Esce questa settimana quella discreta bomba che è Snowpiercer, già visto, recensito e incensato al Festival del Film di Roma.
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4 commenti:
mi aspettavo tanto... ma questo film l'ho trovato semplicemente orrendo.
Dalla recensione sembra che tu lo abbia quanto meno ritenuto un prodotto sufficiente, ma non sono per niente d'accordo.
Per chi mastica un minimo di fantascienza, è di una banalità disarmante, per non parlare dei personaggi e dulcis in fundus... del doppiaggio. :(
No no, che "poco sufficiente"? Per me è bellissimo!
Secondo me, in tema di fantascienza distopica (tralasciando quindi il lato tecnico per il quale posso esprimere solo un giudizio da incompetente) la trama e lo sviluppo della stessa in questo film è poco più che una minestra riscaldata.
L'unica differenza è che tutto il mondo è racchiuso in un treno, bel simbolismo, ma che non porta davvero a qualcosa di innovativo: se al posto del treno ci fosse stata una città sotterranea o un altro qualsiasi ambiente chiuso e sicuro non sarebbe cambiato nulla.
Anzi il treno mi ha presto dato un senso di monotonia.
Il film in generale mi è parso da subito una trasposizione poco riuscita di un libro/graphic novel (ho solo dopo scoperto essere un fumetto francese), questo perchè personaggi e situazioni sono tagliati con l'accetta per esigenze di tempi della pellicola.
Forse sono io a pretendere troppo da questo particolare sottogenere della fantascienza perchè mi affascina particolarmente, boh :)
E' sicuramente vero che il treno è un espediente accattivante e non fondamentale. Ho capito che a te è piaciuto poco ma concordo sul fatto che si poteva svolgere anche da altre parti e non cambiava molto, è un modo di dar vita a qualcosa di un po' più cool (vedi l'arrivo del nuovo anno).
Ad ogni modo il metaforone dell'umanità che gira intondo intorno al mondo da anni e anni è molto forte e originale (sicuramente di più della disposizione nei vagoni, con il popolo in coda e l'elitè in testa).
Detto questo secondo me il film, nelle sue dinamiche interne, cioè quelle tra personaggi, nella maniera in cui sceglie di portare avanti la sua storia e nei paesaggi che disegna (i vari vagoni, le assurdità e ad un certo punto quel senso straniante per il quale nemmeno i personaggi capiscono bene dove si trovano, come nella sauna) è molto efficace.
In più il finale con sacrificio in cui alla fine SPOLIERONE effettivamente è indispensabile perdere un braccio, cioè proprio la mutilazione personale come forma di abiezione (molto asiatica) mi ha davvero colpito.
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