FUTURE FILM FESTIVAL 2009
IN CONCORSO
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Ah il classico! L'animazione giapponese nella sua forma più tradizionale. Sword Of The Stranger è l'equivalente di un poliziesco o di un western per gli americani, storia di un samurai errante taciturno e dall'oscuro passato che non sguaina mai la spada per un voto fatto in seguito ad un terribile incidente. Egli si trova a prendersi cura e difendere un bambino nomade braccato da un clan malvagio per un sacrificio un po' improbabile.
Non brilla di nessuna luce particolare e ha anche degli inserti CG mal fatti e stupidi, tuttavia come dicevo è l'intrattenimento classico alla nipponica, quello che soddisfa la voglia interiore di vedere il già visto (ma fatto bene!!).
Come spesso si fa nella modernità il film tratta anche in una certa maniera tematiche "sociali" come l'integrazione razziale (il protagonista è un diverso perchè ha i capelli rossi e se li tinge per essere accettato), tuttavia è permeato da quella filosofia orientale dell'onore e del confronto personale come più alta aspirazione che è sempre un bel vedere.
9 commenti:
Ah come no! Avevo letto di sto film, più o meno avevo pensato che fosse come tu lo descrivi... Lo vedrò senza attendermi nulla...
non rimarrai deluso
dipende, ne ho visti veramente tanti di questi prodotti, sono fatti apposta perchè vendono all'estero (il samurai tira un botto...). Non so...
visto.
Ci sono in effetti due pezzi di solo computer grafica abbastanza ridicoli, ma io non mi ci sono neanche soffermato.
Per quanto riguarda il fatto che non brilli di nessuna luce propria non sono d'accordo, per la media qualità dell'animazione giapponese questo è mostruoso.
Mah non so. A me non aveva soddisfatto eccessivamente.
Il punto è che tranne Miyazaki, l'animazione giapponese raramente riesce a fare film degni di questo nome.
Non solo per la tecnica, ma per il ritmo la sceneggiatura, per tutto...
Il punto è che i cosiddetti "film di animazione" sono nella maggior parte dei casi episodi della corrispondente serie tv allungati (vedi Lupin...). E realizzarli in questo modo è un vero e proprio modus operandi. Non esistono infatti registi di cinema di animazione, ci sono professionisti/artigiani che fanno un po di tutto (dall'episodio, ai videogiochi, ai film).
In questo Sword Of The Stranger si differenzia dal prodotto medio in quanto è quasi un film. Per questo ai miei occhi ha dei pregi.
Per dirti, al di là dell'animazione è il ritmo che mi ha sorpreso di più, questo film è a tratti lento, cosa incredibile per un film di animazione giappo...
Però comunque assolutamente godibile
si difatti sono tentato dalla prova Compatto. Solo che non è doppiato in Italiano...
C'è poco da fa, il provino per essere visto dal Compatto è tostissimo...
Scusate se mi intrometto, ma a me è sembrato un film una spanna sopra a tante americanate che invadono il cinema ultimamente(e con "ultimamente" intendo gli ultimi 10 anni...), zeppe di effetti speciali ma senza una trama o un perchè di fondo. Io ho trovato Sword of the Stranger molto bello sotto tutti i punti di vista, e ammetto di ringraziare che almeno i giapponesi non abbiano venduto tutta l'anima alla computer grafica. Alcune animazioni del film sono spettacolari, per non parlare dei colori e dell'atmosfera. Secondo me sa di già visto fino ad un certo punto: il protagonista non è il solito tipo presuntoso, freddo e distaccato,la trama non è complicata, ma è farcita di tanti elementi che,a mio parere, rendono il film molto piacevole (tanto per fare un esempio, normalmente il cane è la solita mascottina del gruppo, qui è proprio un personaggio chiave)
Insomma, per essere un film del genere western giapponese, mostra parecchie altre cose oltre ai combattimenti all'ultimo sangue.
Inoltre, non credo che sia fatto perchè vende anche all'estero (tant'è vero che è già tanto se l'hanno proiettato per una notte sola in 360 cinema americani...)
L'animazione giapponese viene molto sottovalutata, ma è bene sapere che non esiste solo Miyazaki. Vogliamo citare Satoshi Kon o Mamoru Oshii?
Consideriamo anche che si tratta del primo lavoro di Masahiro Ando.
Con questo è tutto,
Voyager
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