FUORI CONCORSO
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2011
Dopo The Shock Labyrinth 3D Shimizu torna alla mostra di Venezia con un altro horror 3D, il quale prende le mosse proprio dagli eventi del film precedente. Ma invece che fare un blando sequel Shimizu porta i personaggi di Tormented in sala a vedere proprio The Shock Labyrinth dove la tecnologia tridimensionale fa passare quel coniglio di pezza che si vede nel primo film, in questo secondo. Quando il coniglio sembra uscire dallo schermo il bambino lo afferra e lo prende effettivamente, così tutto ha inizio.
Ecco, questa è l'unica vera grande trovata di un film che rispolvera tutti i topoi del j-horror senza avere nessuna forza. Però proprio nella riflessione metafilmica sulla tecnologia (che come sempre è la portatrice di mistero, inconoscibilità e quindi forza generatrice di angoli bui in cui si annida la paura) Tormented 3D trova almeno un momento di interesse.
Per il resto ci sono apparizioni, scissioni mentali, incubi in cui si è trascinati da coniglioni di pezza giganti (siamo al limite dell'involontariamente comico, proprio ad un passo eh!) e quel continuo rimando di inganni che il cineasta fa allo spettatore ("ecco chi era il colpevole! Invece no, si era immaginato tutto! Invece no, solo questa cosa qua era reale!") tipici di certo cinema asiatico. Il tutto senza una vera idea di terrore che rimanga più a lungo degli spaventi per i "botti" e le impennate sonore.
Alla fotografia c'è Christopher Doyle ma è come se non avesse nemmeno guardato le immagini dal monitor di servizio.
Sarebbe troppo facile far notare chi, tra personaggi e pubblico, è il vero tormentato.
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