Un po' di Romeo + Juliet, un po' di Toy Story e molto Elton John (che è anche produttore esecutivo). Gnomeo e Giulietta è un cartone molto semplice, molto alla moda e molto esile, dal target unicamente infantile e che sembra più carino sulla carta (i nani di due giardini adiacenti che sono rivali e vivono il dramma shakespeariano) che nella realizzazione.
Opera carina, vivace e spensierata che solo 15/20 anni fa sarebbe stato un cartone di assoluto livello medio ma oggi, vista l'evoluzione del genere, sembra fuori dal tempo.
E dire che lo stile c'è. L'opera kitsch, con musiche kitsch (i classici di Elton John coreografate con lustrini e paillette), centrata su personaggi kitsch (i nani da giardino), tutto coerente. Tuttavia Gnomeo e Giulietta non riesce mai a regalare una sorpresa o un'idea originale.
La storia di Shakespeare in musica e modernizzata con balletti è di Baz Luhrman ma qui manca il lavoro sulla parola originale e il testo di partenza che era invece il cuore di quell'operazione, mentre l'idea del mondo dei pupazzi/giocattoli che si animano quando gli uomini non ci sono è di Toy Story ma manca quel senso di coesione sentimentale e anche di spietata cattiveria nei confronti dei personaggi positivi che hanno i tre film Pixar.
Inevitabile l'acquietamento del tragico finale a cui si sostituisce solo la rappresentazione di una tragedia che poi si rivela fasulla e spiana la strada al lieto fine che si conviene. In questa necessità ineludibile (il film come si è detto ha un target unicamente infantile) però c'è l'unica idea originale.
Per giustificare la concessione rispetto ad una delle caratteristiche principali del testo originale, il film fa dialogare il nano da giardino Gnomeo con una statua di Shakespeare stesso. Il primo racconta le sue avventure al secondo che ne riscontra le somiglianze con il suo testo e lo avverte del finale tragico, quando però al posto di questo si presenterà il lieto fine gli gnomi avranno modo di affermare ironicamente: "Non è meglio così??".
No.
4 commenti:
Non molto d'accordo. Lo trovo adatto non solo al pubblico infantile ma anche a quello più adulto. C'è un gioco di citazioni e rimandi all'opera Shakespeariana (ma non solo, anche ad altre cose, trascurando le canzoni di Elton John) che è quasi impossibile cogliere sino in fondo.
Da dire che mi sembra molto rovinato dal doppiaggio, le tribù gnomesche sono troppo cariche negli accenti, sarei curioso di sentirlo in originale per sentire se era così anche li, oltre che per cogliere i giochi di parole mal tradotti e le voci degli interpreti originali molto studiate per la parte (due esempi: Patrick Stewart per la statua e Hulk Hogan per il mega-tagliaerba...).
si però secondo ormai questi sono elementi che non rendono più un film buono per gli adulti. I film pixar e in alcuni casi dreamworks hanno proprio una serietà di fondo e uno spirito che fanno sì che riescano a parlare di sentimenti, momenti e sensazioni esclusive del mondo adulto.
Come sentimentalismo questo non è secondo a nessuno: è un film romantico a cartoni! Se funziona il passaparola sono convinto spopolerà tra le ragazzine.
P.S: sono andato a vederlo anche perché erano tre volte che sentivo dei biglietti per Rango ed erano esauriti... Ci riprovo presto.
chi lo sa se spopola davvero...
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