FUTURE FILM FESTIVAL 2010
CONCORSO
CONCORSO
Prende le mosse da un fumetto ed è diretto dal regista di Appleseed, sembra insomma di essere tornati all'animazione giapponese anni '90, quella che tra animismo, bambini predestinati e/o profetici, apocalisse imminente e distruzione mondiale su larga scala incasinano tutta la linea narrativa e in soldoni non si capisce niente. Però è un bel non capire nulla. Espressivo.
King of Thorn a sua discolpa beneficia di una grossa spiegazione finale non invasiva. Si parla di un momento nel futuro molto prossimo in cui nel pianeta si è diffuso un virus che se contratto riduce il malato in pietra in poche settimane. Come rimedio una grande multinazionale propone (a pochi eletti) l'ibernazione per poi essere scongelati in un futuro in cui si sia trovata una cura. La varia umanità fatta di figure archetipe della moderna narrazione nipponica a fumetti si addormenta nelle capsule tutti nello stesso ambiente (un castello in Scozia) e poi si risveglia, non si sa bene quando, nello stesso luogo pieno di piante rampicanti appuntite e mostri vari. E qui si parte.
La storia non nasconde, anzi esplicita la parafrasi (ma fino ad una certa) con La Bella Addormentata nel Bosco del quale vuole riprendere le fila per sterzare all'ultimo chiedendosi: "E se la Bella Addormentata non avesse voluto svegliarsi? Se il sonno fosse stato meglio della realtà?".
Più che le possibili risposte a questa domanda (anche un po' idiota) il bello sta come al solito nell'atmosfera incerta che sa avere in molti casi l'animazione proveniente dai manga, la capacità di operare un racconto alternando con grandissima abilità attesa, azione, stasi e mistero.
La disperata ricerca di una spiegazione a cosa sia successo nel castello scozzese infestato da creature mostruose ha il respiro e l'astrazione dei migliori racconti nipponici e, pur mancando di originalità, riesce con una sterzata finale a impressionare con il discorso, tirato fin dall'inizio, sull'intimo legame tra le gemelle protagoniste.
2 commenti:
io non gli davo una lira a sto film, lo devo ammettere...
c'ha tutto un suo perchè. Niente di nuovo od esaltante. Roba anni '90.
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