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21.4.11

Il sesso aggiunto (2011)
di Francesco Antonio Castaldo

Era da tempo che non si vedeva un film come Il sesso aggiunto. Quasi mi mancavano queste vaccate boriose all'italiana.
Il sesso aggiunto rientra in un filone ben preciso del nostro cinema, un tipo di film che lo spettatore normale, e sotto i 70 anni, bene o male non conosce (per fortuna sua), perchè escono in poche sale rimanendo programmati per pochissimo, non girano per nulla in Home Video nè tantomeno sulle reti satellitari ma vincono premi oscuri in Festival mai sentiti. Non girano nemmeno sui circuiti pirata e questo perchè semplicemente sono film brutti e non prodotti da una major. Non si tratta infatti di quei film brutti ma efficaci, opere furbe, semplici e superficiali che si lasciano guardare da spettatori disillusi sull'entertainment. No, sono proprio brutti e basta. Senza senso e difatti senza pubblico.

Ecco Il sesso aggiunto ha tutte le caratteristiche del genere cui appartiene. Innanzitutto una trama dai contenuti "importanti", in questo caso la droga; secondo, una scrittura di forte impronta letteraria, al limite del "poetico" accompagnata da una recitazione di forte stampo teatrale; terzo, un atteggiamento dei singoli comparti tecnici in delicato equilibrio tra la competenza e la mancanza di direzione. In questi film tutti sembrano aver lavorato da soli, dando il massimo ma privi di una guida. Le luci sono ben messe ma solo per far vedere se stesse, la musica è onnipresente (qui è Piovani) e struggente, i costumi sono rifiniti ma esagerati. Tutto è caricato come la recitazione, piena di sguardi nel vuoto e momenti intensi. Momenti intensi in tutto il film! Dall'inizio alla fine.

Ma se davvero si dovesse trovare una caratteristica sola che distingua questo genere, beh allora sarebbe l'implausibilità. Nonostante il buon lavoro tecnico tutto il film non sta in piedi nemmeno a volergli bene. E non gliene si vuole! Spacciatori dalla faccia pulita, dialoghi alti in bocche basse, bambini deficienti, ricordi con la calza, moralismi senza remore, colpi di scena annunciati e tutti i personaggi che operano "profondissime" riflessioni sempre rigorosamente a voce alta benchè stiano da soli.
Il momento "Ok, mi alzo e me ne vado" di Il sesso aggiunto è quando ci si "sballa" (dimenticavo l'utilizzo di un linguaggio ggiovane per descrivere i ggiovani) in macchina urlando su un sottofondo di musica techno. Un po' un evergreen del genere.

Da non dimenticare infine l'ultima tragica caratteristica di questi film: l'accanimento della produzione e/o distribuzione contro chi ne parla male. Preferibilmente nei commenti ma anche via mail se è necessario.

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