Già quando un film si presenta dopo aver vinto il Sundance sto sul chi va là, non che abbia pregiudizi, però spesso mi sono trovato di fronte a blandi exploit delle solite caratteristiche "fascinose" da cinema indipendente americano. Ancora di più mi metto sul chi va là quando leggo che la regista e sceneggiatrice è morta poco dopo la fine delle riprese e che quindi il premio le è stato dato postumo....
Waitress poi non inizia affatto bene, dialoghi abbastanza scontati e personaggi che si presentano da soli elencando come prima cosa le caratteristiche della loro personalità (quelle cose del tipo: "Meno male che io tra tutte noi sono la più emotiva e quella più socialmente disinibita!"), insomma non il massimo della maestria. Percui la mia maldisposizione aumenta, aiutata dal fatto che il cucinare torte viene usato come il classico espediente "fascinoso" e ruffiano per dare originalità al film.
Eppure verso la fine mi rendo sempre più conto che il film ha saputo conquistarmi, nonostante personaggi non eccezionali e una narrazione spesso grossolana, alla fine ha saputo prendermi davvero e mi ritrovo a fare il tifo nel momento in cui la protagonista deve prendere una decisione importante (sospirata per tutto il film).
Certo poi il finale caramellosissimo, fiabesco e colorato proprio non ci sta. Eppure Waitress nella mia memoria rimane un film che ha saputo convincermi davvero.
Da notare che c'è una fotografia eccezionale, di quelle che non si vedono tutti i giorni e che si declina sia in tagli di luce stupendi (foto sulla destra), sia in colori vividi e sempre ben abbinati, sia in composizioni delle inquadrature che non si vedono tutti i giorni (come per esempio la bella sequenza con lei che ha il sorriso stampato sulla faccia (foto sulla sinistra) o quando immagina la composizione delle torte).
Waitress poi non inizia affatto bene, dialoghi abbastanza scontati e personaggi che si presentano da soli elencando come prima cosa le caratteristiche della loro personalità (quelle cose del tipo: "Meno male che io tra tutte noi sono la più emotiva e quella più socialmente disinibita!"), insomma non il massimo della maestria. Percui la mia maldisposizione aumenta, aiutata dal fatto che il cucinare torte viene usato come il classico espediente "fascinoso" e ruffiano per dare originalità al film.
Eppure verso la fine mi rendo sempre più conto che il film ha saputo conquistarmi, nonostante personaggi non eccezionali e una narrazione spesso grossolana, alla fine ha saputo prendermi davvero e mi ritrovo a fare il tifo nel momento in cui la protagonista deve prendere una decisione importante (sospirata per tutto il film).
Certo poi il finale caramellosissimo, fiabesco e colorato proprio non ci sta. Eppure Waitress nella mia memoria rimane un film che ha saputo convincermi davvero.
Da notare che c'è una fotografia eccezionale, di quelle che non si vedono tutti i giorni e che si declina sia in tagli di luce stupendi (foto sulla destra), sia in colori vividi e sempre ben abbinati, sia in composizioni delle inquadrature che non si vedono tutti i giorni (come per esempio la bella sequenza con lei che ha il sorriso stampato sulla faccia (foto sulla sinistra) o quando immagina la composizione delle torte).
9 commenti:
cazzo.
Ma perchè dopo le riprese non muore mai chi dico io....
Ne vorrei io di film postumi...
azzardo...muccino??
la tizia è morta dopo uno scontro verbale con un idraulico che lavorava al piano di sopra.....che pare le abbia ficcato mezzo metro di tubo nella capoccia...fonte giornale da femmine di chiara dal titolo non meglio precisato...gioia,grazia,donna moderna,donna in forma,bimbi sani e belli uno di questi insomma
Complimenti per come hai velato il tuo disprezzo per queste riviste.
Come avete capito che ero io quello del post di prima?
Ormai sto talmente alla frutta, che manco mi rendo conto...
Penso che dato il tono nessuno abbia avuto il minimo dubbio.
capito subito franco
ormai questo 666 è quasi un marchio di fabbrica.
Son soddisfazioni.
Devo trovarmi un espressione che possa competere con "è ufficiale".
Attenzione, ho detto COMPETERE. Superare è un progetto a lungo termine, terrbilmente difficile da realizzare.
Sono anni che lo porto avanti.
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