GIORNATE DEGLI AUTORI
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
Se si dovesse dire in una parola sola di che parla The Last Days Of Emma Blank si potrebbe dire che è un film sull'immobilismo, un'opera in cui i personaggi nonostante passino attraverso vicende che cambiano il loro approccio alla realtà non cambiano mai la loro mentalità o le loro idee. Non c'è nessuna evoluzione interna ad essi ma solo esterna e alla fine della storia nessuno ha imparato nulla.
Si racconta di Emma Blank, apparentemente gran signora che vive da sola in una grande casa servita da una cuoca, una cameriera, un giardiniere, un domestico personale e un cane (che sarebbe un uomo che si comporta come un cane). Emma li comanda a bacchetta e pretende da loro cose assurde che loro eseguono malvolentieri ma senza mai discutere. Lentamente il film lascia emergere la motivazione dietro tutto questo.
Si tratta di una commedia, beninteso, e anche molto divertente (i pezzi con il cane-uomo, che poi è il regista, sono da morire) ma sembra più che altro un'operetta morale sulla grettezza umana, una tragicommedia da primi del novecento che grazie ad un clamoroso e divertente paradosso riesce a parlare di sentimenti lisi e ridotti alla loro componente istintuale, di una certa maniera morbosa e snob di intendere l'alcova familiare e di un mondo terribilmente legato all'interesse anche nei rapporti familiari.
Alex van Warmerdam dirige con mano sicura e senza nessuna velleità di mettere se stesso in primo piano, il film scorre rapido affiancando le scene come piccoli episodi di un teatrino tenuto insieme da alcuni raccordi comici e dalla continuità garantita dal desiderio dello spettatore di scoprire le ragioni di questo strano ensemble.
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