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29.5.11

Corpo Celeste (2011)
di Alice Rohrwacher

La diffidenza con la quale mi sono avvicinato a quest'opera prima di una regista con un cognome già sentito era grande e l'essere stato selezionato alla Quinzaine di Cannes non è che fosse riuscito a scacciare il pregiudizio, anche perchè il fatto che il film metta in scena una bambina in un ambiente religioso faceva davvero pensare ad un disastro di pregiudizi, consolazioni e velleità. Invece!

Invece Alice Rohrwacher non si inventa niente di niente ma riesce a completare un film non facile, con alta ambizioni senza mai scadere nel patetico, ridicolo o nel auto assolutorio. Così alla fine anche il fatto che l'attrice bambina abbia delle fattezze che ricordano la famiglia Rohrwacher sembra un pregio invece che un difetto come inizialmente giudicavo.
Il dipinto del difficile inserimento in un disastrato sud (Calabria) di una bambina nata e cresciuta in un rigoroso nord, passa per la cresima, quindi il catechismo, quindi il rapporto con le istituzioni locali e il modo in cui ti "gestiscono" prima ancora di quello con i coetanei.

Alice Rohrwacher adotta lo stile dardenniano: seguire ed inquadrare la sua protagonista spesso anche in barba alle leggi del campo controcampo, in modo che tutto (dalle idiozie dette, agli errori di grammatica, fino alle canzoni e all'atteggiamento dei coetanei) siano vissuti in rapporto a come colpiscono la protagonista.
Alla chiesa non sono fatti sconti, anzi forse è più opportuno dire alla parrocchia non sono fatti sconti. Alice sembra essere interessata non tanto al "sistema cattolicesimo" (questo compare solo alla fine nella forma di un vescovo in quella che è la peggiore scena del film), quanto al sistema "ignoranza" che in molti luoghi viene filtrato e incanalato dalla religione e che finisce per colpire i bambini attraverso il catechismo e molte imposizioni.
La bambina protagonista non è intelligente nè scema, non è eccessivamente infantile nè eccessivamente matura, abita e vive luoghi ed eventi senza apparentemente influire su essi, subendo senza contrattaccare, in maniera perfetta. Così alla fine il modo apparentemente impermeabile attraverso il quale subisce le imposizioni di un mondo che palesemente non la rispecchia, ma al quale non di meno si dovrà adeguare, è l'unico vero dramma silenzioso del film.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

al sistema "ignoranza" che in molti luoghi ....la sua recensione è davvero ignorante cm l'idea che ha dato la regista di un'intera comunità che non è fatta solo di santi santini mafia e cemento..ma anche di gente che cerca un vero riscatto per la propria terra che continua a essere massacrata per i lucri altrui..


gparker ha detto...

incappi nel solito tranello di pensare che un film che parla di una situazione dipinga in realtà un universo.

Corpo Celeste racconta l'ignoranza e la parte bigotta e costrittiva della chiesa per come accade nel meridione. E' qualcosa che c'è. Ed è un fatto. E tutto questo non nega che poi esistano tante altre realtà diverse.

Raccontare, ad esempio, una storia d'amore finita male non significa affermare che tutte le storie d'amore finiscono male. Semplicemente si voleva raccontare quella. Così Corpo Celeste non nega le cose positive ma vuole raccontare l'impatto di quelle negative su una bambina con un altro retroterra.


Anonimo ha detto...

la tua risposta mi conferma la mia prima intuizione alla tua affermazione inziale sui luoghi in questione ("Corpo Celeste racconta l'ignoranza e la parte bigotta e costrittiva della chiesa per come accade nel meridione")....credo che tu sei un pò più fuori strada di me...perchè la regista parlava di una critica in generale al mondo della chiesa e alla crisi della religione oltre che della società italiana tutta e non solo quella meridionale...allora vedi che la mia è una giusta osservazione..perchè purtroppo..ha mandato un buon messaggio ma con cattivi mezzi...perchè quello che rimane dalle tue parole e da quelle di molti critici è che corpo celeste mostra un degrado sociale (inteso come luogo e comunità)e religioso che appartiene prettamente alle realtà del meridione come hai tenuto a precisare tu con la tua risposta...
posso dirti per mia esperienza (essendo nata e crescita nel non-luogo di corpo celeste e avendo vissuto in altre città italiane)che purtroppo ciò che oggi rappresenta davvero un carattere comune per tutta l'italia è questo stato di degrado e abbandono delle menti e delle coscienze..e per quanto riguarda il luogo bhe..affacciati dalla tua finestra a roma (come io faccio da qualche anno a questa parte) e troverai lo stesso cemento invasivo e le infinite automobili che hai visto in corpo celeste..


gparker ha detto...

no no
io non ho detto questo. Continui a fare un discorso universale, quando il film mostra una storia particolare. Il fatto che si racconti di una bambina che spostandosi nel meridione entra in contatto con quella realtà in nessun momento nega che tutto ciò non possa accadere altrove, nè lo penso io a seguito della visione.

Il centro è la bambina e come reagisca o abiti quel contesto particolare, non il contesto stesso identificato come unico. Non è di interesse del film se ci siano realtà simili in tutta italia ma cose succede alla protagonista in quel mondo lì.


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