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8.9.07

28 Settimane Dopo (28 Weeks Later, 2007)
di Juan Carlos Fresnadillo


28 Giorni Dopo era stato abbastanza deludente perchè a fronte di un inizio molto in tono e ben promettente poi sfociava in un film di zombie, ma di quelli peggiori, con inseguimenti triti e personaggi piatti.
Dal seguito non c'era dunque da aspettarsi molto più che la riproposizione di un tale stereotipo in chiave ancora più di bassa lega. E invece....
Invece quello che sembra è che 28 Settimane Dopo sia stato concepito in questa maniera ("Sfruttiamo ancora di più quell'ambientazione con gli zombie") ma successivamente realizzato con grandissima cognizione di causa.
28 Settimane Dopo infatti è un grandissimo film di zombie e contemporaneamente anche un buon film di "fantascienza sociale" (quelli in cui c'è un futuro distopico e ci si concentra sulla rioriganizzazione degli uomini) la cui pecca principale è di non approfondire i personaggi, che invece sono lasciati ad uno stato superficiale nonostante siano molto promettenti.

La forza principale di 28 Settimane Dopo, andando a stringere, mi sembra stia proprio nella volontà di dipingere personaggi fuori dal comune per il contesto narrato (e per questo poi dispiace che non siano approfonditi) dando una visuale molto europea (quindi più complessa) ad un genere e una tipologia di film tipicamente americani.
Specialmente all'inizio l'impressione del film è dilaniante tanto che mi sono sembrati sul serio i primi 10 minuti più promettenti mai visti nella mia vita (immagine centrale e a destra). Il seguito poi non delude, serve sul piatto un originalissimo thriller di fantascienza, ma forse si poteva osare un filino di più, far durare il film un po' di più e confezionare qualcosa che andasse un pochino oltre...
Peccato.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci ho visto tutta questa originalita' (gli umani si rifugiano, il virus ri-scoppia, fuga di 40 minuti), ma e' certamente, sorprendentemente ben fatto. Il vero peccato e' che non ci credera' nessuno.


gparker ha detto...

Beh partendo dal presupposto, come hai detto pure tu, che la struttura è la solita, sono i personaggi ad essere insoliti, o meglio non-americani.

Sinceramente era mooolto che non vedevo un protagonista che abbandona la moglie in pasto agli zombie e non vive con un senso di colpa dilaniante o un militare che ordina di sparare a zero sulla folla.


Anonimo ha detto...

concordo con te gparker, bellissimo, con almeno tre sequenze capolavoro-


Anonimo ha detto...

a me sono piaciuti tutti e due. è ovvio che siano stati usati degli stereotipi, il fatto è COME. francamente mi sembra che come horror-fantascientici siano di tutto rispetto. preferisco l'inizio del primo però...


Anonimo ha detto...

gparker l ho visto ieri sera e sono venuto a vedere cosa ne scrivevi.
per i film di questo tipo (28 giorni dopo, io sono leggenda..) sono di bocca MOLTO buona, perche il genere mi appassiona.
Questo film pero è indifendibile. A fronte di un inizio intenso ( ma anche a me piace di piu la calma stupita del primo di Boyle) poi si vede proprio un brutto film.
Per storia, dialoghi, inquadrature.
Storia: questi film puntano molto sulla verosomiglianza del dopo. Inserendo un unico elemento fantascientifico, gli zombie, vi girano attorno una storia verosimile, ragionevole.
Qui scoppia di nuovo tutto perche un bambino vuole rivedere la foto di sua madre, la quale è infetta e la ritrovano a casa ed è una portatrice sana che trasmette il virus al padre che sentendosi in colpa supera la quarantena imposta alla donna solo con un mazzo di schede magnetiche!!
e queste sono solo alcune cose..
Una sceneggiatura tirata su in quattro e quattr'otto senza cercare di renderla plausibile.
I dialoghi. Cristo i dialoghi sono agghiaccianti. Dottoressa militare fugge con i bambini in auto. Appena il tizio sceso per mettere in moto l'auto a spinta muore come torcia umana per intervento di altri militari, si gira e chiede:"Ok?"
Oppure (a grandi linee): "perche hai lasciato il tuo posto di cecchino sul tetto mentre il morbo era fuori controllo e sei finito esattamente nell'edificio dove siamo noi?" "perche mi è finito il bambino nel mirino".
Oppure la dottoressa che fa la scena strappalacrime alla ragazza, che conosce appena ed a cui non ha assolutamente motivo di essere legata: "te lo prometto, trovero tuo fratello, fosse l'ultima cosa che faccio".
é come snake on a plane, dove come dici tu si sono usati elementi classici senza cognizione di causa.
ah inquadrature. fastidiosi il primo piano interminabile sul volto disilluso della dottoressa che guarda verso l'infinito quando snocciola le procedure del codice rosso.AARggh!
Questo è un brutto film.
E non sono neanche i personaggi ad essere atipici, sono certe singole azioni e basta.
E quelle sono facili da fare, è creare un personaggio che verosimilmente faccia una cosa del genere il difficile.


gparker ha detto...

Non posso che concordare con te sui personaggi poco approfonditi e trattati in maniera ridicola e sul fatto che è la cosa più difficile da fare.
Tuttavia mi sembra che il resto sia invece molto potente e riesca a mettere in scena con efficacia un tema trattato mille volte.
Oltre alla scena iniziale c'è anche quella molto bella del cecchino che spara vista poi dal punto di vista di chi scappa, c'è in sostanza un'attenzione particolare a come le singole persone vivono l'evento che in sè non è unan ovità ma ho trovato sia stata resa molto bene.


Anonimo ha detto...

Grazie per la risposta


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