A Cesare quel che è di Cesare, la Teodora Film è riuscita a portare in tempi record questo film dal festival di Cannes, dove ha vinto il gran premio della (settimana della) critica, alle nostre sale (chissà quante poi...).
Si tratta di un film in pieno stile europeo (pur essendo argentino), sommesso e minimale con telecamera a mano e fotografia garbata, tutto centrato sulla protagonista affetta da una rara patologia (se così si può chiamare) cioè la presenza simultanea di gameti maschili e femminili, in sostanza la ragazza (quindicenne nel film) è dotata sia di attributi sessuali maschili che femminili, cosa che la rende immediatamente un freak agli occhi dei coetanei.
Le decisioni da prendere, quale sesso scegliere, le cure da fare, la volontà della ragazza, l'impotenza dei genitori e il mondo che li circonda sono l'obiettivo del film che mostra alcuni giorni in cui nella casa della famiglia in questione viene a stare un'altra famiglia di un chirurgo plastico, il cui figlio intratterrà una strana relazione con la ragazza traumatizzata da un non precisato avvenimento accaduto con un altro ragazzo (anche se si capisce che lei non le deve aver detto nulla e lui non ha reagito bene alla sorpresa).
Apprezzabilissimo lo stile pacato (è sufficientemente forte l'argomento) e l'effettiva delicatezza con cui viene affrontato (una volta tanto non è un luogo comune ma una cosa vera), con cui vengono filmate anche le scene di sesso e di pubblica umiliazione.
Quello che mi è piaciuto di meno tuttavia è il modo in cui un po' si perde e si annacqua la storia seguendo anche altri personaggi, interessanti a tratti anche più della protagonista (che non è che sia il massimo dell'interesse). In particolare mi ero affezionato molto al ragazzo che entra in contatto con lei e che si scopre omosessuale vedendola dotata anche di attributi maschili e anche abbastanza ai suoi genitori...
Ancora non ho deciso se questo stile europeo-autoriale-moderno (rifiuto della profondità di campo, che una volta era la firma dell'autore, e telecamere incollati ai volti ma sempre con pochi stacchi di montaggio e più movimenti di macchina) mi piace o no....
A margine mi sento in dovere di manifestare il mio stupore nello scoprire che la regista Lucia Puenzo, arrivata alla direzione dopo una certa gavetta nel mondo della sceneggiatura, e obiettivamente dotata di doti registiche e di un certo senso personale del racconto, è bellissima. Sarà pure una valutazione beceramente maschilista ma a me vedere le sue foto (1, 2 e 3) mi ha veramente stupito e mi ha fatto pensare che, a parte l'altro caso della pianista jazz Diana Krall (1 e 2), in effetti raramente avevo visto donne così belle essere esponenti di spicco della loro categorie.
Si tratta di un film in pieno stile europeo (pur essendo argentino), sommesso e minimale con telecamera a mano e fotografia garbata, tutto centrato sulla protagonista affetta da una rara patologia (se così si può chiamare) cioè la presenza simultanea di gameti maschili e femminili, in sostanza la ragazza (quindicenne nel film) è dotata sia di attributi sessuali maschili che femminili, cosa che la rende immediatamente un freak agli occhi dei coetanei.
Le decisioni da prendere, quale sesso scegliere, le cure da fare, la volontà della ragazza, l'impotenza dei genitori e il mondo che li circonda sono l'obiettivo del film che mostra alcuni giorni in cui nella casa della famiglia in questione viene a stare un'altra famiglia di un chirurgo plastico, il cui figlio intratterrà una strana relazione con la ragazza traumatizzata da un non precisato avvenimento accaduto con un altro ragazzo (anche se si capisce che lei non le deve aver detto nulla e lui non ha reagito bene alla sorpresa).
Apprezzabilissimo lo stile pacato (è sufficientemente forte l'argomento) e l'effettiva delicatezza con cui viene affrontato (una volta tanto non è un luogo comune ma una cosa vera), con cui vengono filmate anche le scene di sesso e di pubblica umiliazione.
Quello che mi è piaciuto di meno tuttavia è il modo in cui un po' si perde e si annacqua la storia seguendo anche altri personaggi, interessanti a tratti anche più della protagonista (che non è che sia il massimo dell'interesse). In particolare mi ero affezionato molto al ragazzo che entra in contatto con lei e che si scopre omosessuale vedendola dotata anche di attributi maschili e anche abbastanza ai suoi genitori...
Ancora non ho deciso se questo stile europeo-autoriale-moderno (rifiuto della profondità di campo, che una volta era la firma dell'autore, e telecamere incollati ai volti ma sempre con pochi stacchi di montaggio e più movimenti di macchina) mi piace o no....
A margine mi sento in dovere di manifestare il mio stupore nello scoprire che la regista Lucia Puenzo, arrivata alla direzione dopo una certa gavetta nel mondo della sceneggiatura, e obiettivamente dotata di doti registiche e di un certo senso personale del racconto, è bellissima. Sarà pure una valutazione beceramente maschilista ma a me vedere le sue foto (1, 2 e 3) mi ha veramente stupito e mi ha fatto pensare che, a parte l'altro caso della pianista jazz Diana Krall (1 e 2), in effetti raramente avevo visto donne così belle essere esponenti di spicco della loro categorie.
9 commenti:
mmmh...
In effetti ci sono parecchi spunti interessanti.
Ra,
a Te il primo commento.
penso che sia davvero un film che valga la pena di vedere..ma quasi sicuramente nella mia città non arriverà..(non è arrivato neppure l'ultimo do david lynch)ma perchè la distribuzione è così risicata?
Perchè è un film poco commerciale e sia distributori che esercenti vogliono fare un po' di soldi.
anche a me è piaciuto, l'unica cosa che non ho capito è perché tutto fosse così drammatico. nel senso che a me sembrava che non succedesse niente di così drammatico da giustificare tutti quei musoni e quegli occhi lucidi per tutto il film! e quindi dopo un po' questa cosa ha iniziato a darmi un po' fastidio. comunque bello, gli attori soprattutto mi sono piaciuti molto (il padre più di tutti) e pure alcuni dialoghi come quello del padre chirurgo con suo figlio.
I musi lunghi suppongo fossero dati dal fatto che la ragazza viveva malissimo questo suo stato, sentendosi un mostro. E poi i genitori non sapevano come gestire la situazione (operarla? Lasciare decidere a lei?). Insomma ce n'erano di elementi drammatici.
secondo me il film è più intelligente che bello
sono molti gli spunti di riflessione: la libertà individuale; il diritto di scelta; si scelgono i desideri? o si devono semplicemente vivere?
la regia nn mi ha entusiasmato, e neanche certo passaggi di sceneggiatura, un po' farraginosi e spiace che personaggi interessanti (la madre di alex, l'orrendo chirurgo per ex) siano solo abbozzati
ma dov'è il Ra quando serve...?
Film davvero interessante, a noi è piaciuto particolarmente.
ps. quando puoi, aggiungi anche il nostro voto per XXY sulla connection-
a presto
Pianosequenza.net
Lucia Puenzo... bellissima sì, ma magari sotto sotto c'ha un campanaccio...
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