Una caratteristica di quasi tutti i registi è che più vanno avanti negli anni più asciugano il loro stile, specialmente quando entrano nella vecchiaia. I film si fanno più diretti sempre più privi di orpelli, sempre più agili e veloci, vanno dritti al punto senza perdersi in chiacchiere.
Forse è anche questo il percorso di Monicelli, non so. Fatto sta che Le Rose Del Deserto è un film dove la messa in scena non è tanto asciutta quanto proprio trascuratissima. Non è una questione di pignoleria o perfezionismo, c'è proprio un'evidente trascuratezza dei dettagli e dei particolari. Dissolvenze tagliate con l'accetta, raccordi di montaggio che attaccano poco prima di quando dovrebbero, sequenze ridoppiate con labiali palesemente differenti, velocizzazioni e ralenti evidentissimi... E si potrebbe andare avanti a lungo.
Sembra proprio che Monicelli se ne sia fregato di queste cose. Raccontare del malridotto, fracassone e disorganizzato esercito italiano è da sempre un suo pallino (sia per la prima che per la seconda guerra mondiale). Andare contro quella che è stata per lui per molti anni la retorica del valore e della forza italiane probabilmente è la cosa che gli preme maggiormente e che indubbiamente riesce meglio.
Perchè il film a fronte di tanta noncuranza stilistica ha il suo (unico) punto di forza nella sceneggiatura, anche se pure in questo ambito Monicelli di molte cose proprio non si interessa. Taglia a grani grossi molti personaggi, usa stereotipi regionali e nazionali (ancora i tedeschi precisi e cattivoni) oltre ad attori non particolarmente abili, per creare una sorta di "eroe massa" in un racconto che non ha un intreccio nè uno svolgimento ma che semplicemente descrive l'umanità italiana in Africa.
Mai come in questo film mi ero reso conto quanto in fondo il cinema cinico, grottesco ma profondamente umano di Monicelli ricordi quello di Frank Capra, dove i vinti si danno una mano fra di loro e dove a fronte di molte ingiustizie sociali e fatiche vince sempre una sorta di cameratismo e umanesimo universale che accomuna i disperati.
Ecco in Le Rose Del Deserto Monicelli va un po' al cuore della sua poetica, trascura tutto e tutti, se ne frega di ogni cosa se non dell'umanità. Cosa che rende il film abbastanza inutile ma fa un po' da giusto testamento al regista.
Forse è anche questo il percorso di Monicelli, non so. Fatto sta che Le Rose Del Deserto è un film dove la messa in scena non è tanto asciutta quanto proprio trascuratissima. Non è una questione di pignoleria o perfezionismo, c'è proprio un'evidente trascuratezza dei dettagli e dei particolari. Dissolvenze tagliate con l'accetta, raccordi di montaggio che attaccano poco prima di quando dovrebbero, sequenze ridoppiate con labiali palesemente differenti, velocizzazioni e ralenti evidentissimi... E si potrebbe andare avanti a lungo.
Sembra proprio che Monicelli se ne sia fregato di queste cose. Raccontare del malridotto, fracassone e disorganizzato esercito italiano è da sempre un suo pallino (sia per la prima che per la seconda guerra mondiale). Andare contro quella che è stata per lui per molti anni la retorica del valore e della forza italiane probabilmente è la cosa che gli preme maggiormente e che indubbiamente riesce meglio.
Perchè il film a fronte di tanta noncuranza stilistica ha il suo (unico) punto di forza nella sceneggiatura, anche se pure in questo ambito Monicelli di molte cose proprio non si interessa. Taglia a grani grossi molti personaggi, usa stereotipi regionali e nazionali (ancora i tedeschi precisi e cattivoni) oltre ad attori non particolarmente abili, per creare una sorta di "eroe massa" in un racconto che non ha un intreccio nè uno svolgimento ma che semplicemente descrive l'umanità italiana in Africa.
Mai come in questo film mi ero reso conto quanto in fondo il cinema cinico, grottesco ma profondamente umano di Monicelli ricordi quello di Frank Capra, dove i vinti si danno una mano fra di loro e dove a fronte di molte ingiustizie sociali e fatiche vince sempre una sorta di cameratismo e umanesimo universale che accomuna i disperati.
Ecco in Le Rose Del Deserto Monicelli va un po' al cuore della sua poetica, trascura tutto e tutti, se ne frega di ogni cosa se non dell'umanità. Cosa che rende il film abbastanza inutile ma fa un po' da giusto testamento al regista.
3 commenti:
Mi puoi fare una stroncatura di pasotti come attore?devo denigrarlo,chiara lo venera ed un parere professionale negativo mi aiuterebbe
Niente di più di tutti gli altri.
io almeno quanto Muccino (uno dei due, è uguale.)
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