manco ad avvicinarmi. le cose vanno scoperte da soli, la scuola ha il potere di rendere tutto didatticamente noioso, specialmente il cinema in b/n.


Fabio ha detto...

La scuola ti porta al rigetto preventivo di queste opere perché a) tu credi che il tuo professore sia un imbecille oppure b) si vede chiaramente che anche lui non gliene frega un tubo.
Se tu avessi stima del tuo insegnante e questi ti propone convintamente un'opera la musica sarebbe un'altra.

Oppure (c) avete ragione, ma non lo ammetterò mai..


gparker ha detto...

si alla fine non ti viene detto che c'è un livello immediato di goduria. che un film di pasolini ti può piacere visceralmente come uno di stallone. certo non nella stessa maniera o per gli stessi motivi, ma allo stesso livello superficiale di fruizione.


frankie666 ha detto...

wow spettacolare quest'ultimo commento...


Mariolone ha detto...

stallone potrebbe aversene a male......


Fabio ha detto...

"si alla fine non ti viene detto che c'è un livello immediato di goduria."

Diciamoci la verità: c'è un sacco di gente che se un certo tipo di film, presentato in maniera repulsiva, ottiene l'effetto di far scappare tutti via è pure più contenta...


gparker ha detto...

Fabio: vero. Sono quelli il nemico

Mariolone: Stallone chiederebbe di incontrare questo fantomatico Pasolini per vedersela da uomo a uomo


Mariolone ha detto...

a Pasolini avrebbe fatto piacere


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