Io apprezzavo Virzì e in un certo senso lo apprezzo tutt'ora, ma ne riconosco i grandi limiti, che in un film come N (Io e Napoleone) sono più evidenti che mai.
Film come Ovosodo e Ferie D'Agosto riuscivano a riportare il cinema italiano ad una dimensione nazionale e interessante, classica e moderna, utilizzano veramente e a pieno le forme e le strutture tipiche italiane, cioè la commedie all'italiana per parlare con diretta semplicità di molti temi.
In N tutto questo scompare a fronte di un'ambizione che non trova risultati.
Il ritratto del potere, del tiranno e del fascino che esercita è fatto in maniera unidirezionale e la forza contrapposta (il giovane) è trattata con piatta banalità. Il conflitto è ridotto a stereotipi manichei, le posizioni si estremizzano e tutto è semplicizzato in una serie di dinamiche provinciali che stonano decisamente con il ritratto di una figura storicamente complessa come Napoleone, ridotto da Virzì ad un mascalzone come tanti.
Molto più convincenti invece i ruoli minori, terreno di battaglia ideale di Virzì, tanto che l'attore più valevole della pellicola risulta Massimo Ceccherini, grandissimo caratterista assolutamente ben sfruttato, accanto a Sabrina Impacciatore e Valerio Mastrandrea.
Decisamente più sottotono i protagonisti, il trio Germano, Bellucci e Auteil.
Per il resto N vuole dimostrare e non mostrare si fa portatore di una precisa visione di mondo in cui le figure sono chiare anche se cercano di nascondersi, i mascalzoni sono facilmente individuabili nelle figure di potere e come dice il maestro fucilato: "Le cose giuste ve le si è dette!", presupponendo che ci siano insegnamenti o concetti giusti e altri sbagliati.
Banale e kitsch anche l'uso delle sinfonie di Beethoven (principalmente la terza e la nona).
Film come Ovosodo e Ferie D'Agosto riuscivano a riportare il cinema italiano ad una dimensione nazionale e interessante, classica e moderna, utilizzano veramente e a pieno le forme e le strutture tipiche italiane, cioè la commedie all'italiana per parlare con diretta semplicità di molti temi.
In N tutto questo scompare a fronte di un'ambizione che non trova risultati.
Il ritratto del potere, del tiranno e del fascino che esercita è fatto in maniera unidirezionale e la forza contrapposta (il giovane) è trattata con piatta banalità. Il conflitto è ridotto a stereotipi manichei, le posizioni si estremizzano e tutto è semplicizzato in una serie di dinamiche provinciali che stonano decisamente con il ritratto di una figura storicamente complessa come Napoleone, ridotto da Virzì ad un mascalzone come tanti.
Molto più convincenti invece i ruoli minori, terreno di battaglia ideale di Virzì, tanto che l'attore più valevole della pellicola risulta Massimo Ceccherini, grandissimo caratterista assolutamente ben sfruttato, accanto a Sabrina Impacciatore e Valerio Mastrandrea.
Decisamente più sottotono i protagonisti, il trio Germano, Bellucci e Auteil.
Per il resto N vuole dimostrare e non mostrare si fa portatore di una precisa visione di mondo in cui le figure sono chiare anche se cercano di nascondersi, i mascalzoni sono facilmente individuabili nelle figure di potere e come dice il maestro fucilato: "Le cose giuste ve le si è dette!", presupponendo che ci siano insegnamenti o concetti giusti e altri sbagliati.
Banale e kitsch anche l'uso delle sinfonie di Beethoven (principalmente la terza e la nona).
4 commenti:
Ceccherini dall' isola ringrazia per le belle parole.
Per il resto, film brutto, c' è poco da dire.
D'accordissimo su tutto tranne che sugli attori
alp
nooo... la penso esattamente all'opposto... il film scivola via raccontando una storia che non appare una presa di posizione. la figura di Napoleone chiaramente non è ritratta in tutta la sua complessità, ma in quanto incarnazione del potere è ricca di sfumature, dalla vanità ai rimorsi (e Auteil è strepitoso a trasmetterle tutte!)... vabbè... sono opinioni!!!
A me è sembrato che la presa di posizione fosse dominante anche più della storia. Non ci sono punti di vista a confronto, non ci sono possibilità di giudizio lasciate allo spettatore ci sono come dice il maestro prima di morire: "le cose giuste".
E poi (ma chiaramente sono opinioni) il ritratto del potere a me è sembrato assolutamente superficiale, quello che tutti noi ci immaginiamo del potere, come lo abbiamo visto rappresentato (Berlusconi) più volte.
Non c'è nulla di positivo in Napoleone è una figura negativa in toto, un cattivo degno di un film Disney.
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