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1.12.05

Crash - Contatto Fisico (Crash, 2005)
di Paul Haggis

E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai quali è difficilissimo prescindere.
E' quasi impossibile fare un film corale dopo Magnolia (che segna un distacco dal modo di farlo di Altman), e così Crash, che è più ben scritto che ben diretto (e questo si poteva intuire ancora prima di entrare in sala), soffre il confronto con Magnolia. Come poter mostrare tutti i protagonisti in un particolare momento (solitamente la notte) magari con un sottofondo musicale senza sembrare Magnolia? Come intrecciare le trame in maniera dinamica senza ricordare P.T. Anderson?
Sono questi i veri principali difetti di Crash, il mancare un po' di quell'originalità cinematografica che è sempre un piacere trovare.
Per il resto il film non è male, assolutamente, affronta in maniera problematica e complessa il tema della difficile convivenza razziale a Los Angeles, con un approccio quasi da Spike Lee, giocando continuamente con le aspettative degli spettatori, divertendosi a rivoltare i personaggi, mostrando i lati buoni ed umani nei personaggi peggiori e viceversa. Scorre liscio, dinamico e piacevole (se non fosse per il piatto e scialbo personaggio di Sandra Bullock), peccato che alla fine dei conti non porti nulla di nuovo, non dica nulla che non si sia già visto o già sentito. Molti momenti che dovrebbero essere (o che mi sarebbe piaciuto fossero) panici, sono in realtà anche un po' ridicoli (vedi la storia della madre tossicodipendente del poliziotto nero).
Che peccato, eppure Paul Haggis è bravo. Si sforza di mostrare molti punti di vista, molti contrasti di opinioni, si sforza di porre domande e non dare risposte, si sforza di mostrare e non dimostrare, però alla fine il film è più celebrale che altro.
Il caro Pietruccio, che era con me nel cinema, mi faceva notare come curiosamente ogni segmento di storia coinvolga due persone i cui caratteri sono in opposizione logica, una geometria molto precisa, che fa sì, per il principio del tradimento delle aspettative degli spettatori, che ad un certo punto del film tutti i personaggi vengano "rivoltati" mostrando l'altro lato del loro carattere.





9 commenti:

Anonimo ha detto...

Insomma bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Da consigliare? Fatti una domanda e risponditi da solo.


gparker ha detto...

Anche io dico mezzo pieno, ma non ti aspettare il capolavoro. Era meglio se lo scriveva e lo faceva dirigere a qualcuno di serio.


Anonimo ha detto...

manca la domanda a cui risponderti da solo....


gparker ha detto...

Dopo Magnolia è ancora possibile fare un film corale che sia originale?
E' difficilissimo.


Anonimo ha detto...

Non credo... Secondo me nelle terre del Sol LEvante di film simili ne nascono a bizzeffe, e loro sono imprevedibili si sa....

p.s. Credo che il massimo film corale sia un film di PEter Greenaway, in cui lui usa 108 personaggi diversi...


gparker ha detto...

Si con tutta probabilità ci vorrebbe un film corale asiatico, ma io non ne ho mai sentito parlare. Chissà se Gokachu è in ascolto....


Anonimo ha detto...

Ma quando mai...Da lui impazza un doppio dibattito su doppio post Carpenter/Jarmush...


Anonimo ha detto...

E pensare che me lo volevo vedere Crash. "Tipo Magnolia"...fossi matto!


Anonimo ha detto...

A me è piaciuto moltissimo!
Che senso ha fare confronti e voler cercare difetti a tutti costi. Alla fine il bello nel guardare un film è provare qualcosa, fermarsi a riflettere o semplicemente ridere.


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