CONCORSO
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
Quando asciughi un film postapocalittico di tutto il comparto di azione e di spettacolarità dovrebbe rimanere solo lo scopo ultimo del raccontare una storia fantascientifica in cui i protagonisti vagano in una Terra irriconoscibile a causa di uno sconvoglimento che ci riporta all'età della pietra. Eppure non è così per La Strada.
Un padre e un figlio cercano di sopravvivere in un mondo in cui gli uomini peggiori vagano in cerca di altri uomini di cui cibarsi e i migliori si suicidano. La metà è il sud degli Stati Uniti, posto nel quale proiettano i loro sogni di pseudonormalità (nel mondo sconvolto da non si sa cosa il sole non esiste come nemmeno la natura e gli animali).
Il racconto parte e si ferma ai due protagonisti e una volta tanto nel cinema di questo tipo lo sfondo è solo uno sfondo, nulla di più. Navi all'asciutto, palazzi distrutti, tralicci piegati, alberi morti a perdita d'occhio e tantissimo deserto senza che si sappia perchè. In questi posti i due vagano cercando roba da mangiare e scappando dagli altri uomini. Tanto vi basti sapere.
Però cosa cerchino i protagonisti, da cosa scappino e cosa li muova rimangono purtroppo semplici motivazioni bidimensionali (il male, il bene, la speranza, la fede, l'istinto di sopravvivenza) da accettare o rifiutare in toto, niente di autenticamente complesso. E quando manca anche l'epica ad un racconto simile casca ogni base e sopraggiunge l'inutilità. Ecco La Strada non è brutto. E' inutile.
5 commenti:
mi piaci perché ti schieri
"e inutile". Gia. Le tue ultime due parole mi permettono di non dover leggere tutta la recensione.
e invece dovresti perchè la trama ti può interessare.
te non hai capito un cazzo. Ma no del cazzo. Della vita.
te non hai capito un cazzo. Ma no del cazzo. Della vita.
Posta un commento