E' chiaro che ci vuol passione per il cazzeggio per andare a vedere I, Frankenstein. Ma tanta!
Cioè per decidere che effettivamente ci si può divertire con la storia della creatura del barone Frankenstein che dopo tutti gli eventi narrati da Mary Shelley scopre che c'è in atto una guerra tra demoni e Gargoyle (una delle contrapposizioni più inedite di sempre), dove i primi sono il male e i secondi la rappresentazione in terra del bene e che lui, in quanto corpo senz'anima, è ambito da entrambi, poichè se i demoni potessero replicare l'esperimento del barone e ottenere altre creature le riempirebbero delle anime di altri demoni eliminati dai Gargoyle componendo un esercito immenso.
Come se non bastasse il tutto ambientato ai nostri giorni, perchè la creatura ha vagato per centinaia d'anni senza morire arrivando fino alla modernità.
Insomma ci vuol coraggio e passione per il genere per andare a vedere questa trama presa dal fumetto di Kevin Grevioux, adattata e diretta dallo sceneggiatore di film come G.I. Joe, Australia, 30 giorni di buio e la serie di I pirati dei Caraibi.
Fermo restando il nonsense del tutto (perchè sfruttare la creatura di Frankenstein in una trama che non ha niente a che vedere con lui o con quello che rappresenta??) quel che I, Frankenstein propone è la consueta oretta e mezza di azione non particolarmente raffinata, tagliata a fette spesse, unita ad una trama in cui le relazioni tra personaggi sono al minimo sindacale (cioè estreme e banali), scandendo nel vergognoso sul lato makeup (ma davvero si può fare un trucco così svogliato alla creatura? Con dei segni in viso quando in realtà sappiamo che dovrebbero essere dovuti al fatto che è tutto assemblato da cadaveri diversi? E sul serio i demoni quando rivelano la loro natura sono così?!?) e nell'esilarante puro sul lato villain (che ha il nome in latino! "Naberius"!!).
Già Van Helsing aveva tentato di spostare sul fantasy un classico dell'orrore che oggi, specie trattato in questa maniera, tende a fare molta meno paura. E i risultati non erano stati esaltanti. I, Frankenstein è più radicale ancora, non segue nessuna storia originale ma sfrutta solo un nome noto (perchè delle sue caratteristiche, davvero, non c'è traccia, è un eroe indistruttibile come altri se ne sono visti, senza peculiarietà se non l'assenza d'anima).
Dunque sarebbe anche un'operazione onesta come altre (un film bruttarello ma coatto, promosso con onestà, come un film bruttarello ma coatto quanto basta) non fosse che l'elemento Frankenstein è totalmente fuorviante e pretestuoso. Non è la prima nè l'ultima volta che il nome di un romanzo noto viene usato per altri fini, tuttavia fino a che si fanno film da poco è un conto, farlo svilendo una mitologia che ha un suo perchè e una sua dignità è decisamente meno accettabile.
5 commenti:
aridatece i film della Hammer, almeno non si prendevano sul serio! ;)
Dalle mie parti non è nemmeno uscito e per una volta ne sono molto lieta!
Mai visto un uso più pretestuoso di proprietà intellettuale sulla quale (spero) sono scaduti i diritti
io dico solo...ma qualcuno si è preso la briga di spiegargli che Frankenstein era IL DOTTORE e non la Creatura? Dai, un errore così non si può perdonare, NO.
No ma lo dicono (a dispetto del titolo) che non è lui Frankenstein. Anzi lo chiamano pure Adamo.....
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