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26.10.08

Il Passato E' Una Terra Straniera (2008)
di Daniele Vicari

CONCORSO
FESTIVAL DEL FILM 2008

Quello che non aveva fatto Velocità Massima lo fa Il Passato E' Una Terra Straniera, e qui si potrebbe chiudere tutto.
Il film che Vicari aveva fatto con Valerio Mastandrea aveva un ottimo spunto che non riusciva a quagliare, mentre ora il suo ultimo con Elio Germano arriva anche più in là.
Si tratta sempre di una storia di amicizia virile cementata da un'attività svolta in comune contaminata dai rapporti che ognuno dei due intrattiene con altre persone, solo che adesso tutto si fa adeguatamente complicato e realizzato con maestria.

A partire dal titolo il film offre un modo di rappresentare il contrasto tra il proprio passato e il proprio presente non banale, utilizzando la violenza come mezzo espressivo in una quasi pornografica ossessione cronenberghiana per il dolore della carne che in alcuni punti sembra possedere Vicari e che culmina in un bellissimo finale.

Ma a stupire è il modo molto più maturo in cui è descritto il rapporto tra i due protagonisti, entrambi in cerca di un'identità nuova e entrambi morbosamente legati, specialmente uno dei due, da un rapporto quasi omosessuale che però non si concretizza mai nella pratica.

Per fare tutto questo Vicari usa molto poco il testo (i dialoghi sono improntati su uno stile naturalistico che esalta le doti di Germano) e tantissimo le immagini, anzi il cinema, cioè la modifica delle immagini attraverso la macchina da presa. Regnano gli sfuocati e le lenti deformanti con un modo di riprendere le città che guarda all'Asia ma anche a casa nostra.

Faccio un esempio: non avevo mai visto un personaggio passare da un lato all'altro della lente bifocale e la cosa avviene con una precisa economia nel senso del film.
Per il momento è il mio vincitore.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

già il suo primo film mi aveva tentato... Stavolta mi tocca andare a vederlo sto film.

Ammetto però che da quando ho visto N di Virzì, non riesco ad amare Napoleone...


Anonimo ha detto...

no Napoleone è un lapsus assurdo, intendevo Elio Germano. Ma come mi è venuto in mente?!


gparker ha detto...

Germano è forse l'attore più amato d'Italia al momento e sicuramente tra i migliori, te ti sei perso i suoi film più convincenti come Mio Fratello E' figlio Unico o Tutta La Vita davanti.


Anonimo ha detto...

Mi ricordo quando Germano faceva Via Zanardi 33, una vera schifezza, sembrava veramente un idiota, invece...per questo è bravo.

Compatto 2


EmmeBi ha detto...

Piccolo refuso: hai scritto Soavi, quando invece volevi intendere Vicari.


gparker ha detto...

E' la solerzia degli utenti che rende questo blog veramente 2.0


isline ha detto...

Il libro è molto bello per cui mi aspetto grandi cose da questo film...


gparker ha detto...

Io non l'ho letto ma tutti quelli che l'hanno letto e hanno visto il film mi hanno detto che è molto molto diverso.
In conferenza poi Vicari ha spiegato che hanno totalmente trascurato una delle due linee di racconto, cioè quella delle inchieste per concentrarsi sull'altro filone che è più vicino alle sue intenzioni cioè il racconto della ricerca di un'identità.


Anonimo ha detto...

Lo so che non bisogna fare mai paragoni tra il romanzo e il film, però avendo amato molto il romanzo non posso che dire che il film secondo me è riuscito a metà. Nel senso è girato e interpretato benissimo, ha un'ottima atmosfera e ambientazione, però la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti. Personaggi irrisolti, situazioni lasciate a metà, buchi nel racconto non indifferenti. Detto questo a mio avviso non merita di vincere però è comunque un buon film.
Ale55andra


Anonimo ha detto...

a me e´piaciuto di piu´velocita´massima perche´ ha un senso che invece non ho trovato in questo film.
Nikola


gparker ha detto...

A me era sembrato proprio il contrario che il senso inseguito in velocità massima non venga mai raggiunto, mentre qui, fin dal titolo e dalla struttura a flashback è tutto molto più chiaro e poi anche la storia lascia un margine all'interpretazione e alla lettura soggettiva che mi piace parecchio


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