Mentre i detrattori mucciniani affilano le loro lame per le mille stoccate a cui Baciami Ancora presta il fianco (e dalle quali non intendo minimamente difendere il film perchè, se non lo avete capito, non ritengo che il punto non sia lì) qui si gioisce per il ritorno italiano di Gabriele Muccino. Ritorno non solo ad una produzione nazionale ma soprattutto a quel tipo di storie che racconta in Italia.
Tornano dunque le ossessive telefonate ai cellulari, il fiatone, i bagliori lenticolari, il sole che entra dalle mille finestre, i campi di grano in mezzo alla città, le corse con musica francese di sottofondo e via dicendo. Un racconto che stavolta se ha un difetto è di trattare con sufficienza le storie che si svolgono attorno a quella principale, la quale invece vive di momenti straordinari di furiosa empatia al di là di qualsiasi possibile realismo.
Il rapporto con L'Ultimo Bacio è di cuginanza se in quello si peccava (e molto) qui si scontano le pene corrispettive e dunque anche il finale in questo senso segna una risoluzione da chiusura del cerchio e non il reiterarsi della medesima situazione come nel precedente.
Lo stile del racconto, che è la cosa più importante nei film di Muccino, continua ad evolversi nella arrivando ad un nuovo livello di astrazione dal reale nel quale tutti gli elementi della messa in scena (luoghi, luci, parole, meteo, azioni, vestiti, i divani, i colori dei capelli...) valgono più per ciò che rappresentano che per ciò che sono. Come nell'arte illustratoria anche qui il sentimentalismo (la cosa a cui il regista sembra tenere di più di tutte) scaturisce dal concorso di tante parti diverse dell'immagine e del sonoro in grado di dare il proprio apporto. Tra queste si distinguono gli agenti atmosferici, sempre più importanti nei film italiani di Muccino benchè sia una caratteristica tipicamente statunitense.
Ma anche la luce del sole, sempre forte, insistente e direzionata sui corpi degli attori contribuisce a realizzare momenti altissimi. Sono infatti proprio raggi solari (o meglio luci artificiali che sembrano tali) quelli che colmano la pupilla di Vittoria Puccini mettendone in risalto solo l'iride, nella scena in cui i due protagonisti hanno un alterco fondamentale colmo di rabbia e d'amore soppresso in controluce davanti ad alcune porte-finestra scorrevoli.
Di fronte ad idee come questa, come i campi di grano dove padre e figlia vivono i loro sentimenti, come la pioggia nei momenti decisivi o gli appartamenti illuminati con precisi fari anche i dialoghi assumono com'è giusto una veste diversa.
Baciami ancora è un film in cui (come già è capitato in passato) i personaggi pronunciano frasi come: "Scusami se non sono quello che avresti voluto che fossi", in cui parlano non come ci si parlerebbe nella realtà ma come ci si vorrebbe parlare in certi momenti, nel bene e nel male, in linea con quell'idea di far aderire il racconto filmico non alla vita vera ma ad una sua astrazione romantica da romanzo popolare d'alta maestria.
Infine fa ridere come vedendo un film che riprende a 10 anni di distanza dei personaggi non si riesca a non pensare a che evoluzione abbiano avuto in questo lasso di tempo le carriere di quel gruppo di attori che L'Ultimo Bacio sembrava aver lanciato. Allo stesso modo dei personaggi (anche se non secondo una corrispondenza diretta) alcuni sono andati all'estero, alcuni sono caduti in disgrazia, alcuni hanno fatto altro, alcuni sono esplosi in patria e altri non li si è più sentiti.
Tornano dunque le ossessive telefonate ai cellulari, il fiatone, i bagliori lenticolari, il sole che entra dalle mille finestre, i campi di grano in mezzo alla città, le corse con musica francese di sottofondo e via dicendo. Un racconto che stavolta se ha un difetto è di trattare con sufficienza le storie che si svolgono attorno a quella principale, la quale invece vive di momenti straordinari di furiosa empatia al di là di qualsiasi possibile realismo.
Il rapporto con L'Ultimo Bacio è di cuginanza se in quello si peccava (e molto) qui si scontano le pene corrispettive e dunque anche il finale in questo senso segna una risoluzione da chiusura del cerchio e non il reiterarsi della medesima situazione come nel precedente.
Lo stile del racconto, che è la cosa più importante nei film di Muccino, continua ad evolversi nella arrivando ad un nuovo livello di astrazione dal reale nel quale tutti gli elementi della messa in scena (luoghi, luci, parole, meteo, azioni, vestiti, i divani, i colori dei capelli...) valgono più per ciò che rappresentano che per ciò che sono. Come nell'arte illustratoria anche qui il sentimentalismo (la cosa a cui il regista sembra tenere di più di tutte) scaturisce dal concorso di tante parti diverse dell'immagine e del sonoro in grado di dare il proprio apporto. Tra queste si distinguono gli agenti atmosferici, sempre più importanti nei film italiani di Muccino benchè sia una caratteristica tipicamente statunitense.
Ma anche la luce del sole, sempre forte, insistente e direzionata sui corpi degli attori contribuisce a realizzare momenti altissimi. Sono infatti proprio raggi solari (o meglio luci artificiali che sembrano tali) quelli che colmano la pupilla di Vittoria Puccini mettendone in risalto solo l'iride, nella scena in cui i due protagonisti hanno un alterco fondamentale colmo di rabbia e d'amore soppresso in controluce davanti ad alcune porte-finestra scorrevoli.
Di fronte ad idee come questa, come i campi di grano dove padre e figlia vivono i loro sentimenti, come la pioggia nei momenti decisivi o gli appartamenti illuminati con precisi fari anche i dialoghi assumono com'è giusto una veste diversa.
Baciami ancora è un film in cui (come già è capitato in passato) i personaggi pronunciano frasi come: "Scusami se non sono quello che avresti voluto che fossi", in cui parlano non come ci si parlerebbe nella realtà ma come ci si vorrebbe parlare in certi momenti, nel bene e nel male, in linea con quell'idea di far aderire il racconto filmico non alla vita vera ma ad una sua astrazione romantica da romanzo popolare d'alta maestria.
Infine fa ridere come vedendo un film che riprende a 10 anni di distanza dei personaggi non si riesca a non pensare a che evoluzione abbiano avuto in questo lasso di tempo le carriere di quel gruppo di attori che L'Ultimo Bacio sembrava aver lanciato. Allo stesso modo dei personaggi (anche se non secondo una corrispondenza diretta) alcuni sono andati all'estero, alcuni sono caduti in disgrazia, alcuni hanno fatto altro, alcuni sono esplosi in patria e altri non li si è più sentiti.
29 commenti:
ogni volta mi dico....
sto giro lo vedo, sto giro lo vedo poi gli faccio il culo...
Poi mi limito solo a fargli il culo....
Muccino io ti disprezzo pigramente...
mah io ho visto il film ieri...e non sono riuscito a vedere nulla di meglio che un flim che non raggiunge il suo scopo...anzi che non ha il suo scopo...insomma è un film in cui i personaggi sono delle figurine senza alcuna sfumatura, in cui dalla topicità dialcune scene ne viene solo una sonora risata... Muccino non sa raccontare...ha urlato questo film..decisamente meglio l'ultimo bacio...riguardo quella che sembra una sua crescita personale nei dettagli..nel gioco ermeneutico per cui finalmente le cose sono importanti per quello che rappresentano più che per quello che sono! mi dispiace ma non basta e non basterà mai...se il terreno di partenza è arido!
La solita estetica da film sulle brigate rosse. Sempre le stesse facce...
non trovo il terreno di partenza arido anzi, e mi sembra che il luogo comune per il quale i flim di muccino siano urlati perchè i personaggi urlano sia fallace. Sono film affannati, che corrono con un ritmo forsennato ma che poi quando devono dire qualcosa ci mettono molto tempo a farlo. Muccino non cerca mai la comunicazione puntuale (benchè ci siano diverse scene madre nei suoi film) ma fa emergere i significati lungo tutto il flim e questo perchè è un ottimo narratore.
Che poi, non so se tu parker vedi la tv, ma ieri regista e cast stavano a Matrix...
non li avevo visti ma l'ha ricordato en passant parlando lo stesso muccino in conferenza.
La cosa che mi irrita di più nei film di Muccino sono proprio i dialoghi e le recitazioni isteriche di tutti i suoi protagonisti. L'ultimo bacio non mi è piaciuto per niente, figuriamoci cosa mi trasmetterà questo. Comunque nulla toglie che per curiosità possa vederlo in qualche modo.
Ale55andra
beh se ti infastidisce il suo ritmo e i suoi dialoghi affannati è difficile che ti piacerà, però al di là di quello (che comunque io nei suoi film apprezzo) ci sono tante di quelle idee come in un film italiano non ne trovi.
Muccino non cerca mai la comunicazione. punto. ;)
Avendo visto di recente il passaggio televisivo dell'Ultimo Bacio, ho compreso che questa nuova produzione non stimola in me lo sforzo necessario per doporre il pad e alzarmi dal divano per raggiungere il cinema. E' appunto questo modo di narrare che non mi convince e che iddioneètestimone mi irrita sino al midollo. A Gabriè a te ti tocca vederlo (lo sai che ti tocca lo sai) io salto allegramente la staccionata e vado oltre.
figurati non sei tenuto.
Però io mi gioco tutto che ti perdi qualcosa che domani sarà ripreso e ampliato da altri.
è una minaccia?
Sto venendo a prenderti!
Io non amo il cinema di Muccino. Il bello è che i suoi film italiani me li sono pure sciroppati tutti, compreso quello con Pasotti vestito con una tuta da disinfestazione (è l’unico flash che ho) e, mi pare , la Bobulova.
Ma quello che amo ancora meno è il dibattito sociologico di mezza tacca che si scatena ogni volta che esce un suo film.
Fu con l’Ultimo Bacio che iniziarono a martellarci gli zebedei (i miei naturalmente sono metaforici) con quei poveri sfigatoni dei trentenni, prima di Ricordati di me sì parlava sì delle veline, ma poi è sembrato che in Italia esistessero solo fanciulle che volevano darla via per fare televisione. Ora la meneranno con i quarantenni. I film di Muccino specchio della società? Sì quella che va bene per l’Arena di Giletti, gli articoli di Grazia e compagnia cantante. Per finire, ma solo a me il video di Jovanotti ispira istinti omicidi?
No Claudia, sto con te tutta la vita. Sto con te oltre le porte di Tannoiser al largo dei bastioni di Orione.
Per me Muccino ci raggiunge pure là.
Si la storia delle radici sociologiche dei suoi film è insostenibile. E lui stesso poi la smentisce ogni volta ma è inutile, è troppo comodo per la stampa appoggiarsi a quelle cose e titolare "Generazione Muccino".
E' una cosa che gli risolve mille problemi, che scatena dibattiti e che fa incazzare i lettori, tutti elementi che contribuiscono alla lettura dei pezzi.
Non l'ho ancora visto ma lo vedro' perchè a me di Muccino piacciono alcune caratteristiche soprattutto tecniche, ma non solo, che piacciono anche a te e che sono sicuro abbia ancora. Però ho sempre paura che abbia anche sempre gli stessi difetti per esempio un'estetica a volte da spot o quei personaggi stereotipati da talk show televisivo, o da Grazia, appunto, come scriveva qualcuno, (di cui condivido anche l'anti-jovanottismo).Pero' se lo trovassi cresciuto sono disposto a riconoscerlo !
PS. a proposito di Jovanotti Caprara ieri in tv ha detto; Muccino punta a Brèl ma poi finisce a Jovanotti.Altri invece lo hanno paragonato a Lelouch
secondo me Lelouch se lo mangia a colazione tutti i giorni della settimana. Senza appello.
L'estetica da spot c'è e anche molto più di prima perchè ha girato più spot e quindi ci siamo abituati al fatto che le pubblicità abbiano il suo stile. Quando poi lo riapplica nei film in un attimo sembra un suo spot, ma a me nemmeno quello dispiace rientra nella dimesione irreale e romanzata in cui ambienta le sue storie.
fa schifo, senza appello. per fortuna la nostra vita è diversa e i drammi li sappiamo affrontare senza tutta questa esasperazione. e per fortuna abbiamo anche altre cose a cui pensare oltre alle tragedie d'amore. per fortuna noi non siamo così
certo che non siamo così. Non siamo neanche come Bruce Willis nei suoi film, però alle volte sono belli, e non siamo nemmeno come i protagonisti di Lost, belli e risoluti, non siamo come i personaggi dei romanzi rosa, eccessivamente romantici e colmi di tensioni interiori, nè come i personaggi dei film di Almodovar, tempestati da eventi incredibili affrontati con naturalezza.
Non siamo come i personaggi dei film e spesso questi non sono nemmeno figure desiderabili ma questo non ha influenza sulla qualità dei film.
Tra i due meglio essere Bruce Willis pero...
Visto, Dunque, mi pare sia il suo film più maturo.Anche se ci sono ancora cose che non mi piacciono, quelle location così glamour, quelle frasi cosi enfatiche, eccetera eccetera, le cose che gli rimproverano tutti.
Ma stavolta la " ronde" affannata e ansiosa, ha qualcosa di piu assoluto, potrebbero essere non solo quarantenni nevrotici ma un'umanità senza bussola ( sono troppo fantasioso? ).Almeno c'è il tentativo, cosi' mi sembra.Un altro passo più coraggioso e il talento di M,indiscutibile, potrebbe avere la sua giusta dimensione.
Il punto centrale del film è la l'involontaria superficialità con la quale i quarantenni di oggi affrontano le relazioni di coppia anche se nel finale sono proprio i personaggi più immaturi ed individualisti ad avere la meglio.Gabriele Muccino fotografa la fragilità dell'attuale famiglia italiana esaltando il valore dell'amicizia come muro maestro del sistema sociale.Bravi attori e buona sceneggiatura anche se la vena di tristezza trasmessa è un pò troppo marcata.
INTEGRATORE.
Tanto avevo apprezzato L'ultimo bacio, quanto ho disprezzato questo. Non solo penso ke sia un film inutile, riprendere le storie dei personaggi a distanza di 10 anni per ritrovarli tutti ancora + in crisi sconclusionati infantili stupidi incapaci di vivere e di amare non ha senso, ma addirittura il film riesce in un intento quasi impossibile: rovinare il ricordo del primo. Muccino qui e' identico a se stesso i dialoghi le inquadrature i respiri odiosi i primi piani sempre controluce le location non hanno un briciolo di novita' rispetto a 10 anni fa. E poi Accorsi e' veramente irritante incapace di mostrae un'espressione diversa da quella della vittima sofferente e infelice con la bocca socchiusa, la fronte aggorottata e gli occhi all'ingiu'. Mi dispiace ma non salvo nulla non ho riso ne' pianto ne' mi sono emozionata. Niente di niente. Mi sono solo incazzata con qs modo di descrivere i 40enni di oggi di gran lunga peggiori dei 30enni di ieri..
Ho rivisto L'Ultimo Bacio un paio di sere fa e in effetti è proprio un'altra pasta. Lo ricordavo migliore di questo ma non mi ricordavo quanto fosse migliore.
Tuttavia questo non leva secondo me che Baciami Ancora, con tutti i limiti dei sequel riesca a fare un racconto romantico magari meno furioso del primo ma ugualmente disperato nella sua ansia di insoddisfazione.
A me importa poco dello stato dei 30enni come di quello dei 40enni, e non per questioni di età, mi importa poco se i personaggi riescono ad amare o no o se sono stupidi. Mi piace quando sono posti di fronte a contraddizioni che non riescono a risolvere e questa tensione genera dramma. Questo lo trovo anche in Baciami Ancora e con una forza che se non è pari al primo è comunque fuori dall'ordinario.
io vivo di emozioni, anke al cinema cerco solo emozioni. qui non c'e' traccia.
beh dipende
io ne ho trovate molte
Magari qualcuno mi potrebbe dire chi rappresenta Gabriele Muccino in Italia (nome dell'agente oppure della sua agenzia) Vi ringrazio molto.
non credo troverai quest'informazione qui
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