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19.1.08

Tekkonkinkreet (Tekon kinkurîto, 2006)
Michael Arias

CONCORSO
FUTURE FILM FESTIVAL

Anteprima italiana (verrà distribuito in DVD) di uno dei più attesi film d'animazione giapponesi, tratto dall'omonimo manga. Cena di sushi che lo ha preceduto e molta gente piena di aspettative.
Sarà stata l'attesa, sarà stato il disegno dei personaggi (che personalmente non mi ha fatto impazzire al contrario di quello dei fondali che invece era molto molto interessante), ma alla fine Tekkonkinkreet nonostante i buoni spunti (sentimentalissimi e strappa lacrime come tipico) alla fine non risolve, anzi risolve ma con un semplicismo raro e in fondo anche inatteso dal cinema d'animazione giapponese (ma sarà un pregiudizio...).
La buona idea di due bambini soli contro tutti per davvero, cresciuti per strada e in qualche modo legati da legami profondi anche alla stessa decadenza della città in questione diventa infatti verso la fine la consueta deriva caotico/spirituale dove realtà e universi interiori si fondono e il legame che unisce i due protagonisti (chiamati Bianco e Nero) si risolve come una metafora del Tao e quindi dell'eterno equilibrio di forze che regge l'universo e i singoli che vi prendono parte.
Peccato, perchè tante idee davvero erano stupefacenti in primis la scelta di raccontare il film con una forma che esplicitamente si rifaccia al cinema dal vero con le sue imperfezioni: dalle inquadrature sbilenche ai rapidi zoom (non anni '70 ma più amatoriali), fino alla vetta costituita dal passato di un personaggio mostrato come un filmino d'epoca senza bisogno della scusante o della metafora del servizio telegiornalistico, ma semplicemente adottando la colorazione sbiadita e violacea della televisione dell'epoca del ricordo (anni '70) come forma.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi la cena a base di sushi ha pregiudicato il film. Oppure ne era parte integrante?


Anonimo ha detto...

il manga non vale veramente un tubo. il disegno dei personaggi invece mi è piaciuto.
Attenzione perchè il film non è interamente giapponese la regia è di un americano se non sbaglio...


gparker ha detto...

No era una piacevole introduzione nella quale ho dato il mio meglio.

Si è il regista degli animatrix ma non si direbbe...


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