Questo film è un polpettone. Ecco la definizione corretta: polpettone.
Si tratta di un'opera tratta da un racconto di Philip Roth che scandaglia i confini del sentimento amoroso e dell'attrazione sessuale. Ma è un polpettone perchè cerca l'intimismo a tutti i costi senza che ad esso corrisponda azione. Anche Two Lovers è un film intimista ma a fronte di molto "movimento interiore" ai personaggi ce n'è anche tanto "esteriore" a giustificarlo.
Come classico dei polpettoni tutto risiede su fotografia, scene e attori. E da quel punto di vista il film è impeccabile: Kingsley e Cruz si impegnano come possono, Jean-Claude Larrieu fotografa con grande raffinatezza e le scenografie anche sono curatissime. Tutto confluisce verso il racconto di un unico grande tema, il rigore dei sentimenti contro la furia della carne. Ma come si è detto senza che succeda nulla di veramente sorprendente (se si esclude il più classico dei colpi di scena prevedibili finali).
Tutto l’impianto metaforico è talmente metodico, denso e oppressivo da schiacciare il film facendolo suonare in ogni momento inevitabilmente fasullo. Ed è quasi pornografico nel voler applicare simbologie e riferimenti alti quasi senza considerare che già la professione di molti personaggi coinvolti (letterati, professori, poeti) ha un significato fortissimo.
A questo punto alcuni si chiederanno: "Ma come? I pastori kazaki di Tulpan si e il racconto di Philip Roth con Penelope Cruz no??". Esatto! Tulpan si e Penelope Cruz no.
Si tratta di un'opera tratta da un racconto di Philip Roth che scandaglia i confini del sentimento amoroso e dell'attrazione sessuale. Ma è un polpettone perchè cerca l'intimismo a tutti i costi senza che ad esso corrisponda azione. Anche Two Lovers è un film intimista ma a fronte di molto "movimento interiore" ai personaggi ce n'è anche tanto "esteriore" a giustificarlo.
Come classico dei polpettoni tutto risiede su fotografia, scene e attori. E da quel punto di vista il film è impeccabile: Kingsley e Cruz si impegnano come possono, Jean-Claude Larrieu fotografa con grande raffinatezza e le scenografie anche sono curatissime. Tutto confluisce verso il racconto di un unico grande tema, il rigore dei sentimenti contro la furia della carne. Ma come si è detto senza che succeda nulla di veramente sorprendente (se si esclude il più classico dei colpi di scena prevedibili finali).
Tutto l’impianto metaforico è talmente metodico, denso e oppressivo da schiacciare il film facendolo suonare in ogni momento inevitabilmente fasullo. Ed è quasi pornografico nel voler applicare simbologie e riferimenti alti quasi senza considerare che già la professione di molti personaggi coinvolti (letterati, professori, poeti) ha un significato fortissimo.
A questo punto alcuni si chiederanno: "Ma come? I pastori kazaki di Tulpan si e il racconto di Philip Roth con Penelope Cruz no??". Esatto! Tulpan si e Penelope Cruz no.
5 commenti:
Che non si dica che parker non ama le sfide!
Però a me la vita segreta delle parole mi era piaciuto tanto. Sono un po' delusa..
quello non l'ho visto
MA NON MI TIRO INDIETRO!!
per quanto mi riguarda, considero isabel coixet una regista davvero sopravvalutata, molto limitata, un po' ricattatrice sentimentale, e i suoi film una discreta rottura di palle. non a caso, fuori dalla catalogna non se la fila nessuno. l'unica cosa buona che ha fatto era condurre ogni tanto (se non ricordo male, i conduttori cambiavano) un bellissimo programma di cinema sulla raidue spagnola (tve2), di notte, in cui invitava un ospite (sempre gente interessante, mai banale) in una sorta di salotto composto da due divani e le pareti fatte di schermi interi, e gli mostrava spezzoni non brevi di due o tre film che le piacevano e partendo da quelli commentavano la vita dell'ospite o viceversa. un programma che farebbe la fortuna di qualunque cinefilo o persona minimamente curiosa.
Il programma si chiamava Carta blanca e iniziava con un divertente autoritratto dell'ospite:
questo è quello di isaibel coixet:
http://www.youtube.com/watch?v=IKWrKD4XV0o
questo è quello del grande ray loriga, scrittore-regista spagnolo trapiantato a new york:
http://www.youtube.com/watch?v=zvEZf_TqRyY&NR=1
Che titolo italiano...
si pure troppo
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