La cosa peggiore che possa accadere ai fratelli Farrelly è diventare moraleggianti, senza includere nel loro moraleggiare una punta di ridicolo che sottolinei quanto sia senza senso tutto questo moraleggiare. Ed è accaduto.
Libera uscita ha il coraggio di mostrare senza veli uno starnuto che causa liberazione intestinale ma non un uomo sposato, protagonista e positivo che ha un'avventura extraconiugale.
A parità di escrementi, nudità e volgarità rispetto ai titoli precedenti Libera Uscita mostra tutto il tempo che è passato da Tutti pazzi per Mary e quanto l'instradamento nei binari del lieto fine, tutti contenti ed equilibrio salvo, possa fare danni.
Si racconta di due mariti mediamente nerd, mediamente frustrati che parlano di sesso con amici e si dicono frustrati dal rapporto con le mogli e millantano che se questo fosse interrotto potrebbero rimorchiare un numero iperbolico di donne. Così quando le mogli decidono di dare loro una settimana di libera uscita, da soli in città con licenza di tradire i due si trovano davanti all'idea di passare dalle supposizioni ai fatti.
Se l'idea di raccontare l'insulsaggine di una delle più frequenti finte-frustrazioni maschili era stimolante, il modo in cui lentamente la storia si avvia a tirare le fila di quanto costruito lungo tutto il film sfocia nella melassa più appiccicosa.
Si può passare sopra il fatto che si rida poco, capita anche ai migliori, ma non sull'incredibile fedeltà alla moglie di un protagonista messo in gioco proprio per il suo desiderio verso altre donne. C'è un limite a tutto, specie se ti chiami Farrelly.
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