Come buttare al cesso un bel film.
Alza la testa inizia come un film molto poco italiano e molto internazionale, con stile minimale segue le storie di una famiglia atipica (padre e figlio) con piglio documentaristico, ci racconta di un padre violento che ha solo un figlio al quale insegna tutto della boxe e che vuole rendere un campione. Racconta un contesto, un ambiente, un modo di vivere e di provare sentimenti, ci prepara per il vero intreccio gettando della basi straordinarie: personaggi ottimi, scenario ideale e aria da racconto cinematografico.
Poi il disastro.
C'è un colpo di scena clamoroso che cambia tutte le carte in tavola compreso il genere del film che a tutti gli effetti dopo la prima metà diventa "un film italiano", di quelli intimisti, non risolti, che vorrebbero fare tanto facendo poco ma in realtà fanno pochissimo facendo poco. Di quelli che vivono sulle spalle degli attori (Castellitto in grande spolvero) e non sanno trovare (come nella prima parte) una vera forza dalla corretta coordinazione di tutti gli elementi della messa in scena.
Così quegli stessi elementi che all'inizio erano una forza (scenario, minimalismo, volti, disperazione) diventano una debolezza insostenibile nel momento il cui il racconto transita dall'essere la formazione di un padre ad un figlio all'odissea di un uomo nei propri sentimenti.
Il motivo è che se nella prima parte i sentimenti sono il risultato tangenziale dei fatti che vediamo sullo schermo (accadono delle cose che lasciano emergere dei sentimenti) nella seconda i sentimenti sono l'obiettivo del racconto e quindi quasi un'imposizione intellettuale sul povero spettatore (non accade nulla ma ci sono molti sguardi intensi).
La prima parte è un film per tutti in cui ognuno può vedere qualcosa, la seconda è un film che parla all'1% della popolazione e vi dò un indizio: non è l'1% dei migliori.
2 commenti:
La chiusa devo dire che è molto esplicativa del tuo livello di gradimento della pellicola. Ammazza che fetecchia dev'essere...
Ale55andra
c'è di peggio per carità ma ti fa davvero incazzare perchè per la prima metà è una gran film e ti illude che finalmente uscirai entusiasta.
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