Arthur e il popolo dei Minimei dovrebbe essere l'ultimo film di Besson se non sbaglio. Ricordo che alla presentazione di Angel-A dichiarò così (ma era una cosa che si sapeva da tempo).
E anche questo come le sue precedenti pellicole è un film che con la sua sola esistenza dichiara fortemente che c'è un cinema spettacolare, tecnico e di puro intrattenimento possibile anche in Europa. Anche con questo suo film Besson combatte la cinematografia americana sul suo terreno di gioco, riuscendo (come quasi sempre) in un'impresa tecnicamente pregevole.
Certo la storia è un altro paio di maniche. Arthur non brilla particolarmente per originalità, nè per profondità. E' un po' la classica favoletta, a tratti anche troppo marcatamente irreale (chi lo vedrà mi saprà dire quegli africani dove diamine vivrebbero...) che sfrutta il meccanismo avventuristico del megaminimondo (gli infiniti e minuscoli universi che si celano sotto un sasso) che è più usurato che mai.
Insomma veramente nulla di particolare se non fosse che tecnicamente è sbalorditivo.
Besson si appoggia alla BUF, studio di elaborazione digitale per il cinema totalmente francese che ha al suo attivo la collaborazione in pellicole come La Città Dei Bambini Perduti, Fight Club, Panic Room, Matrix, Human Nature ecc. ecc. Gente serissima, la cui professionalità è evidente in questo film che in parte è live action e in parte (quando Arthur è catapultato nel micromondo) è in 3D.
Non solo i personaggi in 3D sono particolarmente pastosi e verosimili per il cinema d'animazione europeo ma soprattutto il loro contorno, gli sfondi e gli oggetti con cui interagiscono sono di un fotorealismo raro e l'integrazione tra le due dimensioni è perfetta. Questo perchè molto ci si è basati su tecniche nuove di motion capture (senza sensori) e di sovrapposizione fotografica. Il film anche nelle parti in 3D è stato tutto recitato e lo si vede in molte sequenze che hanno un tocco "filmico" bessoniano.
Il risultato (tecnicamente) è un cartone che per inquadrature, movimenti di macchina, illuminazione ecc. ecc. è quanto di più simile abbia mai visto ad un film vero.
Se questo sia un pregio o un difetto è tutto un altro discorso....
Infatti quello che si perde è quella dimensione pixaresca. I personaggi sono molto simili agli uman e quindi poco stilizzati, manca quella dimensione fantastica dell'estetica e c'è più un realismo di "come sarebbe un popolo del genere se esistesse". E alle volte mi sembra che la purezza del genere di animazione stia in una dimensione estetica irreale, come le forme degli esseri umani di Gli Incredibili.
E anche questo come le sue precedenti pellicole è un film che con la sua sola esistenza dichiara fortemente che c'è un cinema spettacolare, tecnico e di puro intrattenimento possibile anche in Europa. Anche con questo suo film Besson combatte la cinematografia americana sul suo terreno di gioco, riuscendo (come quasi sempre) in un'impresa tecnicamente pregevole.
Certo la storia è un altro paio di maniche. Arthur non brilla particolarmente per originalità, nè per profondità. E' un po' la classica favoletta, a tratti anche troppo marcatamente irreale (chi lo vedrà mi saprà dire quegli africani dove diamine vivrebbero...) che sfrutta il meccanismo avventuristico del megaminimondo (gli infiniti e minuscoli universi che si celano sotto un sasso) che è più usurato che mai.
Insomma veramente nulla di particolare se non fosse che tecnicamente è sbalorditivo.
Besson si appoggia alla BUF, studio di elaborazione digitale per il cinema totalmente francese che ha al suo attivo la collaborazione in pellicole come La Città Dei Bambini Perduti, Fight Club, Panic Room, Matrix, Human Nature ecc. ecc. Gente serissima, la cui professionalità è evidente in questo film che in parte è live action e in parte (quando Arthur è catapultato nel micromondo) è in 3D.
Non solo i personaggi in 3D sono particolarmente pastosi e verosimili per il cinema d'animazione europeo ma soprattutto il loro contorno, gli sfondi e gli oggetti con cui interagiscono sono di un fotorealismo raro e l'integrazione tra le due dimensioni è perfetta. Questo perchè molto ci si è basati su tecniche nuove di motion capture (senza sensori) e di sovrapposizione fotografica. Il film anche nelle parti in 3D è stato tutto recitato e lo si vede in molte sequenze che hanno un tocco "filmico" bessoniano.
Il risultato (tecnicamente) è un cartone che per inquadrature, movimenti di macchina, illuminazione ecc. ecc. è quanto di più simile abbia mai visto ad un film vero.
Se questo sia un pregio o un difetto è tutto un altro discorso....
Infatti quello che si perde è quella dimensione pixaresca. I personaggi sono molto simili agli uman e quindi poco stilizzati, manca quella dimensione fantastica dell'estetica e c'è più un realismo di "come sarebbe un popolo del genere se esistesse". E alle volte mi sembra che la purezza del genere di animazione stia in una dimensione estetica irreale, come le forme degli esseri umani di Gli Incredibili.
9 commenti:
A vedere il trailer la qualità dell' animazione è veramente pessima... I Francesi sono troppo orgogliosi per arrendersi a Renderman...
No non è pessima. I movimenti sono molto molto fluidi e l'integrazione con le immagini reali è praticamente perfetta.
ma quella non è animazione....
E no. Cos'è?
l' integrazione con le immagini reali non è animazione.
I movimenti fluidi si. Anche se...
MA concorre tutto al risultato finale.
Se un film è animato benissimo ma stacca in maniera orrenda dagli sfondi te la prendi con gli animatori.
Non sono d' accordo... E come dire che se il film ha una pessima fotografia te la prendi con i costumisti... Ognuno ha il suo ruolo nello sviluppare un film in CG (come in qualsiasi progetto del resto). Ridurre tutto alla figura dell' "animatore" è troppo semplice.
Non sono daccordo è sempre lo studio di animazione (la BUF) ad occuparsi di tutto quanto quindi abbiamo un unico responsabile.
@ frankie666.
hey, chiacchierone...perché non ne crei una tu di anomazione?
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