FESTIVAL DI CANNES 2010
SEANCE SPECIALE
Draquila e' un film cinematograficamente davvero povero. Non ha un immaginario di riferimento ne' tantomeno e' in grado di generare immagini che raccontino qualcosa, tutto quello che deve dire lo fa con la voce fuori campo o con le interviste alle persone. Non utilizza il comparto audio se non per far sentire le parole, ne' tenta qualcosa di ardito. Draquila e' in sostanza un documento di stampo televisivo allungato di qualche decina di minuti (e dotato di uno score) cosi' da poter finire al cinema.
Detto questo Draquila fa pero' un buon racconto. Prende fatti in linea di massima noti al suo pubblico di riferimento e li aggrega operando una narrazione fluida chiara e non eccessivamente faziosa, per quanto dichiaratamente di parte.
Sabina Guzzanti capisce di doversi levare dal proscenio e lascia spazio alle persone che una volta tanto non sono solo autorita' o protestanti ma soprattutto il popolo a favore di Berlusconi, quegli aquilani sfollati e poi risistemati che credono e hanno fiducia nel premier.
In questo modo, oltre a raccontare la cronaca dei giornali e a fare qualche interessante connessione in piu' (che tuttavia per quanto plausibile rimane arbitraria), Sabina Guzzanti riesce finalmente a mostrare qualcosa, ovvero il consenso nel suo farsi, l'effetto che fa un bambino baciato in piazza, un mocio vileda regalato o la scoperta delle intercettazioni, riesce insomma a mostrare il berlusconismo attivo di chi crede nell'uomo piu' votato d'Italia: chi e' il popolo di Berlusconi in una zona disastrata come l'Aquila, chi la' dove tutti si lamentano e dove la vita sembra insostenibile e' soddisfatto di quello che e' stato fatto per lui e quali siano le sue ragioni.
Detto questo Draquila fa pero' un buon racconto. Prende fatti in linea di massima noti al suo pubblico di riferimento e li aggrega operando una narrazione fluida chiara e non eccessivamente faziosa, per quanto dichiaratamente di parte.
Sabina Guzzanti capisce di doversi levare dal proscenio e lascia spazio alle persone che una volta tanto non sono solo autorita' o protestanti ma soprattutto il popolo a favore di Berlusconi, quegli aquilani sfollati e poi risistemati che credono e hanno fiducia nel premier.
In questo modo, oltre a raccontare la cronaca dei giornali e a fare qualche interessante connessione in piu' (che tuttavia per quanto plausibile rimane arbitraria), Sabina Guzzanti riesce finalmente a mostrare qualcosa, ovvero il consenso nel suo farsi, l'effetto che fa un bambino baciato in piazza, un mocio vileda regalato o la scoperta delle intercettazioni, riesce insomma a mostrare il berlusconismo attivo di chi crede nell'uomo piu' votato d'Italia: chi e' il popolo di Berlusconi in una zona disastrata come l'Aquila, chi la' dove tutti si lamentano e dove la vita sembra insostenibile e' soddisfatto di quello che e' stato fatto per lui e quali siano le sue ragioni.
Il documentario non nasconde una certa violenza e una certa cattiveria nei confronti di queste persone, violenza e cattiveria che si fa fatica a non condividere a prescindere dalle preferenze politiche, perche' rivolte contro chi sceglie e rivolgere il proprio voto (e quindi decide le sorti del paese) sulla base di criteri che dire risibili e poco documentati e' poco. E' una cattiveria strisciante ma presente contro chi ha scelto per fini egoistici, per omofobia, per maschilismo, conservatorismo delle idee, timore, piccineria e ignoranza. Ed e' la cosa piu' cinematografica di tutto il film.
10 commenti:
Sicuro che dopo questo post non ti fermeranno alla frontiera? =)
Flavia.
questa e' la volta buona mi sa....
Insomma è un documentario fatto intervistando gli ultrà, una specie di bestiario tipo Religiolus?
"Religiolus" era fantastico! E comunque.. paragone coerente! =)
Flavia.
Mah, non vedo l'utilità di intervistare degli sciroccati o degli ingenui.
Specialmente dopo che Flaiano ci ha ricordato che oggi il cretino è pieno di idee.
@Fabio: ma quindi a te "Religiolous" non è piaciuto? Io ho apprezzato l'idea di mettere le persone davanti alle loro incoerenze e farle parlare. Premesso che non ho nulla contro la fede, ho trovato divertenti le spiegazioni "razionali" delle persone.. Comunque forse "Draquila" lo andrò a vedere oggi...
Flavia.
Io di quel film ho visto degli spezzoni e non di più; l'ho citato come termine di paragone solo perché gparker lo aveva descritto in un certo modo a suo tempo.
In generale io non vado a vedere documentari di questo genere perché non mi piace l'informazione tagliata in modo emotivo, autocelebrativa, con le luci e le ombre piazzate dalla regia e tutto questo irritante campionario.
In tv non la sopporto per più di cinque minuti: musica morriconiana, inviato (anzi di solito inviata) con faccia da patibolo che fa domande idiote, repliche alle interviste che vengono fatte nel montaggio anziché essere sottoposte alle persone.
Ritengo questo tipo di prodotto televisivo dannoso al di là del suo contenuto, proprio perché educa il pubblico ad un'informazione scadente, al conformismo e ad una bellicosità ottusa.
Risposta soddisfacente? :)
non è come religiolous, fa un racconto e poi da spazio ai berlusconiani, la cosa è uona perchè trovo importante capire davvero le ragioni del consenso, come esso si formi e da che parti penda.
religiolousnon mierapiaiuto per niente perchè era arrogante e sbruffone, intervistava deifreak della religione, non rappresentativi di nessuna persona che si dica reigiosa e li metteva in un attimo in difficoltà solo in quanto ignoranti e cretini. e prendersela con i cretini non ha seno in un documentrio che orrebbe screditarela reigione. non appena parla con un alto esponente religioso (rbbino se non sbaglio) quello se lo mette nel sacco e lui rosica pure male.
@gparker
Ah, ok. Penso comunque che questo della Guzzanti lo vedrò, perché è concentrato su un argomento preciso e non tratta dei massimi sistemi.
A proposito, concedimi un anticipazione: si afferma o insinua o alimenta l'ipotesi che il terremoto fosse "prevedibile"?
un'anticipazione, apostrofo...
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