Recupero al cinema il film di Bentivoglio perso alle anteprime pieno di curiosità per le buone voci sentite ma la delusione è in agguato.
Bentivoglio infatti dirige senza personalità un film che di particolare e originale ha unicamente una parte della trama, perchè per il resto è il classico film italiano degli ultimi anni: stretto nella crasi tra provincia e grande città, che si guarda indietro, tentando una riflessione sugli affetti e sull'arte e/o il lavoro creativo attraverso il racconto della formazione di un ragazzo.
Un po' sognatore da una parte, un po' buonista dall'altra, che non nega la realtà da lupi del nostro paese ma che contemporaneamente ne dà una visione consolatoria (la figura di Ernesto Mahieux). Tutto raccontato con una voce off molto invadente e girato con poca cura (gli attori che interpretano i musicisti, Bentivoglio a parte, non sanno suonare e si nota), recitato ottimamente (oltre al grandissimo Mahieux c'è Bentivoglio stesso, Toni Servillo e Valeria Golino più il solito straordinario insieme di caratteristi regionali) e scritto con superficialità e molta banalità, specialmente nelle facili metafore (il sogno, il naufragio in motoscafo, la pioggia durante il concerto e gli incontri con le prostitute).
Tuttavia nonostante il forte disappunto per l'ennesima speranza delusa di un cinema diverso, più particolare e soddisfacente, non posso negare che Bentivoglio non gira male (quanto meno non peggio della media) e ha una voglia e un piglio per il racconto che magari possono ottenere sbocchi migliori.
Il finale aperto del film, per quanto simil-consolatorio, non era male e alcune figure dipinte con pochi tocchi mi hanno convinto (il "maestro" Toni Servillo). Ma appunto nulla che vada più in là dell'ordinaria amministrazione.
Bentivoglio infatti dirige senza personalità un film che di particolare e originale ha unicamente una parte della trama, perchè per il resto è il classico film italiano degli ultimi anni: stretto nella crasi tra provincia e grande città, che si guarda indietro, tentando una riflessione sugli affetti e sull'arte e/o il lavoro creativo attraverso il racconto della formazione di un ragazzo.
Un po' sognatore da una parte, un po' buonista dall'altra, che non nega la realtà da lupi del nostro paese ma che contemporaneamente ne dà una visione consolatoria (la figura di Ernesto Mahieux). Tutto raccontato con una voce off molto invadente e girato con poca cura (gli attori che interpretano i musicisti, Bentivoglio a parte, non sanno suonare e si nota), recitato ottimamente (oltre al grandissimo Mahieux c'è Bentivoglio stesso, Toni Servillo e Valeria Golino più il solito straordinario insieme di caratteristi regionali) e scritto con superficialità e molta banalità, specialmente nelle facili metafore (il sogno, il naufragio in motoscafo, la pioggia durante il concerto e gli incontri con le prostitute).
Tuttavia nonostante il forte disappunto per l'ennesima speranza delusa di un cinema diverso, più particolare e soddisfacente, non posso negare che Bentivoglio non gira male (quanto meno non peggio della media) e ha una voglia e un piglio per il racconto che magari possono ottenere sbocchi migliori.
Il finale aperto del film, per quanto simil-consolatorio, non era male e alcune figure dipinte con pochi tocchi mi hanno convinto (il "maestro" Toni Servillo). Ma appunto nulla che vada più in là dell'ordinaria amministrazione.
4 commenti:
ahia primo parere negativo sul film..e quello che dici (si attesta comunque sulla media italiana) è quello che mi spaventa di più..vorrà dire che lo guarderò con aspettative minori per non rimanere deluso!ne approfitto per gli auguri e per invitarti (spoilerosamente e chiedo perdono) a un piccolo sondaggio su miglior e peggior film dell'anno da me..anocra auguri!
ecco si magari con minori aspettative me lo sarei goduto di più anche io...
sarà...ma per me tutto quello che tocca Fabrizio, si trasforma in oro.
E la scena sotto la pioggia dell'Orchestra Riverberi che suona "arrivederci" è meraviglioooosa!!
p.s.(sono una fan anche degli avion travel)
ciao,
simona
sarà...ma per me tutto quello che tocca Fabrizio, si trasforma in oro.
E la scena sotto la pioggia dell'Orchestra Riverberi che suona "arrivederci" è meraviglioooosa!!
p.s.(sono una fan anche degli avion travel)
ciao,
simona
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