J.J. Abrams prende uno sceneggiatore e regista televisivo, un cast di sconosciuti, un tema vecchissimo e una visione un po' più moderna (ma comunque già vista) di cinema e i principi alla base del successo di Lost (fascino, mancanza di informazioni complete, suspense, fantascienza intrisa di una certa illusione di realismo) e confeziona il primo film della sua carriera che funzioni come una serie tv, nutrendosi al 100% di hype scatenato con una magistrale conoscenza dei meccanismi della rete.
Intendiamoci è cinema e non televisione, ma i meccanismi applicati sono quelli delle sue serie, cioè il fatto che si crei un forte clima di interesse e discussione prima e dopo la visione che ne alimenti il godimento e la redditività.
Cinematograficamente parlando poi Cloverfield non è molto originale, passato l'espediente della visione "micro" dei fatti, cioè dall'ottica della gente comune, il film è raccontato con tutti gli stilemi del cinema americano, tutte le forzature di trama tipiche e i risvolti dei personaggi cui Hollywood ci ha abituato.
Nonostante infatti le riprese fatte tutte in digitale e a mano, simulando un vero reportage amatoriale, quella del realismo è solo un'illusione e non solo perchè i fatti raccontati sono incredibili (un mostro che attacca New York) ma soprattutto perchè il loro svolgimento non è più reale di tanti film di Godzilla.
Ma va bene. Nel senso che alla fine Cloverfield con la sua illusione di realtà regala tantissimo intrattenimento e mille spunti di suspense ed emozione agli amanti del genere. Al pari di Marvels (per chi l'ha letto) Cloverfield è un punto di vista diverso su un sistema narrativo che conosciamo molto bene. E proprio per questo funziona.
Personalmente mi sono veramente divertito e, specialmente nel finale a Central Park (arioso e plumbeo e dal sapore di showdown finale), ci ho trovato anche una visione interessante delle cose, della storia e del cinema.
Si, Cloverfield mi ha soddisfatto, ma no, non cambierà nulla nella storia del cinema. Non lo fece The Blair Witch Project (più audace nel voler tentare qualcosa di diverso) e non lo farà lui, più semplicemente si inserisce in una tendenza più generale e già registrata al maggiore realismo nella fantascienza al pari della prospettiva sociale di La Guerra Dei Mondi.
Intendiamoci è cinema e non televisione, ma i meccanismi applicati sono quelli delle sue serie, cioè il fatto che si crei un forte clima di interesse e discussione prima e dopo la visione che ne alimenti il godimento e la redditività.
Cinematograficamente parlando poi Cloverfield non è molto originale, passato l'espediente della visione "micro" dei fatti, cioè dall'ottica della gente comune, il film è raccontato con tutti gli stilemi del cinema americano, tutte le forzature di trama tipiche e i risvolti dei personaggi cui Hollywood ci ha abituato.
Nonostante infatti le riprese fatte tutte in digitale e a mano, simulando un vero reportage amatoriale, quella del realismo è solo un'illusione e non solo perchè i fatti raccontati sono incredibili (un mostro che attacca New York) ma soprattutto perchè il loro svolgimento non è più reale di tanti film di Godzilla.
Ma va bene. Nel senso che alla fine Cloverfield con la sua illusione di realtà regala tantissimo intrattenimento e mille spunti di suspense ed emozione agli amanti del genere. Al pari di Marvels (per chi l'ha letto) Cloverfield è un punto di vista diverso su un sistema narrativo che conosciamo molto bene. E proprio per questo funziona.
Personalmente mi sono veramente divertito e, specialmente nel finale a Central Park (arioso e plumbeo e dal sapore di showdown finale), ci ho trovato anche una visione interessante delle cose, della storia e del cinema.
Si, Cloverfield mi ha soddisfatto, ma no, non cambierà nulla nella storia del cinema. Non lo fece The Blair Witch Project (più audace nel voler tentare qualcosa di diverso) e non lo farà lui, più semplicemente si inserisce in una tendenza più generale e già registrata al maggiore realismo nella fantascienza al pari della prospettiva sociale di La Guerra Dei Mondi.
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