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23.7.07

Fearless (id., 2007)
di Ronny Yu


Il film lo si potrebbe liquidare semplicemente dicendo che dirige Ronny Yu (Freddy contro Jason) e che nemmeno le sequenze di arti marziali sono belle, invece un minimo più di battute se le merita.
Perchè il tema del film, la storia di Huo Yuanjia combattente d'arti marziali realmente esistito, in sè era molto interessante e dunque il film, almeno inzialmente, sembra pronto a creare il mito, cioè ritrarre una figura archetipa indimenticabile.
Si tratta di un combattente cinese di inizio '900 che, attraverso varie vicissitudini personali, arrivò ad incarnare l'ideale stesso delle arti marziali e dell'etica del combattimento, diventando simbolo di una nazione e delle sue potenzialità di riscatto rispetto all'apparentemente superiore occidente dell'epoca. Huo Yuanjia salì agli onori della cronaca quando sfidò qualunque combattente di qualunque nazione per dimostrare la potenza delle arti marziali cinesi. Arrivò anche a sfidarne 4 in sequenza, ognuno con armi diverse.
Insomma partendo da questo materiale mi aspettavo molto di più della semplice storiella di vita insegnamenti da 4 soldi e combattimenti acrobatici e irreali su sfondo realista. Accetto di vedere le incredibili e impossibili evoluzioni nelle arti marziali quando c'è un motivo, nei wuxiapan ci sono profonde e innegabili motivazioni estetiche, ma qui non solo manca la bellezza, ma c'è anche una dimensione storica e realistica del film che cozza con qualsiasi stilizzazione dei combattimenti.
Aggiungiamo poi che mi sarebbe piaciuto molto vedere effettivamente e realisticamente come combatte un vero maestro d'arti marziali, cosa che poteva costituire tranquillamente il cuore del film.
L'unico motivo di interesse rimasto è vedere, in versione manichea, come i cinesi vedono gli occidentali, dopo anni che abbiamo visto la maniera manichea in cui gli americani vedono i cinesi.
Gira voce che sia l'ultimo film di arti marziali di Jet Li.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Jet Li è un grande.
Adoro tutti i suoi film (che ho visto), soprattutto Danny The Dog


Wick ha detto...

Anche secondo me la parte migliore del film (o, almeno, la più divertente, diciamo) è stata quella che ha messo in luce come i cinesi vedono gli occidentali (o anche i giapponesi, che sono dipinti come venduti all'occidente), e in particolare non ho potuto fare a meno di ridere forte forte forte quando c'era Hercules che non faceva altro che urlare "Uooooh! Uoooh! Uooooooooooooh!" caricando a testa bassa. Non è esattamente così che ci comportiamo tutti noi, dopotutto?


Anonimo ha detto...

Purtroppo tutti gli occidentali la pensano come te. Quando si vede un film del genere bisogna calarsi nel contesto hongkonghese. Quello che tu chiami "combattimenti acrobatici e irreali su sfondo realista" non l'ha inventato mica "Fearless", diciamo che è una tendenza affermata nel cinema d'azione di Hong Kong, almeno dai tempi in cui Tsui Hark ha fondato la Film Workshop e da quando Ching siu-tung si è cimentato nelle coreografie marziali (ma in realtà è una tendenza che si può far risalire tranquillamente a King Hu).
Diciamo che il modello è "Once upon a time in China", e se lì non ti è piaciuta la commistione tra realismo storico e fantasmagoria dei combattimenti secondo me stai messo male.

Certo, qui non ci sono Tsui e Ching al lavoro, e si vede. E il film non aggiunge nulla di nuovo a quanto già visto nei gongfupian (e non wuxiapian..) degli anni '80 e '90, ma "Fearless" è importante perché dimostra come a Hong Kong il genere non sia stato del tutto abbandonato, e che se si vuole si fa ancora in tempo a recuperare una ricca e meravigliosa tradizione. Nonostante la globalizazione, nonostante la necessità di fare ormai a patti con il gusto e le istante politiche del mainland cinese: nonostante tutto.

Vedi che di cose da scrivere ce n'erano?

E poi preferisco di gran lunga vedere come, in versione manichea, i cinesi vedono gli occidentali, che sopportarmi le ennesime tirate razziste dei blockbuster occidentali ai danni di iraniani o di qualunque altra minoranza culturale.

Viva Bruce Lee che prendeva a calci nel culo i colonizzatori occidentali, e viva Jet Lee, che si rifà palesemente a quel modello.

Ciaoo Rob


gparker ha detto...

Non sono state messe in discussione le dinamiche del gongfupian, nè la visione manichea degli occidentali, che anzi ha divertito anche me.
Non sono i presupposti e le radici del film che ho criticato, ma il film.
La stilizzazione, l'irrealismo e la trasfigurazione dei combattimenti sono qualcosa di necessario e importante nel cinema cinese, tuttavia non sono una panacea, non ogni film che abbia dei combattimenti stilizzati è bello. Amo molto i wuxiapan (un po' meno i gongfupan) perchè trovo che tutto abbia senso e che in quei casi la stilizzazione sia necessaria, nel senso che ha una funzione.
In Fearless questa funzione non la vedo e mi sembra superflua e fine a se stessa (oltre che nemmeno particolarmente bella).
La vera storia di Huo Yuanjia meritava qualcosa di più ancorato alla realtà probabilmente, come il cinema di Bruce Lee che citi, decisamente non "realista" nel senso stretto del termine, ma nemmeno irrealmente stilizzato.

Per inciso non sono un fan nemmeno dei film di Bruce Lee, semmai lo posso essere di lui, della sua figura, della sua presenza scenica e del modo in cui è riuscito a farsi mito prima di morire. I film erano francamente bruttarelli.


Infamous ha detto...

beh sui combattimenti mi trovi anche un minimo d'accordo (che sono troppo stilizzati, anche se è il digitale ad appesantire imho) ma sul resto no.

Non doveva mica essere un documentario sulla vita di Huo Yuanjia, e in più tutta la narrazione e l'immaginario sono al 100% patrimonio del kung fu movie classico.
Ronny Yu poi non ha diretto per niente male, anzi.

La caratterizzazione degli occidentali in quel modo (Con questo non voglio dire che non abbia valenze culturali e politiche) è anche quella uno stereotipo diritto diritto dal gongfu pian classico.

Se proprio vogliamo accusare il film di qualcosa è la parte centrale (quella in campagna) dove non succede una minchia e almeno un pochino si poteva allenare.


gparker ha detto...

Se c'è qualcosa di cui dobbiamo accusare il film è di non coinvolgere, ritraendo Huo Yuanjia prima come stereotipicamente arrogante poi come stereotipicamente buono. E questa divisione netta non è nemmeno funzionale a qualcos'altro...


Infamous ha detto...

beh è funzionale al tipo di racconto citazionista che è stato costruito... poi che non coinvolga è un fatto soggettivo, nella prima parte quando fa lo smargiassone e quando è nei campi con i contadini e respira insieme alla natura a me ha coinvolto molto

certo, non è il film di arti marziali del decennio (ci sono già ong bak, the protector e SPL) però è davvero uno dei migliori che si siano visti ultimamente.

imho


Anonimo ha detto...

Mah, per me criticare "Fearless" perché inserisce combattimenti iperrealistici in un contesto storico è come criticare "300" perché non rispecchia fedelmente gli eventi accaduti alle Termopili. Ovvero inutile. "Fearless" mica è una trattazione storica, è una narrazione mitopoietica che mescola storia a mito, come avviene per le epopee cinematografiche di altri celebri eroi cinesi, quali Wong Fei Hung e Fong Sai Yuk.

Tanto più che quello che tu, da spettatore occidentale, reputi un difetto non è un difetto, ma semplicemente una modalità di rappresentazione tradizionale del cinema hongkonghese. Per capirlo basta guardare uno qualunque dei 1.000 film che nell'ultimo trentennio hanno visto per protagonisti Wong Fei Hung e Fong Sai Yuk (Once Upon a Time in China, The Iron Monkey, ecc ecc). Oggi il digitale sostituisce (o si è aggiunto) al wirework, ma la filosofia di fondo è sempre la stessa.

Di Bruce Lee è meglio non parlare con leggerezza, perché si tratta di uno che da solo ha inventato un nuovo genere cinematografico di sana pianta, che ha ancora un impatto enorme su tutto il cinema d'azione internazionale contemporaneo.

Ciaoo Rob


gparker ha detto...

E' ottimo il paragone con 300. In quel caso c'è quella trasfigurazione di cui parli, perchè c'è una rappresentazione estetica ed estetizzante (come del resto è nel wuxia) che manca totalmente in Fearless, ecco perchè lo rigetto.
E' come se 300 fosse stato girato realisticamente ma con i medesimi ralenti, esagerazioni e addominali in vista. Sarebbe stato ridicolo.

Per quanto riguarda Bruce Lee, c'è poco da parlare con leggerezza, ho sempre considerato la sua figura importante, fondamentale e innovativa oltre che dotata di un carisma e di una presenza e una potenza scenica fuori dal comune che non a caso lo hanno reso un mito, un simbolo pop. Ma i film li trovo abbastanza bruttarelli e penso che ci sia poco da discutere su questo. Giusto I Tre Dell'Operazione Drago, l'unico americano, è un po' meglio ma comununqe pure quello nulla di che...


Anonimo ha detto...

Gparker, io non intendo certo sindacare i tuoi gusti, ci mancherebbe. (Anche se il fatto che tu preferisca l'estetica di "300" e dei wuxia d'esportazione di Yimou per me è un segnale abbastanza allarmante della deriva del gusto contemporaneo).
(Del resto, il fatto che il tuo film preferito di Bruce sia "Enter the dragon", cioè quello più "ammeregano" e più inutile, è altrettanto sintomatico. Robert Clouse non aveva capito un cazzo di Bruce Lee e voleva trasformarlo in una specie di 007 con gli occhi a mandorla. Bah.)

Io volevo fare una semplice affermazione di carattere culturale. Dire, cioè, che è normalissimo vedere in un film di HK combattimenti stilizzati calati in un'ambientazione storica, come è normalissimo mescolare realismo e fantastico senza soluzione di continuità. E che quindi non puoi criticare il film per questo motivo. Sarebbe come criticare i film di Bollywood perché canti e balletti stridono con il contesto. Punto e basta.
Questa però è l'ultima volta che lo scrivo perché m'abbuttò.

Saluti
Rob


Infamous ha detto...

the big boss è bellissimo.

poi giudicare un film di arti marziali con i canoni di un film tradizionale mi sembra stupido.

è come un film porno giudichi quanto sono zozze le tipe e quanto strane sono le posizioni.


gparker ha detto...

Sbagli a dire che lo giudico come un film tradizionale.
Lo giudico nei suoi elementi caratteristici cioè la stilizzazione dei combattimenti.

E' come vedere un film di Bollywood e dire "Canti e balli di questo film non mi sono piaciuti".

Per il discorso di Bruce Lee il concetto è proprio che piacendomi il più americano e quindi il meno "autentico" dei film di Bruce Lee voglio dire che lo stile di quelli hongkonghesi proprio non lo condivido e lo trovo anzi povero. Tanto che addirittura è meglio la sua brutta copia americana.

Cmq io non ho mai scritto che preferisco l'estetica di 300, la trovo semplicemente più coerente, i meriti estetici poi sono tutto un altro paio di maniche.
Quanto a Yimou potrei dire lo stesso del tuo parere, altamente indicativo di dove ci stia portando la deriva ideologica, tanto da non riuscire ad apprezzare il grande cinema solo perchè in mano al sistema e piegato ad esigenze produttive, cosa che esiste da quando esiste il cinema.


Anonimo ha detto...

quanti di voi sono praticanti di kung fu? io da 13 anni...ho affrontato più di 50 combattimenti e sono stato campione europeo di combattimento tradizionale nel 2003-2005-2006 e, a parte qualche "svolazzamento", le scene di combattimento di fearless sono tra le più reali che io abbia mai visto in un film! Poi il fatto che sono meno poetiche di Hero o La tigre e il dragone è proprio a causa della loro verosimilitudine alla realtà...


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