La forza delle idee e delle opinioni alle volte non riesce a fare un intero film, specialmente se non è supportata da un adeguato uso delle immagini.
Guy Debord illustra, argomenta, spiega e mette in scena le sue idee e le sue teorie sul concetto di società dello spettacolo, cosa sia, cosa comporti e dove ci possa portare. A fare da continuo contrappunto alla sua voce fuoricampo sono immagini diverse di attualità, media e cinema, cioè di ciò che appunto nel suo complesso forma la società dello spettacolo.
Ma il contrappunto non è tale, non c'è una trama parallela, un discorso in accordo o in antitesi con le parole dell'autore e le immagini hanno più un uso illustrativo che narrativo o dialettico. In sostanza il valore aggiunto di ciò che si vede è alle volte blandamente illustrativo, alle volte di conferma di ciò che viene detto.
Parola (contenuto) e immagini (forma in questo caso) non intrattengono in sostanza alcun rapporto che non sia ogni tanto di spiegazione e illustrazione del detto. Dunque a latitare è proprio il concetto di cinema.
E nonostante la forza profusa da Guy Debord nel cercare di portare avanti un discorso attraverso altri media che non siano solo i libri, il risultato è il medesimo che si potrebbe ottenere dalla lettura di un libro. Anzi. La parola così veicolata, e senza immagini a fare da supporto, perde anche della sua forza e della sua incisività.
Guy Debord illustra, argomenta, spiega e mette in scena le sue idee e le sue teorie sul concetto di società dello spettacolo, cosa sia, cosa comporti e dove ci possa portare. A fare da continuo contrappunto alla sua voce fuoricampo sono immagini diverse di attualità, media e cinema, cioè di ciò che appunto nel suo complesso forma la società dello spettacolo.
Ma il contrappunto non è tale, non c'è una trama parallela, un discorso in accordo o in antitesi con le parole dell'autore e le immagini hanno più un uso illustrativo che narrativo o dialettico. In sostanza il valore aggiunto di ciò che si vede è alle volte blandamente illustrativo, alle volte di conferma di ciò che viene detto.
Parola (contenuto) e immagini (forma in questo caso) non intrattengono in sostanza alcun rapporto che non sia ogni tanto di spiegazione e illustrazione del detto. Dunque a latitare è proprio il concetto di cinema.
E nonostante la forza profusa da Guy Debord nel cercare di portare avanti un discorso attraverso altri media che non siano solo i libri, il risultato è il medesimo che si potrebbe ottenere dalla lettura di un libro. Anzi. La parola così veicolata, e senza immagini a fare da supporto, perde anche della sua forza e della sua incisività.
Nessun commento:
Posta un commento