Pochi autori contemporanei sono difficili da seguire come Ceylan, cineasta turco che non teme di girare i propri film con un andamento molto lento (ma mai noioso!) e di infarcirli di moltissimi elementi diversi da seguire. Pochi hanno il coraggio di fare ancora un cinema così metaforico che usi ancora in maniera così cardinale le simbologie e che rivendichi così coraggiosamente il potere dell'estetica. E pochi girano autentici capolavori come è anche questo Le Tre Scimmie, sicuramente uno dei migliori film visti quest'anno.
Io l'ho conosciuto con Iklimer (parola che in turco significa "clima" e che sventatamente è stata tradotta da noi con Il Piacere e L'Amore) che forse è ancora più rigido di Le Tre Scimmie nel descrivere senza concessioni alla spettacolarizzazione una trama che è tale solo di nome.
Questo nuovo film (che ha vinto la miglior regia a Cannes) è invece infarcito con un intreccio più complesso (storie di debiti e tradimenti) ha più personaggi principali (4 invece di 2) ma sostanzialmente propone la stessa folgorante visione di mondo, quella per la quale cioè i sentimenti veri sono quelli non espressi dove sono gli irreali e iperbolici silenzi a comunicare più delle azioni e dove tutti sono sempre soli.
Le Tre Scimmie del titolo sono il padre la madre e il figlio di una famiglia che ognuno a suo modo non vede, non sente e non parla della verità, cioè di quello che già sanno. I loro sentimenti inespressi, le loro aspirazioni, i loro dilemmi sono tutti nelle posizioni che assumono, in come il regista decide di inquadrarli e nel tempo che è dedicato loro dal montaggio. Ci sono poche parole ma potrebbero essercene anche meno, il cinema di Ceylan è cinema puro che esprime sensazioni senza dover usare la parola ma solo con i mezzi del cinema.
Tutto quanto è filmato con un'attenzione alla messa in scena che è a dir poco mostruosa. Si ripete l'ossessione del regista per il "bagnato", l'acqua domina nei suoni (mai così importanti) e soprattutto visivamente, nella forma del mare, del sudore, dei bicchieri da bere ecc. ecc. Le Tre Scimmie è un tripudio di cattivo tempo e di assolate e asfissianti giornate (anche questo film si poteva chiamare "clima") passate a dormire, di improvvise violenze e di ricordi penetranti che si manifestano sempre con inquadrature vicinissime ai volti tese a scorgere tutte le gocce di sudore che ogni tanto procedono anche all'indietro (sic!).
Mai premio alla miglior regia fu più azzeccato perchè mai si è vista un'attenzione tale ad ogni componente della messa in scena. Tutto regge nonostante la difficoltà data dalla grande lentezza espressiva grazie ad un raffinato equilibrio dove, è evidente, ogni suono che si ode in lontananza, ogni imperfezione della pelle, ogni composizione dell'inquadratura e ogni stacco di montaggio è assolutamente fondamentale e studiatissima.
Io l'ho conosciuto con Iklimer (parola che in turco significa "clima" e che sventatamente è stata tradotta da noi con Il Piacere e L'Amore) che forse è ancora più rigido di Le Tre Scimmie nel descrivere senza concessioni alla spettacolarizzazione una trama che è tale solo di nome.
Questo nuovo film (che ha vinto la miglior regia a Cannes) è invece infarcito con un intreccio più complesso (storie di debiti e tradimenti) ha più personaggi principali (4 invece di 2) ma sostanzialmente propone la stessa folgorante visione di mondo, quella per la quale cioè i sentimenti veri sono quelli non espressi dove sono gli irreali e iperbolici silenzi a comunicare più delle azioni e dove tutti sono sempre soli.
Le Tre Scimmie del titolo sono il padre la madre e il figlio di una famiglia che ognuno a suo modo non vede, non sente e non parla della verità, cioè di quello che già sanno. I loro sentimenti inespressi, le loro aspirazioni, i loro dilemmi sono tutti nelle posizioni che assumono, in come il regista decide di inquadrarli e nel tempo che è dedicato loro dal montaggio. Ci sono poche parole ma potrebbero essercene anche meno, il cinema di Ceylan è cinema puro che esprime sensazioni senza dover usare la parola ma solo con i mezzi del cinema.
Tutto quanto è filmato con un'attenzione alla messa in scena che è a dir poco mostruosa. Si ripete l'ossessione del regista per il "bagnato", l'acqua domina nei suoni (mai così importanti) e soprattutto visivamente, nella forma del mare, del sudore, dei bicchieri da bere ecc. ecc. Le Tre Scimmie è un tripudio di cattivo tempo e di assolate e asfissianti giornate (anche questo film si poteva chiamare "clima") passate a dormire, di improvvise violenze e di ricordi penetranti che si manifestano sempre con inquadrature vicinissime ai volti tese a scorgere tutte le gocce di sudore che ogni tanto procedono anche all'indietro (sic!).
Mai premio alla miglior regia fu più azzeccato perchè mai si è vista un'attenzione tale ad ogni componente della messa in scena. Tutto regge nonostante la difficoltà data dalla grande lentezza espressiva grazie ad un raffinato equilibrio dove, è evidente, ogni suono che si ode in lontananza, ogni imperfezione della pelle, ogni composizione dell'inquadratura e ogni stacco di montaggio è assolutamente fondamentale e studiatissima.
15 commenti:
Attesissimo da me! quando esce in sala?
Niente, 12/09.
Pare interessante anche "Shanghai Baby", sempre venerdì in uscita...
Quello purtroppo non l'ho visto in anteprima perchè era ieri sera e a sorpresa ho saputo che c'è Venezia a Roma e in contemporanea c'era proprio The Wrestler.
esula un attimo dal film ma....per curiosità, noi odiamo cineblog? o comunque dovremmo? perchè?
No no, non odiamo cineblog (ma poi "noi" chi?).
Ho scritto che non vorremo mica farlo vincere perchè è l'unico della cinquina che non è parte della cinebloggers connection. Nulla contro di loro, è solo blando campanilismo, come quando speri che l'Italia vinca, mica odi le altre nazioni (Francia a parte).
Loro fanno nanpublishing, hanno una redazione, dei ruoli, sono in tanti, vengono pagati a post ecc. ecc. è proprio un'altra cosa rispetto ai blog "indie" tenuti per sola soddisfazione personale. Non a caso sono più capillari, più precisi, più rapidi nell'aggiornare, più affidabili e più presenti a festival, mostre ed eventi.
Ma, ripeto, assolutamente non ho nulla contro di loro.
ah ok. il noi era solo un plurale maiestatis. e comunque quando gioca l'italia di solito odio anche la svizzera, è solo una mia mania ma la odio più della francia.
Come puoi odiare la Svizzera? ha creato gli orologi, il formaggio e poi c'è il famoso "Conto in Svizzera". La Francia invece, quello è odio puro.
....per non parlare della Milka, con i castori che incartano la cioccolata.
secondo me i castori della milka sono austriaci, hanno tutto un'altro piglio rispetto ai casrtori svizzeri. non vorrei sembrare leghista, ma i castori austrici si che hanno voglia di lavorare, quelli svizzeri invece....
mi hai assolutamente convinto. una domanda personale, quando parli di cinema metaforico, atmosfera, nuvole, ecco la domanda è questa, scusa la confusione, questo cinema ha qualche linea d'intesa con quello di Malick...?
Diciamo che usano la medesima cassetta degli attrezzi, ma in maniera completamente diversa.
Malick, nonostante non siano molto dinamico e' comunque americano e crede molto nel potere della parola. Ceylan invece fa tutto con le immagini, i suoi film sono colmi di silenzi, cosa che e' sia una scelta espressiva sia parte della trama.
ok. grazie
L'ho visto! In tutta milano a darlo c'è solo il cinema orchidea, che da fuori sembra un cinema porno. Almeno questo ha detto la ragazza con cui sono andato a vederlo, ed era la prima uscita...
Cazzo, non si è nemmeno addormentata!
Se le è piaciuto non lo sò, lei dice di si, comunque io ho fatto la figura dell'intellettuale e ho colpito. Hihihihihi...
E mi è pure piaciuto il film!
cazzo vittoria su tutta la linea.
Lei già si immaginava la scena del cinema di Taxi Driver...
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