Chi non ha smesso mai di sperare in un ritorno di Nanni Moretti ai fasti dei suoi primi film (io), chi non vuole credere che sia davvero finita la vena innovativa, poetica e originale di uno dei più grandi registi contemporanei italiani (io) e chi non si stanca di cercare anche nelle pellicole più recenti tracce di quel regista autoriale innamorato del cinema francese e di Fellini che era riuscito a fondere tutto questo in qualcosa di incredibilmente arrogante e personale (io) è ora che si rassegni.
Il Caimano palesa più che mai il passaggio di Moretti ad un'altra fase, quella di Caro Diario e Aprile (La Stanza Del Figlio non centra nulla con niente), una fase in cui non c'è più quel modo di far cinema episodico e spezzettato, arrogante e simbolico, ma ce n'è uno molto più mansueto e ordinario un cinema sicuramente più povero di idee che è costretto ad appigliarsi a banali storie d'amore familiare.
Eppure comincia bene Il Caimano, comincia con forza, molto umorismo grottesco morettiano (quello almeno rimane in tutta la pellicola) e originalità, sembra di rivedere Sogni D'Oro, una storia di cinema nel cinema (è il cinema italiano il vero tema del film), di autori e di registi, dove i personaggi principali (Silvio Orlando e Jasmine Trinca) si muovono e si comportano come Moretti nei suoi film, che è un po' quello che faceva anche Woody Allen nelle pellicole che non interpretava. C'è anche Dario Cantarella (il preside di Bianca, foto a destra), presenza che non si vedeva da tempo e che mi riempie di conforto. Addirittura alla prima apparizione di Nanni sullo schermo quasi ci si commuove (non scherzo), è una citazione da La Stanza Del Figlio, nessuno fa il suo nome ma è chiaro che si tratta di lui che interpreta se stesso e come nelle sue migliori opere dice cose belle e arroganti, con parole semplici ma efficaci, parla di vita e di cinema e dice una frase meravigliosa, di vero cinema, con il sorriso sulle labbra: "E' sempre il momento per fare una bella commedia". E ha ragione cazzo!
Ma poi è il caos. Il film parla di molte, moltissime cose, è complesso e simbolico, parla di cinema, di Berlusconi, dell'Italia che lo ha votato, della vita di coppia, della famiglia, dei figli e parla di come Nanni Moretti è finito a fare questo film. Ma il punto è sempre sulla storiellina d'amore, sulla difficoltà dei divorzi e i figli che ne risentono, ci si sofferma su quello che Moretti ha sempre detto di non voler fare cioè "quello che la sinistra vuole sentirsi dire e quello che tutti quelli che vogliono sapere sanno", e sono parole sue!
La verità è che Il Caimano per metà è un film carino e nostalgico dei tempi andati e per l'altra metà è un film consolatorio e fintamente romantico che non morde da nessuna parte e alla fine lo spettatore che non si interessa alle vicende del premier, che quello che vuole sapere già lo sa e che sperava solo di vedere un film finalmente diverso e potente rimane tristemente deluso.
9 commenti:
questa recensione è talmente aggrovigliata da risultare incomprensibile... Inoltre hai avuto una terribile caduta di stile scrivendo "ha ragione CAZZO!"... Mi dispiace, la boccio su tutta la linea. Si salva giusto il finale dove perlomeno parli di cosa conteneva il film.
In realtà non volevo parlare di cosa contiene il film, per sapere quello te lo devi andare a vedere, anche perchè come ho detto è troppo complesso e pieno di cose per essere spiegato in un post, e poi non credo sarei in grado, ci sono tante intenzioni....
Per il resto non mi pento di nulla. Qui sul blog faccio tifo sfegatato per quello in cui credo.
Ma che c' entra? Mica ho scritto Roma merda....
Dì la verità... Ti mancavano i miei commenti critici... Qua ormai è una tale monotonia.. Non ti commenta mai nessuno... Scommetto che passavi le giornate a pensare ai bei post andati con un fernet in mano...
Ti segnalo che dal momento che hai smesso di commentare gli accessi sono saliti praticamente di quasi il doppio.
Continuo a dissentire. Il Caimano è un film che ha tra i suoi argomenti Berlusconi ma non ne fa il fulcro dell'opera. La politica è sempre presente nelle opere morettiane perchè tutte le sue opere parlano di lui e la sua vita è fortemente intrecciata alla politica. Eppure nessun film è veramente incentrato sulla politica (forse solo Palombella Rossa perchè già Aprile non lo è).
Io no mi interesso alle vicende del premier nel senso che non mi interessa sentirmi ripetere quanti soldi ha preso, quanto è venuto bene il lifting e quanti mafiosi ha pagato, lo so già e non mi interessa riscoprirlo. Se vado al cinema a vedere Viva Zapatero! guardo come è stato realizzato, guardo che strategie di messa in scena ha applicato, guardo come ha affrontato l'argomento e quanta parzialità c'è e quali aspetti sviscera ma questo non cambia il fatto che non mi interessi sapere ancora una volta che BErlusconi non manda in onda il programma della Guzzanti. Già lo so.
Ogni film serio parla soprattutto di cinema, parla di modi di mettere in scena e di scelte autoriali e per quanto non mi sia piaciuto è innegabile che Il Caimano sia un film serio, percui per me dire che Il Caimano è un film su Berlusconi è proprio un errore. Il Caimano è un film sul cinema italiano e su come l'opera e la vita di Moretti si inseriscono in quel contesto. tutti i personaggi principali (Silvio Orlando, Jasmine Trinca e Moretti) sono Nanni Moretti, il film è lui.
secondo me la recensione è molto buona.
Anche se dissento dal parere finale.
A me il Caimano è piaciuto molto, anzi probabilmente è l'unico film della seconda fase morettiana che mi ha lasciato qualcosa(la stanza del figlio non conta) e sinceramente io l'interesse verso la saga di coppia l'ho visto come un pretesto che serve a far emergere una cosa che non ha notato nessuno (e che probabilmente è una mega cazzata): le vite del caimano e quelle del regista sono praticamente in parallelo, entrambi si buttano ad inseguire un'idea più grande di loro solo per salvarsi.
Uno decide di diventare presidente del consiglio, l'altro di buttarsi su un film di denuncia. Entrambi ovviamente senza averne le capacità.
Ma mentre il regista finisce per avere un sogno che gli serve per continuare a sentirsi vivo, il caimano è ormai entrato come un cancro nel tessuto del paese e anche se forse alla fine verrà condannato la sua vittoria l'ha già ottenuta. Ed è una sconfitta per tutti
Interessante questa cosa, in effetti non ci avevo pensato.
Il CAimano perdendo (sia dal punto di vista morale che effettivo (nel finale)) vince, anzi "ha già vinto", raggiunge ciò che si era prefisso.
Mentre il regista vincendo (moralmente le sue paure, i blocchi e le difficoltà) girerà la scena cruciale del suo film ma inevitabilmente perde perchè non è riuscito in quello che si era prefisso.
E' interessante notare come la prima parte è particolarmente incentrata su Berlusconi e la secondo decisamente meno, a parte il finale...Beh, questa divisione netta avviene quando lo stesso Moretti appare sullo schermo a spiegarci che fare un film su Berlusconi è una cosa inutile e superflua...e difatti da quel momento il film si svela per tutt'altro! E allora anche io rientro fra quelli che sostengono fortemente che non è affatto un film SU Berlusconi ma è ANCHE un film su Berlusconi ma soprattutto sull'Italia; e purtroppo l'Italia è anche Berlusconi ma non solo...credo sia tutto qui!
A me più che altro è sembrato che si comincia a parlare sempre più di Berlusconi a mano a mano che il film avanza e che quindi la lavorazione del caimano sembra prendere forma. E' un po' la presa di coscienza del regista che lo ha pure votato.
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