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3.8.10

Cattivissimo Me (Despicable Me, 2010)
di Pierre Coffin e Chris Renaud

POSTATO SU
Anche la Universal pretende il suo posto al sole nel mondo dell'animazione e per farlo commissiona il suo primo lungometraggio animato in CG ad uno studio francese, così come era già successo con Planet 51 (commissione americana, realizzazione spagnola). E come per il precedente non può che risultare evidente che la fusione tra denaro (e soprattutto metodo) statunitense e creatività europea porta ad un risultato nettamente inferiore alla media per originalità e voglia di stupire.

In particolare Cattivissimo Me ce la mette tutta per essere il più innocuo possibile, operare una trasgressione da tinello e mettere in scena della cattiveria da oratorio. Non è infatti la morale buonista e smielata di un super villain che diventa padre amorevole a infastidire (ci sono piaciuti per anni i film Disney!), quanto come questa mutazione sia subitanea e immotivata e come venga spacciata per chissà quale evoluzione.

Di cattivissimo nel film davvero non c'è nulla, come del resto non c'è praticamente nulla di divertente (se si esclude una battuta esilarante su Lehman Brothers) o di originale. I minion, aiutanti praticamente muti e buffi del protagonista, sono un'accozzaglia di mille cose già viste, realizzati per generare la reazione comica con un meccanismo stimolo-risposta talmente scontato da fare quasi pena.

Il modello appare in tutto e per tutto la peggior Dreamworks, cioè quella che ancor più della Disney di un tempo, vede nel suo pubblico di riferimento una preda da cacciare attraverso esche di cui si sa essere ghiotto e non persone da conquistare.
A margine dovrebbe poi esserci la "straordinaria creatività europea" per tutto quello che riguarda la concezione di mezzi, scene ed immagini originali che si traduce in un po' di macchinari meccanici dal design vagamente interessante e poi un mare di ricicli, specie quando si tratta di dare vita e corpo al rivale del protagonista, un Bill Gates che vive in un mondo Apple (?!?!).
Il vecchio continente si dimostra vecchio in tutto e per tutto con l'ennesimo racconto di affetti familiari che vincono tutto (senza un motivo, uno spunto, una contraddizione da risolvere...) e un sottotesto di mondo meccanico pieno di cuore contro l'arida e fredda tecnologia.

1 commento:

Cineserialteam ha detto...

Ah... ed io che invece lo aspettavo...

Vabbè...


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