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29.9.08

Miracolo a Sant'Anna (Miracle At St. Anna, 2008)
di Spike Lee

POSTATO SU
Da un po’ Spike Lee sta ampliando i suoi orizzonti. Si pensava che Inside Man fosse un lavoro alimentare, una concessione ai grandi studios per poter poi continuare a fare progetti piccoli e personali come ha sempre fatto, invece Miracolo a Sant'Anna è tutt’altro che piccolo, è un film di guerra dalle grandi ambizioni con pochi grandi nomi e tutti legati a piccoli cammei (John Turturro e John Leguizamo).

Il film non teme di essere assolutamente inaccurato, lo dice subito con un cartello che avverte che è tutto finto, ma lo stesso infastidisce il solito teatrino degli italiani tutti donne passionali, caffè e borghetti di provincia. Ma se c’è una cosa a cui Spike Lee non ci aveva abituato è fare un cinema bambinesco e falsamente illusorio, favolistico e metaforico che procede per stereotipi culturali. A salvare parzialmente il bieco trattamento riservato al popolo italiano (in termini sempre di stereotipi) sono i dialoghi evidentemente scritti da qualcuno di diverso rispetto a chi ha scritto quelli del resto del film perchè estremamente nostrani nell’ironia, nell’uso del dialetto e nella retorica (Update 30/09: e infatti è così, sono stati scritti con la consulenza di Francesco Bruni, cretino io a non controllarlo prima).

Per il resto Miracolo a Sant'Anna riprende l’azione di guerra come al solito, senza cercare una vera visione personale. Utilizza la fotografia ad alto contrasto bassa saturazione già portata ad alti livelli prima da Spielberg e poi da Clint Eastwood, mette in scena i sovraesposti che da una decina d’anni sono la sua ossessione, guarda all’immaginario collettivo dei reportage di Robert Capa e cerca un montaggio frenetico che forse è la cosa migliore. Nella sua lineare asciuttezza Inside Man aveva molta più dignità di questo polpettone da due ore e venti.

Ancora più fastidioso è poi che il regista di Fa’ La Cosa Giusta abbia perso il suo senso della problematicità. Sebbene il suo cinema viaggi sempre in equilibrio sul crinale del razzismo al contrario (cioè quello verso la maggioranza invece che la minoranza) in questo caso l’ago pende decisamente verso la comunità afroamericana. Tutti in Miracolo a Sant'Anna hanno un lato positivo, anche alcuni nazisti, tranne i bianchi americani che sono perfidi, stupidi e banalmente vessatori oltre ogni dire ed ogni ragionevolezza.

Certo rimangono alcuni colpi di coda davvero da grande maestro come ad esempio la sublime scena iniziale dei soldati che avanzano con in sottofondo la voce tedesca che li incita a tradire il loro paese per la Germania, spaziando da argomentazioni culturali ad argomentazioni economiche e sessuali (veramente una piccola chicca). Ma sono gocce in mezzo al mare.

Stranamente nessuno ha fatto notare che in realtà già esiste un film in cui alla fine della seconda guerra mondiale un soldato americano di colore si trova a dover interagire con un bambino italiano senza che i due si capiscano ma che riesce ad operare una riflessione sul tema della guerra. Spero di non dover aggiungere altro perchè riconosciate di cosa stia parlando…

37 commenti:

Rob ha detto...

oddio, spero che nessuno l'abbia fatto notare soltanto perché il riferimento era troppo ovvio e lo davano tutti per scontato...


gparker ha detto...

solitamente quando i riferimenti sono ovvi si sprecano le citazioni.


dario ha detto...

Porcaccia la miseria, e dire che nasavo la cazzata già quando lo stavano girando dietro casa mia. Però mi pento lo stesso di non aver tentato la comparsata.


Anonimo ha detto...

che citazione è? Non mi viene proprio in mente...


gparker ha detto...

Non direi che è una citazione più una rivisitazione di quel tema o di quella dimensione estetica (grande soldato nero americano moderno con gomme da masticare con piccolo bambino bianco italiano che parla in dialetto e fa la fame dove però il soldato si fa più problemi del bambino).


Anonimo ha detto...

ma quale film?


gparker ha detto...

Paisà di Rossellini


Thomas Morton ha detto...

Io lo sapevo! io lo sapevo!


Anonimo ha detto...

bravo complimenti.


Anonimo ha detto...

Come al solito non s'è capito se ti è piaciuto no. Perchè alla fine non ci metti un voto per il film?


gparker ha detto...

"Ma se c’è una cosa a cui Spike Lee non ci aveva abituato è fare un cinema bambinesco e falsamente illusorio, favolistico e metaforico che procede per stereotipi culturali"

"Ancora più fastidioso è poi che il regista di Fa’ La Cosa Giusta abbia perso il suo senso della problematicità."

"Nella sua lineare asciuttezza Inside Man aveva molta più dignità di questo polpettone da due ore e venti."

Come fai ad avere dubbi se mi è piaciuto o no??


Ale55andra ha detto...

Ma infatti...io avevo intuito che ti aveva fatto proprio schifo :P Comunque che delusione! A me piace molto Spike Lee, però vabè, staremo a vedere...


gparker ha detto...

anche a me piace molto, lo trovo uno dei meno americani tra gli americani, però davvero cammina sempre sul crinale. Il suo cinema è fatto di un equilibrio difficilissimo tra accusa arroganza e visione complessa della realtà.
Capita quindi spesso che scivoli.


Anonimo ha detto...

Ao ma che te devo dì? Non avevo letto bene....ao io qui sto a lavorà....mica sto a giocà!


Anonimo ha detto...

No, non voglio crederci...


Alberto Di Felice ha detto...

Siamo sicuri che l'Italia non sia (e soprattutto, non fosse) un teatrino di "donne passionali, caffè e borghetti di provincia"? Sono abbastanza sicuro sui caffè e i borghetti di provincia, sulle donne passionali-- dipende.

Comunque è attesissimo.


gparker ha detto...

gli stereotipi sono sempre veri, è mostrare solo quelli il problema


Anonimo ha detto...

guarda che la metamorfosi è già avvenuta. La famo finita co sto "andrea/compatto 2"?! Decidi chi vuoi essere.


Anonimo ha detto...

sono chi mi va di essere, dobbiamo fare la solita scenetta che ti minaccio? o vogliamo archiviare questa questione?


Gabriele Ferrari ha detto...

in realtà la questione Compatto /Andrea è l'argomento più interessante del blog.
Con il massimo rispetto per GParker, ovvio...


Anonimo ha detto...

il problema è che adesso non sei niente. Un freak del cazzo.

O Andrea o Compatto ti devi decidere.

E la "scenetta delle minacce" io l'ho sempre presa sul serio.


Anonimo ha detto...

Però mi sa che Capa si chiamava Robert ^^

Io il film non l'ho ancora visto, ma non ho sentito una voce positiva che sia una a riguardo.


gparker ha detto...

Si hai ragione ovviamente. Il più classico dei lapsus.

Non faccio fatica ad immaginare che tu non abbia sentito nessuno parlarne bene, anzi se mai sentissi qualcuno presentamelo che vi voglio parlare....


Anonimo ha detto...

Parker mi rivolgo a te ma come fa uno molto impegnato come sembra Spike Lee a girare poi lo spot della BMW nei dintorni di Buenos Aires o quella porcata di spot per la Telecom con Gandhi?..ammetto è una domanda naif però non riesco a non pensarci quando poi lo vedo nel solito giro delle interviste promozionali con occhialini da vista rotondi tartarugati e aria intellettuale da socialite di posti come Martha's Vineyard o Cape Cod....

Drieu


gparker ha detto...

E' la prostituzione, che nel caso di spike lee non è nemmeno tanto sporca.
Potrà sembrare strano ma anche gente come lui, dotata di un nome, un pubblico e un'aura da grande regista ha bisogno di fare queste cose per acquistare poi più autonomia possibile per fare film.


Jacopino ha detto...

Ciao.

Secondo me è un gran film!
1. la tematica dei neri durante la II WW non è mai stata toccata in maniera così plateale.
2. i partigiani mica erano tutti santi (scemo chi lo pensa) e soprattutta tra i tedeschi sicuramente c'era quanlche figaccioso della Wermacht a cui non fregava una ciufola dello stramaledetto Fuhrer e anzi promuoveva lo scontro bellico pulito senza l'accanimento gratuito sugli sconfitti o sulla popolazione civile (vedi Rommel)
3. Spike Lee ha fatto uan scelta stilistica e registica ispirandosi a dei talentuosi come Rossellini o Benigni per alcuni pezzi del suo film e penso non sia una casualità questa scelta!

Comunque ad ognuno le proprie opinioni, ma prima di criticare fate un discernimento reale sul film andandolo a vedere nonchè comprendendo le dinamiche.

@ gparker
se vuoi conoscermi per capire perchè mmi piace il film te lo dico molto rapidamente.
Ebbene sono A- appassionato di storia in particolare ho visto la maggior parte dei film sulla IIWW
B- era la prima volta che veniva trattata una tematica spinosa.
C- sottolineo che magari non è un capolavoro al 100%, ma tirar così tanta m***a come è stata fatta anche dai critici (a partire da Clint eastwood che cmq ammiro) mi sembra qualcosa di insensato e dispotico.
Nonchè alla gente non va giù perchè secondo molti
1. i crucchi devono esser sempre i cattivi
2. i partigiani tutti eroi
3. gli americani che non discriminano mai e che i comandanti sono tutti dei fighi...

Opinioni personali!

Viva!


Anonimo ha detto...

Non capisco come mai si dica in giro che è troppo lungo e noioso...
In 2 ore e 20 minuti di film non mi sono assolutamente annoiato, anzi mi ha infastidito l'intervallo!
Comunque mi sembra che sia facile criticare un regista in vista piuttosto che cercare di capire le sue intenzioni!
Ed evitiamo commenti moralistici del tipo "gira lo spot su Gandhi per Telecom" o "con quegli occhiali tondi tartarugati si crede un intellettuale socialista"...
Tanti cercano di distruggere senza costruire, cerchiamo anche di costruire!


Anonimo ha detto...

Aggiungo anch'io che pur stimando Clint Eastwood (attore e regista stupendo), poteva risparmiare la discussione con Lee ammettendo "la mia è stata una mancanza, non ero al corrente della presenza di afroamericani nelle truppe impiegate nella Seconda Guerra Mondiale, altrimenti se ci avessi pensato qualcosa da parte mia l'avrei fatta".
Purtroppo si cade spesso in politica, e questo rovina in parte l'arte del cinema...


gparker ha detto...

Si proprio tutto questo discutere di cose a "latere" dell'opera lo condivido poco. Non voglio dire che non abbia senso parlare del ruolo dei partigiani o del fatto che i nazisti (i soldati) erano poveretti anche loro magari con un cuore. Tutte discussioni legittime ma che non centrano nulla con il film, anche se sono presenti nella trama.

Il film è bruttarello, un po' noioso e approccio il problema in maniera abbastanza manichea, tutte cose che solitamente non sono da spike lee e che per questo gli perdono poco.
Trattare un tema mai trattato, prendere posizioni scomode ecc. ecc. in sè non un merito se poi il film viene male.


Anonimo ha detto...

Io non direi che sono buttati là gli argomenti.
Mi spiego.

La visione manichea secondo me non emerge così preponderatamente. Non vi è la lotta tra i buoni per antonomasia e i cattivi bensì vi è una condanna abbastanza evidente nei confronti della guerra e non vi è nessun vincitore anzi!

Comunque sia La trama non è che sia la ricerca della testa perduta. E' invece una trama pregna di spunti che si concludono. Volete degli esempi? ebbene
- il partigiano bacarozzo fa una brutta fine all'inizio del film e si sa solo dopo la porcata che aveva fatto
- il crucco che avevano rimandato dalla russia e che risparmia la vita al protagonista alla fine riesce a compiere la sua missione
- la tematica della discriminazione è trattata in amniera eccellente a partire sin dalle primissime battute con le parole della camionetta con la bionda che trasmette da Berlino

Infine il film non è bruttarello nè noioso. Ci sono parti che potrebbero esser girate meglio con migliori accorgimenti, ma non per questo risulta esser un film Bollywoodiano.

Diciamo che se questo film non vuole passar niente o comunque non è fatto bene, allora iniziamo a criticare del filmoni del calibro di Hankok o Denti.....
Lasciamo stare va!


gparker ha detto...

A dire il vero io avevo scritto chiaramente che l'idea manichea di cinema non è nei confronti di partigiani o nazisti ma degli americani bianchi.
Quello che interessa a Spike Lee non sono nè i nazisti nè i partigiani ma il modo in cui anche nell'esercito i soldati di colore fossero discriminati e sul rapporto che questi riescono ad instaurare con altre culture e al loro interno. E in questo è veramente manicheo.

Riguardo Denti poi non lo definirei un filmone di primo piano, anzi, un piccolo film indipendente che fa il suo lavoro.


Jacopino ha detto...

Se Denti è un film indipendente che fa il suo lavoro come commento non ho altro da aggiungere...


gparker ha detto...

beh indipendente lo è, è facile anche provarlo, ci sono i nomi dei produttori.

Quanto al fare il suo lavoro se a te non è piaciuto non posso farci nulla, ma è inutile venirlo a citare come esempio di cinema commerciale. Lo è molto di più quest'ultimo exploit di Spike Lee.


Anonimo ha detto...

Davvero un bel film!

Non che sia bello rivedere ancora una volta lo schifo di vita che han fatto passare i nazi-fascisti ai nostri antenati compresi i miei familiari.Bello nel senso che è fatto bene, è realistico, senza tutti quegli effetti speciali che vanno di moda e che distolgono lo spettatore dal reale messaggio di certi film, se poi ci sia veramente un messaggio.

Di sicuro, Spike Lee, non guadagnerà tanto da questo film, ma non credo che al regista importi tanto il danaro. Piuttosto ci vuol far capire che la guerra e tutto ciò che porta ad essa vanno combattuti. L'odio, il capitalismo e il patriottismo sfrenato, il razzismo, la mancanza di amore, la segregazione, l'assenza di cultura, la fame e la povertà non devono esistere. In Italia non è cambiato tanto da allora. Oggi governano quegli stessi pseudo fascisti che quando se la sono vista brutta si sono nascosti e hanno cambiato bandiera per poi ripresentarsi ancora più ignoranti e privi di scrupoli.


Anonimo ha detto...

Non vedo niente di male poi nel girare un spot pubblicitario per la BMW o per Telecom.

Quindi Valentino Rossi, Richard Gere, Aldo Giovanni e Giacomo, Monica Bellucci, Michael Schumacher, Roger Federer e migliaia e migliaia di attori sono da considerare poco impegnati nella vita?

Forse chi ha scritto quelle parole non ha pensato prima di scrivere. Lo spero altrimenti sarebbe peggio.


akiro ha detto...

io direi che il film è stupendo.
indirettamente riesce a dar un barlume di speranza anche per la società moderna.

E direi che di "stereotipi culturali" non ne ho visti, che stereotipi ci sono quando tutti possono essere sia cattivi che buoni? dai, un nazista che recita le poesie, sarà banale per la trovata ma ci fa capire che anche dove sta il letame possono nascere dei fiori.

io stento a capire tutta questa resistenza al film.

cmq l'indignazione degli attuali partigiani per me è solo una trovata pubblicitaria: nel film vi è solo 1 pecora nera, e non credo ci si possa scandalizzare più di tanto.


bye
akiro


gparker ha detto...

Il vero stereotipo culturale d'alto profilo, l'unico possibile per Spike Lee, si ha quando anche il nazista buono è lo stereotipo del nazista buono.
Il mio fastidio viene dal fatto che ogni cosa in questo film è fatta a tirar via, ricalcando le proprie orme o quelle di qualcun'altro.

Lo stereotipo culturale vero comunque sono gli italiani, ritratti nella solita ridicola maniera senza che però poi ci sia un apparato di messa in scena che ti faccia pensare ad altro...

Ce l'ho con questo film perchè queste sono le cose che solitamente Spike Lee non sbaglia. E non le deve sbagliare.


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